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Rubrica di Emanuela Medi
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Da Wuhan, dove tutto è cominciato un anno fa, arriva lo studio più ampio mai condotto finora sulle conseguenze a lungo termine di Covid-19. Oltre 1.700 pazienti dimessi tra gennaio e maggio  nella città cinese che ha ospitato il primo focolaio della pandemia sono stati seguiti fino allo scorso settembre. I pazienti guariti  del tutto, ossia senza alcuna conseguenza sulla salute, sono in netta minoranza. Dopo 6 mesi dalla fase acuta dell’infezione  il 76 per cento delle persone continua a convivere con almeno un sintomo correlato alla malattia. Per lo più spossatezza e debolezza muscolare, ma anche depressione, ansia e insonnia. Nei pazienti colpiti in forma più grave, inoltre, restano visibili nelle lastre i danni ai polmoni provocati dal virus. E, sorprendentemente, in molti casi nei mesi successivi alle dimissioni insorgono disfunzioni renali che non erano state diagnosticate nel corso del ricovero.  Lo studio, pubblicato su Lancet, è stato condotto su pazienti con sintomi seri di Covid-19, tanto da richiedere un ricovero, ma non così gravi da rendere necessaria la terapia intensiva. Il sintomo che persiste con maggiore frequenza, come altri studi di dimensioni più piccole hanno già dimostrato, è la cosiddetta “fatigue”, un’eccessiva stanchezza fisica e mentale che rende improba qualunque attività

Sono state  oltre 10mila le persone che hanno aderito alla manifestazione organizzata dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi ( FIPE) nelle 24 piazze allestite lungo tutta la penisola per esprimere i valori economici e sociali della ristorazione e dell'intrattenimento italiano. Imprenditrici e imprenditori hanno simbolicamente apparecchiato per terra, disponendo oltre 1000 coperti rovesciati a ricordare alla politica lo stato di emergenza nel quale versa il settore della ristorazione con 300mila posti di lavoro a rischio, 50mila aziende che potrebbero chiudere entro fine 2020 e 2,7 miliardi di euro bruciati solo per effetto dell’ultimo decreto. Protesta del tutto apolitica, pacifica e nel pieno rispetto delle regole, a dimostrazione del grande senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato gli imprenditori del settore. “Noi oggi siamo a terra ma non ci arrendiamo – sottolinea il Presidente della Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani -. Prima della pandemia davamo da mangiare a oltre 11 milioni di persone ogni giorno e vogliamo continuare a farlo. Oggi ci viene chiesto di sospendere la nostra attività per senso di responsabilità e per contribuire a ridurre l’impennata dei contagi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, pur sapendo che i nostri locali sono sicuri. Lo sappiamo perché lo dicono i dati e

Andrea Sartori, Presidente Consorzio per la Tutela dei Vini della Valpolicella Con una produzione di 64 milioni di bottiglie- in pratica una per ogni italiano!  un giro d’affari valutato in 600 milioni di euro e un export al 75% coperto per il 62,4% dal solo Amarone, la denominazione della Valpolicella, tra le più grandi in Italia si trova ad affrontare un momento delicato se già si parla di una perdita pari al 20% del fatturato.  Quale è realisticamente la situazione in termini di giacenze, mercato interno e export R. la perdita di fatturato del 20%  non è realistica perché non abbiamo ancora dati recenti forniti dal nostro organismo di controllo Siquria. Quello che le posso dire relativo ai primi mesi del 2020 è che i dati di imbottigliamento di amarone , recioto e valpolicella sono per ora ancora stabili, ma il calo si registrerà più avanti nei prossimi mesi. Per quanto riguarda le giacenze non userei questo termine perché abbiamo si, una sovrapproduzione ma facilmente smaltibile nei prossimi anni. Quanto al mercato interno e all’export è evidente che vi sarà-come per molti-una riduzione dei consumi che per noi avrà un impatto sulle vendite del 20-40% Produzione sostenuta, superficie vitata aumentata, pensate a un

