Primanteprima 2022. L’export delle dop segna +7% pari a 690 milioni di euro
Export da record delle Dop che dai dati ISMEA presentati nel corso della conferenza stampa di presentazione di PrimAnteprima portano a casa ben 690 milioni di euro (+7%).
Export da record delle Dop che dai dati ISMEA presentati nel corso della conferenza stampa di presentazione di PrimAnteprima portano a casa ben 690 milioni di euro (+7%).
OLTRE IL 97% DEL VINO PRODOTTO IN TOSCANA È DOP E IGP, questo il dato tra i più importanti al centro di BuyWine e PrimAnteprima che tornano a Firenze venerdì 10 e sabato 11 febbraio alla Fortezza da Basso rispettivamente la vetrina BtoB dedicata ai buyer internazionali e la giornata che apre ufficialmente la Settimana delle Anteprime di Toscana, atteso momento in cui la stampa di settore e gli addetti ai lavori degustano le nuove annate dei principali consorzi toscani. BuyWine e PrimAnteprima sono promossi da Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzati da PromoFirenze. Il coordinamento della comunicazione, l’ufficio stampa e i social, sono curati da Fondazione Sistema Toscana. BUYWINE TOSCANA. Venerdì 10 febbraio alle ore 11 in Fortezza da Basso (padiglione Spadolini) il taglio della manifestazione che vedrà 47 denominazioni Toscane presenti all’evento, circa 160 compratori provenienti da 39 paesi diversi, che si daranno appuntamento in Fortezza per incontrare 230 aziende toscane - selezionate tramite bando regionale - e conoscere 1400 etichette che i produttori hanno caricato nel catalogo online visibile ai buyer. Il catalogo, strumento chiave nella costruzione delle agende di incontri, permette ai buyer di vedere i dati tecnici di ogni referenza e scegliere in maniera più consapevole quale produttore incontrare PRIMANTEPRIMA, IL PROGRAMMA. Sabato 11 febbraio, presso il Cinema La Compagnia di Firenze, la manifestazione raddoppia con PrimAnteprima,
20 puntate non sono poche ma la famiglia Piccini 1882, gruppo vitivinicolo con sede a Casole d’Elsa (SI), ha molto da raccontare e lo fa senza alcuna pretesa di mettersi in mostra o peggio ancora di volere insegnare “il vino” anche se da 5 generazioni lo fanno e molto bene.
L’idea di diventare una Cesarina, nasce dalla mia necessità di creare e condividere uno spazio accogliente, e familiare appunto, con tutti coloro che amano la bellezza della natura, il calore di un camino acceso e la bontà della cucina di famiglia e di un tempo ormai perduto.
Nozzole Chianti Classico DOCG 2019 e l’anteprima dell’annata 2020 Nozzole è la moderna espressione di Sangiovese in purezza nella denominazione Chianti Classico DOCG della Tenuta di Nozzole dove, in un ecosistema unico di macchia mediterranea, nelle colline di Greve in Chianti, si rivela in tutta la sua potenzialità ed eleganza. In degustazione. Colore rosso rubino. All’olfatto piccoli frutti rossi, ciliegia sotto spirito, note speziate. Gusto: ampio, armonioso, tannini eleganti che ben accompagnano la corposità del vino La Forra Chianti Classico Riserva DOCG 2018 Un vigneto che, da un crinale, degrada in una gola; intorno, solo boschi e laghi. È qui, nella Tenuta di Nozzole, a Greve in Chianti, che nasce uno dei cru storici delle Tenute Folonari, la cui prima vendemmia risale al 1980. La Forra Chianti Classico Riserva DOCG è un vino in cui, la scienza viticola ed enologica, vengono applicate sapientemente; un esempio di come la tradizione, intesa come percorso storico del vino, sia stata presa in mano dall’innovazione. Per questo La Forra, da 40 anni resta l’espressione perfetta dello storico territorio di Greve, capitale del Chianti Classico fiorentino. In degustazione: colore rosso rubino . All’olfatto, aromi di marasca sotto spirito, frutti rossi maturi, scorza di agrumi, cacao e incenso. Al palato, decisamente ricco,
Non dovrebbe subire ritardi la vendemmia 2021 nel Chianti tra le più amate denominazioni italiane e con saldo prestigio all’estero, con una produzione in leggero calo ma di alta qualità. Lo dice il presidente del Consorzio Chianti Giovanni Busi « La produzione 2021 del vino Chianti sarà ridotta, a causa della gelata di primavera. Ma la qualità dell'uva è ottima. Le prime stime indicavano una riduzione della produzione del 30-40%. Per fortuna, le piante hanno reagito bene e, alla fine, il dato effettivo parla di un calo ma non così importante. Insomma, il danno è minore di quello che pensavamo. Possiamo tirare un piccolo sospiro di sollievo». Il 2021- aggiunge Busi- dovrà essere un anno di ripartenza anche per il comparto vino. In attesa dell’annata 2021, per il vino Chianti buone notizie circa le vendite: a giugno sono cresciute del 15% rispetto allo stesso mese del 2020. «Per la vendemmia 2021 – spiega Busi - abbiamo deciso una riduzione delle rese del 15% per mantenere in equilibrio la produzione e il mercato. Per fortuna il mercato sta riprendendo e il prodotto in magazzino c’è, quindi con questa decisione garantiamo un ritorno economico maggiore per la fase della produzione. L'obiettivo è quello di consolidare la
