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Rubrica di Emanuela Medi
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Focus sulle bollicine e certamente appuntamento da non perdere  la XIV edizione  di Challenge Internazionale Euposia che si svolge dal 9 all’11 settembre a Castelnuovo sul Garda organizzato e promosso dal Gruppo l’Adige di Verona. Un comparto che si è consolidato nel tempo come analizza Giampietro Comolli presidente di Ovse-Ceves “Dal  Il Forum Spumanti Italia, a Valdobbiadene a settembre 2008, e poi successivamente in un incontro pubblico del G8 agricolo a Castelbrando nel 2009 appena prima del G8 dell’Aquila, il ministro dell’allora politiche agricole Luca Zaia – in base ai dati raccolti da Ovse Osservatorio e messi a disposizione – fu il primo a dare la informazione che stava nascendo una “epoca d’oro” dei vini con le bollicine nel mondo cui il Pianeta Prosecco non doveva mancare.  Ricordo che fu proprio il G8 dell’Aquila a sdoganare e a sancire la grande visibilità e lancio mondiale del Prosecco Spumante Valdobbiadene come unico aperitivo alle cene e pranzi ufficiali. Capi di Stato e di Governo con il famoso brindisi di Michelle Obama con tutte le donne e consorti presenti al summit e il bis richiesto dal presidente Obama alla cena dei saluti sancirono definitivamente il successo del Prosecco spumante Valldobbiadene..  La Docg di

Finigeto Il Ribaldo Barbera Doc Oltrepo’ Pavese – azienda Finigeto di Aldo Dallavalle  E’ l’Oltrepò Pavese, anche solo Oltrepò, terra vocata al paesaggio ambientale e al vino, senza alcuna aggiunta perché è da sempre così, ma con il vezzo dell’articolo sempre, alla lombarda! Siamo appena sotto il mitico 45° parallelo, quello citato in tutti i libri di viticoltura che indicavano la fascia prediletta alla coltivazione della vigna. L’incontro fra galassie terracquee ha creato i crinali, le valli, i pendii spesso irti e ripidi, scoscesi e difficili da coltivare, ancor meno condurre un trattore. Valle Versa, valle Scorzoletta, valle Scuropasso segnano la parte occidentale vitata della Doc Oltrepò Pavese, Igt provincia di Pavia. Prima di arrivare Montalto Pavese, a inizio paese sulla strada di crinale in località Cella,  c’è la azienda vitivinicola Finigeto  governata dal giovane Aldo Dallavalle. Produce il Nirò Pinot Nero riserva, di struttura e raffinato; il Baldo Bonarda dell’OP doc in purezza;  il 2005 brut millesimato metodo tradizionale Oltrepò Pavese Docg Pinot Nero, fresco e complesso. Ecco un Oltrepò Pavese che sfida, e vince, le furbate locali.  Aldo Dallavalle coltiva 32 ettari di vigna posti fra 250-350 mslm, su terreni difficili, non fertili ma profondi, su grandi placche di

Il recovery fund europeo ha immediatamente aperto una infinità di strade e progetti, infatti Il next generation UE è diventato lo strumento economico finanziario che può sostenere e mettere in pratica alcuni  di questi. Transizione eco ambientale, transizione digitale, transizione biodiversità e transizione economica dei sostegni e supporti alle imprese e alle strutture private sul territorio italiano , diventano  così veicoli fondamentali di raccordo fra innovazione/riforme anche vitali richieste dall’UE come “ conditio sine qua non” per l’assegnazione di fondi europei su progetti che abbiano una valenza strutturale, infrastrutturale e duratura. . Il Senato italiano stesso, le diverse commissioni e sottocommissioni parlamentari, ha attivato diversi contatti e incontri con esperti e figure nazionali “apportatori” di idee progettuali. La commissione istruzione e cultura del Senato ha attivato diversi incontri, fra cui quello con Alberto Conte presidente della associazione  Aps Movimento Lento con sede fra Biella-Vercelli. La recente audizione in videoconferenza su promozione di cammini interregionali e itinerari culturali alla presenza di Riccardo Nencini presidente, ha visto gli interventi di rappresentanti dell'Associazione italiana Via Romea Germanica, di Sviluppumbria, della Rete Cammini del Sud, dell'Associazione movimento lento, degli Amici del Cammino di Sant'Agostino. Fra questi anche l’importanza dei cammini di fede, di etica e di

