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Rubrica di Emanuela Medi
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“La ristorazione di qualità , non solo è uno dei principali fattori attrattivi per i turisti stranieri che nel 2019 hanno assicurato consumi per spesa di oltre 9 miliardi, ma è anche un eccezionale veicolo di valorizzazione del nostro territorio, anche nelle zone rurali .” Dice in una nota Fipe/Confcommercio “Nel 2020 il turismo italiano ha visto cancellare 243mila posti di lavoro nel solo settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, per lo più giovani e donne. Questi dati – commenta Fipe – Confcommercio, dimostrano che investire nella ristorazione, oggi, significa investire nel futuro. Il governo ha dato semaforo verde alla ripresa del turismo internazionale e per noi è uno snodo essenziale per la ripresa del sistema paese. Non solo. La dichiarazione di intenti di oggi del ministro Garavaglia di voler puntare sull’enogastronomia è da condividere e rilanciare. Sono centinaia infatti gli chef, più o meno famosi, che con la loro professionalità e il loro coraggio hanno contribuito allo sviluppo economico di aree periferiche della nostra penisola. Puntare anche su di loro è il miglior modo per rafforzare un turismo slow, diffuso e sostenibile. Attenzione, non parliamo solo di enogastronomia, la ristorazione non è infatti volano per un made in

Legge approvata, tra le tante misure, ve ne sono alcune-poche- per il comparto vino: Sono 10 milioni di euro la misura per lo stoccaggio privato di vini Doc, Docg e Igt certificati o atti a divenire tali  detenuti in impianti situati nel territorio nazionale Previsto un credito di imposta per le reti di imprese agricole e agroalimentari aderenti alle “Strade del Vino”. Un contributo pari a 15 milioni di euro, da sfruttare nel triennio 2021-2023 per la realizzazione di infrastrutture informatiche per commercio elettronico. 3 milioni di euro nel triennio 2021 – 2023 per la valorizzazione della tradizione enogastronomica , delle produzioni agroalimentari e industriali italiane e della dieta mediterranea. Obiettivo, anche quello di contrastare il fenomeno  dell’abusivismo  meglio conosciuto come Italian sounding, che  preoccupa le eccellenze del nostro paese (da solo  il Sistema Prosecco ha all’attivo ben 135 azioni legali in tutto il mondo.

Barolo (Cuneo), riuscita prima su sei candidature : Bianco (Reggio Calabria), Duino Aurisina (Trieste), Montepulciano (Siena), Montespertoli (Firenze), Taurasi (Avellino) e Tollo (Chieti), ha già in programma ben 24 iniziative, alcune delle quali in collaborazione con Barolo&castle Foundation. ” Tra le tante iniziative- dice il presidente di Città del vino, Floriano Zambon, un Barolo dall’alto valore sociale.  Dalla storica e prestigiosa vigna “Cascina Gustava” a Grinzane Cavour, acquisita recentemente dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo (Crc), nascerà d’ora in avanti un Barolo da mettere all’asta e che sarà venduto con la formula “en primeur” (pre-imbottigliamento), il cui ricavato andrà a iniziative con finalità sociale”. Il progetto, promosso dalla Fondazione Crc, coinvolge la Scuola enologica di Alba, il Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e il Centro Enosis Meraviglia di Donato Lanati, a cui è stato affidato il processo produttivo. Nelle scorse settimane, gli allievi del VI anno della Scuola enologica di Alba hanno consegnato una parte delle uve dell’annata 2020, di fatto dando il via al progetto. Per loro, ci sarà l’occasione di seguire tutte le fasi e apprendere le tecniche della realizzazione di un vino di alta qualità come il Barolo, in un percorso didattico all’interno del corso

Non è poi andata così male per il comparto enogastronomico. Per non affaticare troppo i nostri lettori riprendiamo alcuni dati: Istat, il calo tanto atteso per l’export c’è stato ma meno drammatico di quanto era previsto -3,4 in valore sullo stesso periodo 2019 (parliamo ovviamente del primo semestre 2020), con un saldo di 2,9 miliardi di euro, di cui più di un terzo del totale proveniente dal Veneto.  In crescita regioni come la Sicilia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Liguria e Campania mentre in leggero calo sono il Piemonte e la Toscana, merito di una partenza ottima fermatasi con il Covid 19 in tutto il mondo che ha colpito e colpisce la ristorazione. Come sottolinea l’analisi della Fondazione Qualivita, la perdita si è registrata nei paesi asiatici, Usa, Regno Unito, mentre hanno retto meglio i mercati europei come la Francia,, la Norvegia, I Paesi Bassi e  nei paesi extra-europei male in Giappone  e Russia. In totale nei primi sei mesi del 2020 il calo globale in termini quantità è stato di-0,4% rispetto lo stesso periodo del 2019. Analisi interessante quella effettuata dall’Osservatorio  Signorvino i cui punti vendita sono distribuiti in tutt’Italia e che si fonda su una catena che registra una performance