Non vi è ancora alcuna candidatura ufficiale ma le carte in regola ci sono per proporsi quale “Paesaggio culturale del Chianti Classico”, a patrimonio Unesco . Riconosciuto come uno dei territori del vino più belli del mondo, la Giunta Regionale della Toscana, ha approvato lo schema di protocollo d’intesa fra la Regione, i sette Comuni del Chianti Classico (Barberino Tavarnelle, Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Radda, San Casciano Val di Pesa) il Consorzio del Chianti Classico - e la Fondazione per la tutela del territorio Chianti Classico, con il lavoro e la direzione scientifica della Prof.ssa Arch. Paola Falini. , che sta studiando la candidatura ufficiale che si andrebbe ad aggiungere agli altri sette siti Unesco (sui 55 complessivi nel Belpaese) già presenti in Toscana: Firenze, Pisa, San Gimignano, Siena, Pienza, Valdorcia, Ville e Giardini Medicei. Il focus del progetto prevede l’inserimento del paesaggio qual elemento distintivo per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale dell’Unesco, di cui fanno già parte le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, i Paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato e la Val d’Orcia, che accoglie i filari di Sangiovese del Brunello di Montalcino. “. Insieme ai Sindaci ed alla Regione porteremo avanti un
Sempre in prima linea il Vino Chianti che come riporta lo stesso Consorzio Vino Chianti il primo trimestre dell’anno ha registrato un più 4% rispetto allo stesso periodo del 202° con circa un milione di bottiglie di vino in più.“I dati del primo trimestre sono un ottimo segnale che ci fa ben sperare anche per il resto dell’anno in corso – afferma Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti -. In questi mesi di stallo, come Consorzio non ci siamo mai fermati sia in Italia che all’estero. Il riferimento è per Vinitaly Chengdu 2021, svoltosi recentemente in Cina. Un mercato che- come aveva detto Giovanni Busi presidente del consorzio- nonostante la pandemia e le restrizioni vigenti, continua a mostrare interesse e apprezzamento per la denominazione. Siamo convinti che l’Asia possa diventare fra pochi anni uno dei mercati più importanti a livello mondiale per il vino“ . Non solo boom di vendite che nel 2020 hanno registrato un 1,2%in più, ma anche di ettolitri di Chianti che dal primo gennaio al 31 marzo, sono stati oltre 186mila. Un numero più alto rispetto ai quasi 179mila dello scorso anno e del 201..I numeri del Consorzio Vino Chianti: 3.000 i produttori, 15.000 gli ettari di vigneto con una produzione annua di circa
Villa Bibbiani una delle eccellenze vitivinicole toscane, impresa simbolo dell’area del Chianti Montalbano, ha ripreso a vinificare dopo l’imponente ristrutturazione delle cantine, oggi tra le più all’avanguardia in Italia. Motore del progetto è stato l’attuale proprietario: George Mc Carroll Rapier III, originario del Texas ed innamorato di questo angolo della Toscana. La tenuta collocata alle pendici meridionali del Colle Montalbano tra Capraia e Limite in Toscana, è dominata da una splendida villa cinquecentesca, circondata dal parco botanico, un gioiello d’epoca, ideato da Cosimo Ridolfi, esperto agronomo, che progettò la cantina con idee d’avanguardia. Le sue intuizioni in campo ed in cantina, considerata già nell’Ottocento un vanto di ingegneria, hanno permesso a Villa Bibbiani di diventare punto di riferimento per la produzione del Chianti Montalbano. Le cantine sono state ristrutturate e munite di sistemi innovativi che permettono tecniche di vinificazione di ultima generazione, senza dimenticare la tradizione. Nel lavoro si segue lo spirito che muove la squadra, ossia quello di valorizzare il territorio circostante e lavorare nel miglior modo possibile per ottenere etichette di alta gamma. I vigneti sono piantati a Sangiovese, re indiscusso del territorio, ma sono anche presenti Colorino e Canaiolo nero. Una parte è coltivata a Cabernet Sauvignon che in
Chianti e Morellino insieme per la promozione e partecipazione a fiere internazionali grazie a un finanziamento di 200mila ottenuto daAs.Co.t-Associazione Consorzi Toscani per la qualità Agroalimentare, costituita dai due enti ad agosto 2020. Chianti e Morellino insieme raggruppano 110 milioni di bottiglie e oltre 750 milioni di euro di giro d’affari annuo. Cifre che potranno rafforzarsi grazie al bando 3.2 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana. “Siamo felicissimi di questo risultato – commenta Marco Alessandro Bani (nella foto, sotto) direttore del Consorzio Vino Chianti e presidente As.Co.T – la recente scelta di unire i due consorzi in un’unica realtà si è rivelata vincente da subito oltre che apprezzata per la qualità dei progetti proposti”.