La ministra Gelmini crea un tavolo per la Montagna. Bene, ma… 60 anni di abbandono e di chiusura di imprese hanno creato vulnerabilità fragilità del territorio. il PNRR deve coinvolgere tutta la spina dorsale nazionale che soffre. Multifunzione e poliservizio sono la base della nuova azienda agricola-sociale di Montagna da estendere anche alle Alte Colline sopra i 350 metri. Visione di territorio sull’agricoltore-residente più che sulla agricoltura circolare e resiliente. In Montagna conta di più la presenza dell’uomo-famiglia attiva-produttiva che le misure e i pilastri della PAC-UE che punta a ottimizzazione economica di grande impresa. La giovane famiglia-agricola in Montagna può fare molto, ma solo se risiede tutto l’anno, se  ha una impresa propria di rischio e di adattamento al cambio climatico-produttivo, se  ha servizi sociali e civili dall’asilo al pronto soccorso, una integrazione di reddito per le attività collettive svolte. Niente elemosina, niente presidio, niente sussistenza….ma un compenso diretto da impresa privata e una integrazione di reddito proporzionale alle attività sociali richieste e fornite.      Torno sul tema del piano nazionale di resilienza e ripresa, della transizione ecoambientale, della digitalizzazione, della sburocratizzazione degli uffici e…dei fondi Europei da investire con il Next Generation UE grazie alla recente decisione assunta –

Il recovery fund europeo ha immediatamente aperto una infinità di strade e progetti, infatti Il next generation UE è diventato lo strumento economico finanziario che può sostenere e mettere in pratica alcuni  di questi. Transizione eco ambientale, transizione digitale, transizione biodiversità e transizione economica dei sostegni e supporti alle imprese e alle strutture private sul territorio italiano , diventano  così veicoli fondamentali di raccordo fra innovazione/riforme anche vitali richieste dall’UE come “ conditio sine qua non” per l’assegnazione di fondi europei su progetti che abbiano una valenza strutturale, infrastrutturale e duratura. . Il Senato italiano stesso, le diverse commissioni e sottocommissioni parlamentari, ha attivato diversi contatti e incontri con esperti e figure nazionali “apportatori” di idee progettuali. La commissione istruzione e cultura del Senato ha attivato diversi incontri, fra cui quello con Alberto Conte presidente della associazione  Aps Movimento Lento con sede fra Biella-Vercelli. La recente audizione in videoconferenza su promozione di cammini interregionali e itinerari culturali alla presenza di Riccardo Nencini presidente, ha visto gli interventi di rappresentanti dell'Associazione italiana Via Romea Germanica, di Sviluppumbria, della Rete Cammini del Sud, dell'Associazione movimento lento, degli Amici del Cammino di Sant'Agostino. Fra questi anche l’importanza dei cammini di fede, di etica e di

Giampietro Comolli Finalmente ci si accorge che la biodiversità è un nostro grande patrimonio con il 16% , l’Europa l’8%  e dell’importanza di “salvare” il dna delle specie vegetali e botaniche che hanno segnato la vita, la ricerca, lo studio e il consumo di 2/4/6 mila anni di storia della società umana. Tutti oggi si riempiono la bocca di “ambiente, transizione ecologica, specie vegetali agricole”. Finalmente, non è “mai troppo tardi” diceva la lungimirante trasmissione Rai degli anni 1960-1970 del maestro Alberto Manzi,  un benemerito della TV di Stato quando era un vero servizio pubblico senza logiche di interessi personali.  Oggi la FAO, sentiti vari comitati tecnici scientifici accademici emeriti giuristi (bastava leggere quanto scritto da Ceves-Ovse www.ovse.org già 10 anni fa), lancia il messaggio che in un secolo si è perso il 75% delle specie utilizzate per la produzione in agricoltura, fonte di alimenti e cibo. Oggi scoprono che questa “dimenticanza-distruzione” è la principale causa della perdita di biodiversità in circa il 50% del suolo agrario del pianeta. Ripeto: abbiamo perso il 50% della biodiversità naturale e coltivata della nostra Terra. Vince la monovarietà, la monocoltura, la monoproduzione, Altro dato allarmante che dovrebbe essere oggetto quotidiano&continuo&pressan….quello che solo 4 multinazionali in tutto

L’analisi di Giampietro Comolli, presidente Osservatorio Ovvse-Ceves Alcune recenti ricerche e i sondaggi di fine anno 2020, compiuti anche da contatti-partners di Ovse-Ceves come Drinks Market Analysis e Euromonitor Food&Beverage, il comparto delle bevande alcoliche nel suo complesso ha registrato prestazioni migliori del previsto con anche canali e settori che hanno migliorato diversi dati degli anni 2018 e 2019. Fra i primi 20 mercati mondiali le perdite, anno su anno, sono state dell’8% in fatturato e del 5% in volumi. Molto meglio. Giampietro Comolli Le previsioni dei principali analisti prevedono che il 2024 sarà l’anno del pieno recupero, con qualche brand già in equilibrio a fine 2023, soprattutto per il vino e i vini spumanti. Quello che emerge è che l’ascesa verticale dell’e-commerce non diminuirà e crescerà più lentamente. Ci sarà una stabilità al ribasso per i volumi nella distribuzione moderna, mentre tornerà a crescere la distribuzione e la ristorazione commerciale. Tutti i più grandi esperti (anche in contrapposizione con diverse relazioni di molti istituti mondiali e anche italiani ) segnalano che è sempre più urgente adattare tutti i luoghi di consumo (off /on premise e serving places e consumer countres e in home) alle nuove regole imposte da una pandemia che

