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Rubrica di Emanuela Medi
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“Servono aiuti economici mirati perché produrre uva in collina costa molto di più che non produrre uva in pianura- dice Marina Perinelli anima di Casale della Ioria, azienda storica del Cesanese del Piglio – tanto più ora- ribadisce la produttrice- che il vino è divenuto trainante per l’intero comparto agricolo che il nuovo Ministero dell’Agricoltura guidato da Francesco Lollobrigida intende rilanciare. E non a caso il nuovo nome sarà Masaf, ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e forestale anche perché il nostro è un settore che offre interessanti alternative occupazionali specie per i giovani in un momento di crisi dell’industria“. LA CIOCIARIA Tesoro prezioso e poco conosciuto l’alta Ciociaria (siamo nel Lazio)  dal grande fascino di un habitat  molto poco antropizzato custodito dalla presenza di poche case contadine rimaste dal dopoguerra che continuano a  lavorare la terra e a  coltivare la vite con metodi tradizionali. Un bene se si considera il ruolo inestimabile nel preservare l’habitat e l’ecosistema.  Fintanto che l’agricoltura di collina si mantiene tale questa impedisce le frane e aiuta a che le acque non si disperdano nel sottosuolo “. Caso unico – dice la Perinelli- in cui sono gli stessi contadini a preservare   il suolo attraverso l’irrigidimento delle acque.Vengono realizzati lungo

Vitigni antichi e terreni minerali sono la miscela di eccellenza del Lazio. Nel Cinquecento carretti provenienti da Montefiascone partivano alla volta di Roma carichi di Est! Est!! Est!!! La leggenda narra che nel XII sec il vescovo di Augusta incaricò il suo coppiere a segnare le migliori osterie con la scritta Est! ovvero “c’è vino buono”! Per l’ottima qualità di Montefiascone egli ripeté tre volte “Est! Est! Est!”. Questo nettare famoso è un bianco secco da uve Trebbiano Toscano (detto Procanico), Trebbiano Giallo, Malvasia del Lazio e Malvasia Bianca. Il Viterbese è identificato come l’area della “Tuscia”  dove gli Etruschi furono i primi vinificatori. Su una collina tufacea del comune di Gradoli, si coltiva l’Aleatico da cui si ricava un vino liquoroso (versione unica in Italia) dagli aromi di violetta e visciole sotto spirito, previsto anche in versione Riserva dopo 24 mesi di rovere. Tipiche nell’area le ricette a base di pesce d’acqua dolce e il fagiolo bianco del purgatorio condito con aglio, salvia, alloro e sale. Sulla riva sinistra del Tevere, una scia di oliveti secolari delle cultivar Carboncella, Leccino, Raja, Frantoio, Olivastrone, Moraiolo, Olivago, Salviana e Rosciola permette la produzione dell’antichissimo extra vergine SABINA DOP, un olio d’oliva