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Rubrica di Emanuela Medi
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Come annunciato ieri dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, sono stati sospesi per i prossimi 4 mesi i dazi americani. Sospirone di sollievo per i tanti prodotti agroalimentari( Parmigiano  Reggiano in testa)    italiani colpiti dall’amministrazione Trump, sollievo evidente per le imprese vitivinicole che se non colpite da dazi vivevano nell’incubo di perdere il mercato più importante  da cui dipendono per 1,6 miliardi di euro. Le più importanti associazioni  del settore non possono che ritenersi soddisfatte: per Paolo Castelletti segretario generale Unione Italiana Vini è“la “ventata di aria fresca”,  che rappresenta tutta la volontà di Europa e Usa a collaborare su più campi, in primis sulla pandemia e la produzione e distribuzione di vaccino, unica strada per far ripartire l’economia, le imprese e quindi anche le attività del mondo del vino” . Finalmente una buona notizia -  dice Micaela Pallini, Presidente del Gruppo Spiriti di Federvini - e naturalmente si tratta di un primo passo. Ci auguriamo davvero che questa tregua temporanea di 4 mesi possa trasformarsi in un accordo che superi la disputa Airbus - Boeing, sulla quale tra l’altro il nostro Paese non c’entra assolutamente nulla”.  E non poteva essere diversamente visto che causa l’applicazione dei

Vino, biscotti, pasta, per rispettivi valori in export (1.500 miliardi il vino), olio (400 milioni) pasta (300 milioni), biscotti e caffè: su loro potrebbe abbattersi la nuova penalizzazione dei dazi americani che da giorni tiene con il fiato sospeso più di due terzi dell’export di cibo italiano negli Usa, per un valore di circa 3 miliardi.  Da ottobre i principali prodotti coinvolti sono stati i formaggi ( Parmigiano Reggiano, Pecorino, Gorgonzola), salumi, olio, liquori  con effetti sull’economia italiana di 0,5 miliardi e un ben -20% delle vendite dei prodotti agroalimentari Made in Italy( Fonte Coldiretti). E se il nostro paese nulla a che fare con gli aiuti per l’Airbus dati invece a Francia, Germania e Spagna,” purtroppo ad andarci di mezzo sono gli agricoltori italiani che subiscono-dice Ettore Prandini presidente  Coldiretti- penalizzazioni che non li riguardano”. Non è da meno Alberto Mantovani, direttore generale Vinitaly che ricorda come anche la Francia sta subendo grosse perdite nel settore vini visto  che chiude con un calo di vendite negli Usa del 36% a valore per i vini fermi sottoposti all’extra dazio del 25% nel solo mese di novembre rispetto alla stessa mensilità del 2018. In attesa dell’esito delle consultazioni del commissario europeo

Voce comune  contro i dazi Usa il cui countdown è finito,  il 13 gennaio al termine della  procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio Americano (Ustr) sulla nuova lista allargata dei prodotti europei dopo che  la prima era entrata in vigore il 18 ottobre. Voce comune di Federvini , Unione Italiana Vini (Uiv) , Coldiretti ma soprattutto l’appello lanciato dalla Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova  che ha chiesto all’Europa “un’azione forte senza un minuto da perdere”, dopo che il Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, ha autorizzato gli Usa ad applicare un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari delle sanzioni alla Ue. Ora anche il richiamo di Cia-Agricoltori a che l’Europa deve unire le forze contro la minaccia americana che grava su olio e vino dopo aver pesantemente colpito i formaggi che potrebbero passare dall’attuale 25% a un possibile 50% con un grave danno per il tutto settore lattiero-caseario. Gli imprenditori italiani sanno quanto è importante il mercato americano il primo con 1,5 miliardi di euro e un peso sulle esportazioni totali oltreoceano del 35%. Da registrare sempre oggi la missione negli States, del Commissario al Commercio Phil Hogan (precedentemente all’Agricoltura) nella speranza che si possa avviare anche una soluzione diplomatica

Non c’è pace per il comparto agroalimentare italiano dopo  l’autorizzazione dell’ l’Organizzazione Mondiale del Commercio a che gli Stati Uniti possano imporre dazi sui prodotti europei. A rischio , secondo Coldiretti   una lista per un valore tra i 5-10 miliardi di dollari nei confronti dei prodotti europei . I più allarmati sono i prodotti caseari in particolare il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano che per voce del Presidente del Consorzio Nicola Bertinelli ,dice “ A rischio fino al 90% dell’export che per noi significa una perdita di circa 200 milioni di euro e 9 milioni di tonnellate di prodotto. ”. Il prezzo della doc emiliana in Usa passerebbe dalle attuali 40 dollari at a 60  dollari con il rischio tangibile per l’export senza contare che allocare 9 milioni di chili è impresa ardua con la conseguenza di un grave ribasso del prezzo in Italia. Ma è tutto il settore caseario in fibrillazione per possibili conseguenze sui prezzi del latte e loro derivati. Latte, formaggi la lista si potrebbe allungare – osserva Coldiretti-ai vini, salumi, pasta, olio: un comparto il cui export negli USA vale 4,2 miliardi di euro