Vitigni antichi e terreni minerali sono la miscela di eccellenza del Lazio. Nel Cinquecento carretti provenienti da Montefiascone partivano alla volta di Roma carichi di Est! Est!! Est!!! La leggenda narra che nel XII sec il vescovo di Augusta incaricò il suo coppiere a segnare le migliori osterie con la scritta Est! ovvero “c’è vino buono”! Per l’ottima qualità di Montefiascone egli ripeté tre volte “Est! Est! Est!”. Questo nettare famoso è un bianco secco da uve Trebbiano Toscano (detto Procanico), Trebbiano Giallo, Malvasia del Lazio e Malvasia Bianca. Il Viterbese è identificato come l’area della “Tuscia”  dove gli Etruschi furono i primi vinificatori. Su una collina tufacea del comune di Gradoli, si coltiva l’Aleatico da cui si ricava un vino liquoroso (versione unica in Italia) dagli aromi di violetta e visciole sotto spirito, previsto anche in versione Riserva dopo 24 mesi di rovere. Tipiche nell’area le ricette a base di pesce d’acqua dolce e il fagiolo bianco del purgatorio condito con aglio, salvia, alloro e sale. Sulla riva sinistra del Tevere, una scia di oliveti secolari delle cultivar Carboncella, Leccino, Raja, Frantoio, Olivastrone, Moraiolo, Olivago, Salviana e Rosciola permette la produzione dell’antichissimo extra vergine SABINA DOP, un olio d’oliva

La regina dei regali è l’enogastronomia preferita da un italiano su tre è la stima di Coldiretti nel penultimo fine settimana prima di Natale. Il budget messo a disposizione varia dai 100 - 300 euro per il 52% degli italiani ,sotto 100 euro per un 31% , il 14% dai 300 ai mille euro, pochissimi quelli disposti a spendere oltre i mille euro. Mano al portafoglio dunque complice la tredicesima per formaggi e salumi particolari, vini autoctoni con storia territoriale da raccontare, paste di grani antichi, conserve fatte in casa ,dolci regionali senza dimenticare il cenone e il pranzo all’insegna dei prodotti tradizionali di qualità. Ricerca e divertimento per rintracciare sapori da condividere anche con ricette e suggerimenti personali e pazienza se le festività natalizie saranno quest’anno più care rispetto il 2018 visto( dati Confcommercio) che per i regali gli italiani spenderanno  una media di 174 euro

E’ veramente Di TUTTO DI PIU’, BONTA’ il Salone delle Eccellenze Enogastronomiche dei Territori   che domani chiude a CremonaFiere( 9-12 novembre)  dopo 4 giorni di novità   e cibo di alta qualità provenienti da 16 regioni d’Italia con 2.000 prodotti artigianali dei territori Non solo cibo ma anche educazione alimentare, i nuovi trend del mercato che rispecchiano l’interesse dei consumatori e degli operatori del settore E ora qualche curiosità: presentato  il Mais corvino. Un tipo particolare di mais, dal chicco nero e allungato, che veniva coltivato dai Maya già nel 3.500 avanti Cristo ma che in Italia non si coltivava più dal 1700. Si tratta di un alimento che ha caratteristiche molto particolari: ha il doppio delle proteine e il 20% in meno di carboidrati rispetto al mais normale. Inoltre ha 20 volte tanto gli antiossidanti presenti nel mais comune. Carlo Maria Recchia, 26 anni, è un giovanissimo imprenditore agrario  il primo e unico produttore e distributore di Mais Corvino in tutta Europa. Nel 2010 il ragazzo riesce ad avere i primi 40 semi dell’antico cereale e per i successivi due anni li coltiva per moltiplicarli ed avviare la produzione.  Oltre alla farina l’ Azienda Agricola Maiscorvino produce farina, pasta, biscotti,