Riproponiamo volentieri il report di Fabio Miletto primo ricercatore CNR del Marzo 2020 sull l’andamento Covid 19 in Italia e nel mondo Dott. Fabio Miletto Granozio, primo ricercatore Istituto Superconduttori, Materiali innovativi e Dispositivi (Cnr-Spin) del Consiglio Nazionale delle Ricerche Introduzione La diffusione del Covid-19 nel mondo ha indotto l’undici marzo scorso l’Organizzazione Mondiale per la Sanità a dichiarare lo stato di pandemia. Di tale pandemia l’Italia è in questi giorni il paese più colpito. Il superamento della Cina in termini di numero ufficiale di decessi appare imminente. Altri paesi, soprattutto in occidente, sembrano avviati sulla stessa strada. L’analisi dati che mostreremo, pur abbastanza elementare, permetterà di mettere in luce molte straordinarie somiglianze ed alcune importanti differenze nelle curve di diffusione dei contagi nei vari paesi. Partiamo dall’analisi della situazione italiana. La figura 1 mostra la curva dei contagi complessivi. Il grafico è in scala logaritmica. Su questa scala, com’è noto, un esponenziale viene graficato come una retta. La curva ha mostrato fino al 1° marzo un andamento ben interpolato da una crescita esponenziale con tempo di raddoppio di circa 2 giorni (curva rossa). Si tratta di un ritmo insostenibile, che avrebbe portato in soli 20 giorni il numero dei contagiati a moltiplicarsi di

Secondo le stime aggiornate della Commissione la pandemia di coronavirus comporterà una diminuzione del commercio globale tra il 10% e il 16% nel 2020. Per i 27 Paesi Ue la riduzione prevista dovrebbe essere compresa tra il 9% e il 15% per le esportazioni e l'11% e il 14% per le importazioni da paesi terzi (beni e servizi combinati), ciò equivale a una riduzione delle esportazioni extra-UE tra 282 e 470 miliardi di euro e una diminuzione delle importazioni extra-UE tra 313 e 398 miliardi (beni e servizi combinati). La crescente diffusione del virus ha spinto molti paesi a chiudere temporaneamente le imprese e limitare i viaggi e la circolazione delle persone. Queste misure porteranno a forti contrazioni nel livello della produzione economica, della spesa delle famiglie, degli investimenti e del commercio internazionale. Sebbene ci siano molte previsioni sulla crescita del PIL nel 2020, vi è una serie limitata di proiezioni commerciali per l’anno in corso, in particolare per il commercio dell'UE. L'analisi delineata nella nota pubblicata  il 5 giugno è uno dei pochi tentativi di prevedere l'impatto dell'epidemia COVID19 sui flussi commerciali che segue una prima valutazione del Chief Trade Economist di aprile e confronta i risultati con altre previsioni

Pur rimanendo la meta  più desiderata dagli stranieri con 711.400 menzioni relative al travel turismo effettuate prevalentemente sul web e sui social,  la mancanza dei turisti stranieri-dati ENIT-tra giugno e agosto sarà di -81,4%. Il dato in rosso maggiore quello del belpaese, rispetto alla Francia( - 80%) e Spagna( -77,5%), e certo non pareggerà i conti quel 40% di italiani che hanno sempre preferito la meta estera  per riconvertirla in un turismo locale. Un momento brutto confermato dai dati degli arrivi aeroportuali internazionali, appena 655.000  con la prospettiva di un visibile -71% dall’America. Non vanno meglio i dati relativi ai pernottamenti internazionali inferiori ai 108 milioni di euro. E il nostro paese si attrezza con la promozione costante di aree verdi, del turismo lento,  dell’enoturismo  ,dei borghi ,delle  piccole e grandi città d’arte. Tante le  proposte puntualmente riportate da vinosano.com che non dimenticano nessuno: famiglie, coppie, gruppi, single

