“ab ovo usque ad mala”,” dall’uovo alla frutta” è l’espressione di Quinto Orazio Flacco poeta romano della fine del primo secolo A.C che descrive così il probabile menu degli antichi romani. Ma perché? Come dice Giovanni Ballarini accademico della Cucina Italiana” uovo e mela sono entrambi alimenti sferici e la sfera è la figura della perfezione.. e se gli alimenti di origine animale aprono da sempre il rito dei cibi, la frutta lo chiude in una sequenza incredibile di sapori”.
Nel mondo mediterraneo fin dall’antichità, la frutta è un cibo pregiato e ambito, mangiata a tutti gli stadi della maturazione. Al primo posto vi erano i fichi freschi, conservati o fermentati e poiché le credenze popolari allora come oggi accompagnano spesso gli alimenti, il fico bianco era di buon augurio, quello nero di cattivo .Vengono in sequenza gli alberi da frutto di buon auspicio, il nocciolo, il sorbo, il pero, il corniolo, la vite, in particolare il melo meglio le mele i cui semi attecchiscono molto bene nel terreno mediterraneo dandone molteplici varietà( mela rossa, rotonda, pesca, bitorzoluta).
Un eredità non trascurabile se pensiamo che l’Italia produce 2. 000.000 di tonnellate di mele l’anno da cui ne deriva un reddito