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Rubrica di Emanuela Medi
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Non solo i  grandi vini di alta quota nel nord dell’Italia, di scena quelli del sud, in particolare l’Etna. La storia di Cusumano inizia proprio in montagna, vent’anni fa, ma in un territorio particolare: Ficuzza in provincia di Palermo, a 700 metri sul livello del mare, nella riserva integrata di Piana degli Albanesi dove i Borbone costruirono la Reggia per poter cacciare in un territorio incontaminato.  Un luogo  come pochi dove  aria pulita e luce  favoriscono  la fotosintesi, ventilazione e, soprattutto, una forte escursione termica.  E andiamo ai premi: Sale alto 2019, l’ultimo nato di Ficuzza, ha ricevuto i 3 bicchieri della guida Gambero Rosso 2022. Si tratta del "vin du Terroir" di Ficuzza, ottenuto da Inzolia, Grillo e Zibibbo in parti uguali, vinificati separatamente e poi affinati insieme.  “ Per questo vino“,siamo andati contro corrente. - spiega Diego Cusumano - Abbiamo scelto di mantenere in parte della proprietà i boschi e la macchia mediterranea tipica della zona.  Anche questo- dice ancora Cusumano-  contribuisce alla qualità del vino. Abbiamo adottato una potatura a Guyot che non è comune in Sicilia. Ma una tenuta così particolare, per altitudine, per i boschi che la circondano, per il paesaggio che la caratterizza non poteva avere

“Ogni vino nasce in un luogo preciso perché è lì che sappiamo che darà il meglio di sé. Così ognuno può mostrare un carattere riconoscibile e preciso. Proprio come una persona”. Così i fratelli Diego e Alberto Cusumano raccontano  il loro modo di interpretare l’enologia che si concretizza in 6 tenute collocate in altrettanti territori con caratteristiche specifiche: ciascuna con un’identità precisa dove ogni vitigno si esprime al meglio. La conferma? I tre vini rossi, Disueri, Benuara e Alta Mora Etna Rosso Disuer: Il Nero d’Avola di Tenuta San Giacomo (Butera, CL).  Nella Tenuta San Giacomo la potenza naturale dei vitigni autoctoni e l’eleganza e la freschezza date dall’altitudine e dal terreno calcareo ricco di trubi bianchi trovano la loro perfetta sintesi nel Nero d’Avola. Camminando tra i filari di questo angolo della Sicilia Meridionale, sembra di vedere ovunque torrone bianco: la terra qui è calcarea dove riverbera il sole come fosse neve, anche d’estate. Il mare non si vede, ma è vicino (a circa 10 km) e si sente nel vento che soffia tra i filari a 400 metri di altitudine. C’è una forte escursione termica tra il giorno e la notte e questa fa sì che l’uva mantenga una forte

“Ogni vino nasce in un luogo preciso perché è lì che sappiamo che darà il meglio di sé. Così ognuno può mostrare un carattere riconoscibile e preciso. Proprio come una persona”. Così i fratelli Diego e Alberto Cusumano raccontano  il loro modo di interpretare l’enologia che si concretizza in 6 tenute collocate in altrettanti territori con caratteristiche specifiche: ciascuna con un’identità precisa dove ogni vitigno si esprime al meglio. La conferma? I tre vini rossi, Disueri, Benuara e Alta Mora Etna Rosso Disuer: Il Nero d’Avola di Tenuta San Giacomo (Butera, CL).  Nella Tenuta San Giacomo la potenza naturale dei vitigni autoctoni e l’eleganza e la freschezza date dall’altitudine e dal terreno calcareo ricco di trubi bianchi trovano la loro perfetta sintesi nel Nero d’Avola. Camminando tra i filari di questo angolo della Sicilia Meridionale, sembra di vedere ovunque torrone bianco: la terra qui è calcarea dove riverbera il sole come fosse neve, anche d’estate. Il mare non si vede, ma è vicino (a circa 10 km) e si sente nel vento che soffia tra i filari a 400 metri di altitudine. C’è una forte escursione termica tra il giorno e la notte e questa fa sì che l’uva mantenga una forte

Nell’azienda Cusumano 5 diversi territori danno vita 12 vini identitari. Raccontano la Sicilia, in lungo e in largo, nella sua varietà e nelle sue sfumature. Descrivono il fascino di una delle perle del sud Italia, una regione che sprigiona i suoi profumi e i suoi colori tra mare, colline e monti. Le cinque tenute Cusumano, distribuite nelle diverse aree dell’isola, offrono così un pezzo di Sicilia a tutto il mondo. "È la diversità che fa la differenza. Ogni vino che produciamo - spiega Diego Cusumano, titolare, insieme al fratello, dell’azienda Cusumano - trova in ciascuna di esse il terreno più adatto alla propria valorizzazione e ne racchiude in modo inconfondibile i profumi, i sapori, i colori”. Passiamo in rassegna le 5 tenute Cusumano: un assaggio per ogni territorio dall’identità distinta.  Tutto è cominciato dalla tenuta Ficuzza immersa nel bosco, a Piana degli Albanesi, tra Palermo e Trapani, su colline che superano i 700 metri sul livello del mare. L’altitudine, le temperature e il terreno consentono la realizzazione dello spumante metodo classico a 700 s.l.m. La seconda proposta è il Duseri, Nero d’Avola in purezza della Tenuta San Giacomo a Butera, terra calcarea con vitigni autoctoni a 400 metri di altitudine. Si

Nasce da un incontro tra il produttore di vino Diego Cusumano con un bambino rimasto a guardare impotente, i compagni di scuola risalire la vetta dell’Etna- senza una carrozzina studiata per il trekking- l’asta benefica organizzata dall’azienda vinicola in collaborazione con Christies’s. Oltre 61.000 euro raccolti il 21 novembre nel Salone dei Tessuti di Milano,, incantando le 9 opere su carta realizzate dall’artista Paolo Troilo nell’estate 2018 sull’Etna e le 10 magnum di vino Alta Mora proveniente da un vigneto di Nerello Mascalese centenario dipinte con le mani da Troilo (l’artista non utilizza i pennelli). La somma è destinata a finanziare le iniziative promosse dall’associazione Dynamo Camp e, tra queste, l’acquisto di una carrozzina da trekking che permetta ai giovani di partecipare ad attività ricreative nella natura di Oasi Dynamo. Video: L'Espresso ARTE + SOLIDARIETÀ = TYME TYME, acronimo di Thank You Mother Etna segna la collaborazione tra Alberto e Diego Cusumano con l’artista Paolo Troilo nata dall’attenzione condivisa per la madre di tutti i vulcani e contemporaneamente dal desiderio di rendere la natura e i suoi territori più selvaggi e affascinanti accessibili a tutti.  Il punto di arrivo sono nove opere su carta, realizzate tra le pendici e i crateri del vulcano attivo più alto