Tutti dicono e scrivono da anni che il petrolio dell’Italia è il turismo e l’enogastronomia e sicuramente è vero se le tante fonti di ricerca e indagini nazionali e straniere parlano di un fatturato annuo del 25-30% del PIL assommando i diversi settori e comparti di riferimento, dai viaggi ai ristoranti, dagli alberghi alle città d’arte, dai prodotti agroalimentari a quelli tipici Doc, dai teatri alle escursioni, dai monti al mare.   Sui fatidici 1800 mld/euro del 2019 vuol dire un giro di affari lordo intorno ai 450 mld, molti realizzati con esportazioni e con arrivi in Italia e dei 160 mld/euro di minor fatturato del PIL nel 2020 anno pandemico, circa il 60% è dovuto proprio alla debacle del nostro “oro nero”, seppur l’export è anche migliorato rispetto al 2019.  Il gap non solo va recuperato, ma si deve cogliere l’occasione per rilanciare, migliorare una offerta nazionale e internazionale. E’ anche da sottolineare che tutto l’insieme del mega comparto di riferimento è fortemente dipendente dal territorio: terreno produttivo, ambiente, clima, spazi, aree vitali di produzione, ma anche di servizi, arredi, condizioni, modelli e stili di vita. Molti dei servizi turistici, agroalimentari, enogastronomici, ricettivi si svolgono in territori nazionali che sono

Finigeto Il Ribaldo Barbera Doc Oltrepo’ Pavese – azienda Finigeto di Aldo Dallavalle  E’ l’Oltrepò Pavese, anche solo Oltrepò, terra vocata al paesaggio ambientale e al vino, senza alcuna aggiunta perché è da sempre così, ma con il vezzo dell’articolo sempre, alla lombarda! Siamo appena sotto il mitico 45° parallelo, quello citato in tutti i libri di viticoltura che indicavano la fascia prediletta alla coltivazione della vigna. L’incontro fra galassie terracquee ha creato i crinali, le valli, i pendii spesso irti e ripidi, scoscesi e difficili da coltivare, ancor meno condurre un trattore. Valle Versa, valle Scorzoletta, valle Scuropasso segnano la parte occidentale vitata della Doc Oltrepò Pavese, Igt provincia di Pavia. Prima di arrivare Montalto Pavese, a inizio paese sulla strada di crinale in località Cella,  c’è la azienda vitivinicola Finigeto  governata dal giovane Aldo Dallavalle. Produce il Nirò Pinot Nero riserva, di struttura e raffinato; il Baldo Bonarda dell’OP doc in purezza;  il 2005 brut millesimato metodo tradizionale Oltrepò Pavese Docg Pinot Nero, fresco e complesso. Ecco un Oltrepò Pavese che sfida, e vince, le furbate locali.  Aldo Dallavalle coltiva 32 ettari di vigna posti fra 250-350 mslm, su terreni difficili, non fertili ma profondi, su grandi placche di

Le previsioni sulla produzione e consumo di cibo in Italia, in Europa e nel Mondo oramai sono note almeno da 20 anni. Economisti e agronomi spesso non sono concordi, dibattono il tema. 9,7 miliardi di abitanti sul pianeta nel 2050, come dice l’Onu, impone una necessaria crescita produttiva ma senza erodere il suolo e curando i cambi climatici. Una sfida accademica di alto profilo che senza la politica mondiale e europea non può essere vinta. Già oggi produciamo alimenti sfruttando in certe aree il terreno come se non ci fosse un domani: la fertilità della terra non è infinita e l’uso eccessivo di prodotti non naturali crea altri grossi problemi. Non dimentichiamo che le quantità prodotte incidono sui prezzi, e solitamente la carenza di cibo disponibile è abbinato alla povertà dei paesi e delle popolazioni. Produrre-mangiare è il binomio che viene prima di ogni altro. Quindi anche la scelta della “produzione” diventa fattore determinante della “salute”, quindi la limitazione di certe produzioni deve andare di pari passo con cibi alternativi ma con le stesse proprietà nutritive. Produrre per la salute e sicurezza di tutti: questo deve diventare lo slogan della agricoltura del futuro europeo. Quindi produrre scegliendo e proporzionando i