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Rubrica di Emanuela Medi
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La ristorazione sa che non si torna indietro e onestamente non si scoraggia riposizionandosi con mille nuove proposte. Certo i dati Fipe non incoraggiano  tra crolli di fatturato, chiusure, cassa integrazione e possibili licenziamenti ma  guidati  anche dai grandi chef la voglia di farcela c’è tutta. Ma cosa succede all’estero? Per tenere sotto controllo la ripartenza del contagio,   a sostegno del settore, il ministro del Tesoro inglese ha annunciato  un bonus in denaro, del valore massimo di 10 sterline (pari al 50% della spesa, fino a un conto individuale che arrivi a un massimo di 20 sterline, da moltiplicare per ogni componente della famiglia), da spendere al ristorante, previsto tra le misure del piano Eat out to help out. Può usufruire del voucher solo chi si reca in uno dei ristoranti o pub aderenti dal lunedì al mercoledì, fatta eccezione per il consumo di bevande alcoliche, che resta escluso dal bonus (come pure il take away). Lo sconto sarà stornato dal conto al momento del pagamento mentre spetterà al ristoratore rivalersi sullo Stato, chiedendo il rimborso del bonus dopo l’emissione dello scontrino,. Il bonus sarà attivo dal 3 al 31 agosto (e non c’è limite all’utilizzo da parte dei clienti .La misura-

Che l’Italia sia tra i primi paesi nell’export di vini all’estero, non è certo un mistero; in che zone del mondo sono più apprezzati i nostri vini ed in quale volume, è invece una bella domanda. La risposta è fornita dai dati elaborati da Nomisma per il Sole 24 Ore su dati delle Dogane, basati sui primi 10 mesi del 2019. Al primo posto della classifica dei vini bevuti all’estero (in valore) troviamo l’universo del Prosecco, nelle due Docg di Conegliano Valdobbiadene e Colli Asolani e le macro Doc che arrivano fino al Friuli, che hanno esportato complessivamente 870 milioni di euro (+17,6%). Successivamente, in seconda posizione, figurano i vini rossi Dop Toscani, vale a dire (in primis ma non solo) Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Chianti classico, che hanno fatto registrare un fatturato di 442 milioni di euro (+0,9%) [caption id="attachment_14411" align="alignnone" width="600"] Fonte Immagine: Il Sole 24 Ore[/caption] Terzo posto per i vini rossi Dop del Veneto con 232 milioni di euro (+7,8%), seguiti dai rossi Dop Piemontesi, Barolo e Barbaresco in prevalenza, che fatturano 225 milioni (+10,6%). Alla fine di questa speciale top 5 troviamo l’Asti Dop, con un valore complessivo di 103 milioni di euro (-5,7%) Esiste poi una

Momenti difficili anche se non drammatici per il vino italiano anche se i numeri ,come ricorda l’osservatorio Nomisma, nei primi 8 mesi del 2019 registrano una crescita delle spedizioni aumentata del +3% in valore ma comunque inferiore al +14% della Francia, che se la devono vedere con i dazi del +25% voluti dall’amministrazione Trump che ha però risparmiato lo Champagne ed i vini superiori ai 14 gradi,  costituiti per lo più dai vini bordolesi. Per nostra fortuna siamo esclusi almeno per il momento dalla lista dei “cattivi”. Gli esperti comunque invitano ad allargare il mercato americano per il momento confinato a New York per guardare ad altre importanti città come Los Angeles, Chicago. Il mercato estero sembra aver iniziato il 2019 positivamente e nei primi 5 mesi dell’anno (dati elaborati da ISMEA su base ISTAT) le esportazioni italiane si attestano sugli 8,6 milioni di ettolitri a volume (+11% rispetto agli stessi mesi del 2018), a fronte di una progressione del valore che ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro (+5,5%). Se i dati dei mesi successivi dovessero confermare questa tendenza, a fine anno potrebbero essere sfiorati i 22 milioni di ettolitri per un indotto che potrebbe raggiungere i 6,5 miliardi di