Covid-19: dopo sei mesi il 76% dei pazienti convive ancora con almeno un sintomo
Da Wuhan, dove tutto è cominciato un anno fa, arriva lo studio più ampio mai condotto finora sulle conseguenze a lungo termine di Covid-19. Oltre 1.700 pazienti dimessi tra gennaio e maggio nella città cinese che ha ospitato il primo focolaio della pandemia sono stati seguiti fino allo scorso settembre. I pazienti guariti del tutto, ossia senza alcuna conseguenza sulla salute, sono in netta minoranza. Dopo 6 mesi dalla fase acuta dell’infezione il 76 per cento delle persone continua a convivere con almeno un sintomo correlato alla malattia. Per lo più spossatezza e debolezza muscolare, ma anche depressione, ansia e insonnia. Nei pazienti colpiti in forma più grave, inoltre, restano visibili nelle lastre i danni ai polmoni provocati dal virus. E, sorprendentemente, in molti casi nei mesi successivi alle dimissioni insorgono disfunzioni renali che non erano state diagnosticate nel corso del ricovero. Lo studio, pubblicato su Lancet, è stato condotto su pazienti con sintomi seri di Covid-19, tanto da richiedere un ricovero, ma non così gravi da rendere necessaria la terapia intensiva. Il sintomo che persiste con maggiore frequenza, come altri studi di dimensioni più piccole hanno già dimostrato, è la cosiddetta “fatigue”, un’eccessiva stanchezza fisica e mentale che rende improba qualunque attività