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Rubrica di Emanuela Medi
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Quattro millesimi per approfondire l’etichetta meno nota, più limitata e intrigante della maison spumantistica più nota d’ Italia In principio era  la “Cuveè Prestige”, classico “brut sans anneè” a rappresentare la più pura espressione  dello “stile Ca’ del Bosco”. Poi arrivò il Satèn, il cui nome, coniato dal patron Maurizio Zanella, intende proprio evocare la morbidezza setosa che la minore pressione atmosferica (circa 4,5 atmosfere invece delle canoniche 6) conferisce a questo particolare spumante. Quest’ oggi, a fronte di una sempre crescente richiesta di prodotti meno morbidi e più verticali, sono i Dosage Zero, ed in particolare il Dosage Zero “Noir”, a rappresentare il nuovo volto della maison più celebre della Franciacorta. Dosage Zero “Noir” è sinonimo di Pinot Nero in Purezza, proveniente da tre vigne poste ad oltre 400 metri d’altitudine. Affinato sui lieviti per almeno 8 anni e dosato con solo vino a seguito del degorgement, effettuato in assenza di ossigeno onde “evitare shock ossidativi e aggiunte di solfiti”). Si ottiene così una purezza d’espressione più unica che rara nel contesto Franciacortino. Degustazioni 2008 Ultima annata in commercio, sboccata ad inizio 2017. Veste oro grigio attraversata da un perlage fine ma evanescente, tipico degli spumanti lungamente affinati. L’olfatto evoca subito la nobile

GENNAIO: Egly Ouriet - Champagne "Viellissment Prolongè" La mia annata è cominciata con un bel gioiello oramai divenuto grande classico. 82 mesi di affinamento per un “Blanc d’ Assemblage” massiccio, terziario, torrefatto, ideale per ravvivare le giornate uggiose del primo mese dell'anno. FEBBRAIO: Fontodi - Flaccianello della Pieve 1983 Sono stato a Panzano in Chianti a inizio mese, insieme ai colleghi del quinto Master Bibenda. Memorabile l'incontro con Giovanni Manetti e con il suo Flaccianello della Pieve 1983, che, maturo ma ancora scalpitante, mi ha proposto aromi di foglie secche, tabacco e tappezzeria antica, adagiati su di una bella impalcatura sapida e cullati da un tannino ancora vispo. Chapeau! MARZO: Dal Forno - Amarone della Valpolicella "Monte Lodoletta" 2004 In un BibendaDay ricco di conferme e di sorprese, è avvenuto il mio primo incontro con il vino di Dal Forno. Ammetto di non amare la tracotanza alcolica di alcuni Amaroni, ma da subito il "Monte Lodoletta" mi è sembrato molto diverso. Naso ovviamente improntato sulla frutta sciroppata, ma ricco anche di suggestioni di menta, tabacco dolce, spezie orientali e cacao. Sorso caldo il giusto e semplicemente infinito in persistenza! APRILE: Albert Mann – Riesling Grand Cru Schlossberg 2013 Fiori bianchi a primavera, intessuti nel ventaglio idrocarburico diquesto