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Rubrica di Emanuela Medi
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Le famose “escargots a la bourguignonne” non sono solo una specialità dell’alta cucina francese, le CHIOCCIOLE questo il loro vero nome derivante dal latino e dal greco” cosa dura,” come il guscio, sono un tipico piatto italiano nella versione, burro, aglio e prezzemolo. Ogni regione ha una sua ricetta ma molti non sanno che a Cherasco poco distante da Cuneo esiste l’Istituto  di Elicicoltura con un periodico che evidenzia come l’Italia per condizioni climatiche, ecocompatibili e alimentazione vegetale è ai primi posti al mondo per numero di allevamenti( 6000 impianti per ettaro) e fatturato annuo! Gli antichi  romani ne andavano ghiotti tanto che Apicio nel suo “ De Re Coquinaria” prescriveva di spurgarle nel latte, consiglio valido anche se mutuato in acqua acidulata( 20% di aceto bianco) e bollite con spezie e verdure per togliere dalle carni( non avendo le lumache un  apparato digerente) i pesticidi e le sostanze contenute nei vegetali di cui si nutrono. La lumaca contiene pochi grassi e molte proteine paragonabili al pesce tanto che una porzione di chiocciole ( circa 12) fornisce 80 calorie, ottimo per le diete. In realtà    farle ingrassare sono le salse e il burro. Ma perché sono tanto rare? Le cause sono

Le famose “escargots a la bourguignonne” non sono solo una specialità dell’alta cucina francese, le CHIOCCIOLE questo il loro vero nome derivante dal latino e dal greco” cosa dura,” come il guscio, sono un tipico piatto italiano nella versione, burro, aglio e prezzemolo. Ogni regione ha una sua ricetta ma molti non sanno che a Cherasco poco distante da Cuneo esiste l’Istituto  di Elicicoltura con un periodico che evidenzia come l’Italia per condizioni climatiche, ecocompatibili e alimentazione vegetale è ai primi posti al mondo per numero di allevamenti( 6000 impianti per ettaro) e fatturato annuo! Gli antichi  romani ne andavano ghiotti tanto che Apicio nel suo “ De Re Coquinaria” prescriveva di spurgarle nel latte, consiglio valido anche se mutuato in acqua acidulata( 20% di aceto bianco) e bollite con spezie e verdure per togliere dalle carni( non avendo le lumache un  apparato digerente) i pesticidi e le sostanze contenute nei vegetali di cui si nutrono. La lumaca contiene pochi grassi e molte proteine paragonabili al pesce tanto che una porzione di chiocciole ( circa 12) fornisce 80 calorie, ottimo per le diete. In realtà farle ingrassare sono le salse e il burro. Ma perché sono tanto rare? Le cause sono diverse:

“ab ovo usque ad mala”,” dall’uovo alla frutta” è l’espressione di Quinto Orazio Flacco poeta romano della fine del primo secolo A.C che  descrive così il probabile menu degli antichi romani. Ma perché? Come dice Giovanni Ballarini accademico della Cucina Italiana” uovo e mela sono entrambi alimenti sferici e la sfera è la figura della perfezione.. e se  gli alimenti di origine animale aprono da sempre il rito dei cibi, la frutta lo chiude in una sequenza incredibile di sapori”. Nel mondo mediterraneo fin dall’antichità, la frutta è un cibo pregiato e ambito, mangiata a tutti gli stadi della maturazione. Al primo posto vi erano i fichi freschi, conservati o fermentati e poiché le credenze popolari allora come oggi accompagnano spesso gli alimenti, il fico bianco era di buon augurio, quello nero di cattivo .Vengono in sequenza gli alberi da frutto di buon auspicio, il nocciolo, il sorbo, il pero, il corniolo, la vite, in particolare il melo meglio le mele i cui semi attecchiscono molto bene nel terreno mediterraneo dandone molteplici varietà( mela rossa, rotonda, pesca, bitorzoluta). Un eredità non trascurabile se pensiamo che l’Italia produce 2. 000.000  di tonnellate di mele l’anno da cui ne deriva un reddito

Le famose “escargots a la bourguignonne” non sono solo una specialità dell’alta cucina francese, le CHIOCCIOLE questo il loro vero nome derivante dal latino e dal greco” cosa dura,” come il guscio, sono un tipico piatto italiano nella versione, burro, aglio e prezzemolo. Ogni regione ha una sua ricetta ma molti non sanno che a Cherasco poco distante da Cuneo esiste l’Istituto  di Elicicoltura con un periodico che evidenzia come l’Italia per condizioni climatiche, ecocompatibili e alimentazione vegetale è ai primi posti al mondo per numero di allevamenti( 6000 impianti per ettaro) e fatturato annuo! Gli antichi  romani ne andavano ghiotti tanto che Apicio nel suo “ De Re Coquinaria” prescriveva di spurgarle nel latte, consiglio valido anche se mutuato in acqua acidulata( 20% di aceto bianco) e bollite con spezie e verdure per togliere dalle carni( non avendo le lumache un  apparato digerente) i pesticidi e le sostanze contenute nei vegetali di cui si nutrono. La lumaca contiene pochi grassi e molte proteine paragonabili al pesce tanto che una porzione di chiocciole ( circa 12) fornisce 80 calorie, ottimo per le diete. In realtà    farle ingrassare sono le salse e il burro. Ma perché sono tanto rare? Le cause sono

Si, e si trova ad Arquà Petrarca, piccolo paese dei Colli  Euganei a pochi chilometri da Parma. In questo paese si coltiva il” giuggiolo” un alberello dai rami contorti che i Veneziani importarono dall’Oriente. Ancora oggi alla metà di ottobre viene celebrata la festa del giuggiolo per la  completa maturazione dei suoi frutti dalla polpa dolce di colore biancastro, grandi come un’oliva e all’esterno di colore rosso bruno . Gli abitanti dei Colli Euganei hanno creato un liquore dall’ottimo sapore che hanno battezzato con il nome” brodo”, da qui il temine” brodo di giuggiole” a significare bevanda piacevole che manda in solluchero. Gli abitanti di Arquà hanno fatto di più aggiungendo mele cotogne, uve, melograno e frutti di fine autunno per creare dolci, confetture  cioccolatini ..Alcuni dicono che il successo di questo liquore creato dalle giuggiole macerate mescolate con altri frutti( il brodo) derivasse dal fatto che in passato  venivano aggiunti degli oppiacei.. Che il giuggiolo abbia una storia antica ce lo dice Erodoto che ne parla facendo assomigliare per dolcezza i suoi frutti ai datteri. Nei Paesi Arabi le giuggiole venivano utilizzate per combattere l’insonnia e anche guaritori greci e fenici ne facevano uso per decotti arricchiti da datteri e