Per il 74% degli Italiani giusto il “blocco” nazionale. Riabbracciare i propri cari e una cena al ristorante, i desideri più forti. É quanto emerge dalla prima rilevazione dell’Osservatorio Nomisma” Lockdown: come e perché sta cambiando le nostre vite, realizzata in collaborazione con Crif, su un campione di 1.000 italiani tra i 15-65 anni. Com’è l’umore degli italiani? Nelle ultime 3 settimane, evidenzia l’Osservatorio, soltanto il 14% è stato di buon umore, mentre il 43% ha vissuto alti e bassi dettati dalla situazione di incertezza e dall’isolamento. Il 41% è preoccupato soprattutto per la salute dei propri cari più che per la propria (22%). Peggiorano forma fisica, benessere psico-fisico ed economico  A risentire del periodo di quarantena è anche la forma fisica, peggiorata per 1 italiano su 2.. È il 60% di chi vive in spazi ridotti a dichiarare peggiorata la propria condizione mentale e psicologica. Per il 43% degli italiani anche il benessere economico della famiglia è in flessione. Nonostante gli effetti  dell’emergenza  durante le ultime 3 settimane il 20% degli italiani si è prodigato in iniziative di solidarietà che prima non era solito promuovere.  Gli Italiani  apprezzano le misure adottate dalle istituzioni  Il 74% ritiene, inoltre, giusto il lockdown ma  evidenziano che doveva essere imposto

Festa dei lavoratori amara ,” traditi  dallo stato e dalle banche”: la nota di Fipe( Federazione Pubblici  Esercizi)  che in occasione del 1° maggio rimarca la difficile situazione in cui versano imprenditori e dipendenti  del settore della ristorazione e dei fuori casa, costretti a rimanere chiusi per un altro mese.  Solo 40 imprese in Lombardia- rimarca la nota- hanno ricevuto i fondi da distribuire ai dipendenti.   Un 1 maggio che molti ricorderanno: alcuni dati, secondo l’ultima stima dell’Istat sono ferme due terzi delle industrie che dovrebbero gradualmente ripartire e in alcune zone del pase sono ripartite ma  l’Istat il 22 aprile ha fornito una memoria scritta alla Commissione industria, commercio e turismo del Senato nella quale si evidenzia che i provvedimenti di chiusura hanno riguardato in maniera più pervasiva l’industria: quasi i due terzi delle imprese industriali, che rappresentano il 46,8% del fatturato e il 53,2% del valore aggiunto del macrosettore, hanno dovuto sospendere la propria attività. Allo stesso tempo, nel terziario l’incidenza delle imprese che operano in comparti la cui attività è interrotta è del 43,8%, il 37,2% in termini di fatturato e il 29,9% in termini di valore aggiunto. La sospensione incide in misura maggiore nel comparto industriale anche dal punto di vista occupazionale. Ma quanti sono

Rischia di acuirsi con l’epidemia da coronavirus la miopia, complice la quarantena  che ha fatto lievitare il numero di ore trascorse davanti ai monitor dovuta, anche per l’avvento della didattica a distanza. Prediligere il computer allo smartphone, lubrificare regolarmente gli occhi con le lacrime artificiali ma soprattutto fermarsi ogni 20 minuti davanti a uno schermo e distogliere lo sguardo per almeno 30 secondi e, non appena termina la quarantena, passare più tempo possibile all’aria aperta, tra le 2 e 3 ore verso le 12.  Sono alcuni dei consigli che Matteo Piovella, Presidente della SOI – Società Oftalmologica Italiana, raccomanda per contrastare l’insorgere della miopia nei bambini ,il difetto viisivo più diffuso al mondo  che interessa nei paesi occidentali una persona su quattro e in Asia quasi il 100% dei ragazzi. Il momento più delicato è quello tra gli 8 e i 13 anni, l’età dove normalmente la miopia . Del resto, è ormai un dato di fatto che i nostri occhi rispondono a migliaia di stimoli digitali, e recenti studi hanno dimostrato che la maggior parte delle persone trascorre in media 8-10 ore (con picchi fino a 15 ore) guardando schermi a distanza ravvicinata. Ma è nell’età dell’evoluzione che si possono attuare importanti strategie per prevenire questo disturbo.  «I bambini che