Perché, “Parlare e Scrivere la Lingua della Cucina Italiana”
La gastronomia non è un insieme di ricette, ingredienti, prove , abilità, dedizione è cultura con la C maiuscola, Ma questo lo sappiamo, quello che è meno conosciuta è la sua dimensione letteraria perché storia della gastronomia e cultura gastronomica hanno una loro lingua: studiarla non solo permette di “ parlare scrivere la lingua della Cucina Italiana” ma anche di capirne l’influenza linguistica e culturale sulle altre tradizioni culinarie che consentirà poi di tradurre le altre lingue gastronomiche in italiano per la composizione di testi e saggi. Prenderà il via il prossimo 13 settembre, e durerà 4 settimane, il corso di alta formazione sul tema “Parlare e scrivere la lingua della cucina italiana”, per iniziativa del DIT (Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna), del Master in Storia e Cultura dell’Alimentazione (Università di Bologna), del Comune di Forlimpopoli e di Casa Artusi assieme a Ser.In.Ar. che ne cura la gestione. Milena Garavini “L’iter formativo – afferma Milena Garavini, sindaco del Comune di Forlimpopoli - nasce da un confronto fra l’Ateneo, Ser.In.Ar. e la nostra amministrazione, d’intesa con Casa Artusi, sulla volontà di promuovere attività e approfondimenti di carattere scientifico sul linguaggio gastronomico, a fronte del crescente interesse sul tema che proviene