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Rubrica di Emanuela Medi
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Il fenomeno come rilevato uno studio di Assocamere estero è visibilmente cresciuto con oltre 600 prodotti dell‘Italian Sounding ovvero  quei prodotti che utilizzano denominazioni, colori e immagini che richiamano il nostro paese. Un consumo  aumentato durante l’emergenza pandemica, favorito dalla diminuzione dei prezzi scesi di molto rispetto gli originali che vale ben oltre 100 miliardi e che prolifera in questi giorni in Russia grazie all’embargo dei prodotti italiani. Eppure durante l’emergenza pandemica  aveva favorito l’agroalimentare italiano con le esportazioni che nel 2021 avevano raggiunto un valore di 52 miliardi di euro. Ma cosa” ci copiano”. I prodotti lattiero-caseari in primis, seguita dalla pasta , i prodotti a base di carne, vino e spumanti con l’incidenza maggiore nel mondo del beverage. Per Coldiretti il fenomeno interessa due prodotti agroalimentari italiani su tre e se fosse eliminato si potrebbero creare nel nostro paese 300mila posti di lavoro in più. L’indagine evidenzia un notevole abbattimento dei costi rispetto gli originali: vino(-44%), pasta( - 32%), caffè(- 30%), condimenti(-29%). I paesi dove è più diffuso  il fenomeno: Brasile con lo spumante, Polonia con i sughi e condimenti vari, la Russia con i prodotti lattierocaseari, Australia con i salumi e gli affettati, e ancora Brasile e

Onestamente nel cuore tutti se lo aspettavano e mentre ancora i caroselli di auto  e di persone accompagnavano ancora ieri il bus con la nazionale per le vie di Roma non sono pochi che traducono questa grande festa in una opportunità importante in termini economici  e perché no anche anche  per il made in Italy agroalimentare .  Quanto vale la vittoria della Nazionale guidata dal Roberto Mancini,  quasi un punto di Pil. Lo 0,7%, per la precisione, pari a 12 miliardi di euro, secondo le stime  della Coldiretti  che indica la vittoria della squadra azzurra un traino importante  sui mercati con aumento delle esportazioni made in Italy che, nel primo quadrimestre 2021, hanno già fatto segnare un +19,8% sullo stesso periodo 2020 sulla base dei dati Istat. Non c’è dubbio che la vittoria in Inghilterra - sottolinea la Coldiretti - è comunque una importante chance sui mercati esteri dove si forma una importante parte del Pil nazionale che, nel 2021, è già stimato in crescita attorno al 5%. 8  Come sottolinea il ct Mancini “Per fare un buon vino ci vuole un grande lavoro di squadra, non basta il singolo, come per qualsiasi obiettivo si voglia raggiungere, e i risultati si

Italia sempre più protagonista nelle vendite di vino negli Stati Uniti; Francia sempre in difficoltà per i dazi aggiuntivi. Secondo gli ultimi dati doganali elaborati dall'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor per wine2wine, nei primi 8 mesi di quest’anno l’Italia ha infatti recuperato oltre 370 milioni di euro sulla Francia e chiude l’estate con un ulteriore  1,16 miliardi di euro di vendite (+2,3% sul pari periodo 2019), contro una Francia mai così in basso e un trend in rosso del 25,7% (998 milioni di euro) Lo scenario, esattamente invertito rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è influenzato più dai dazi aggiuntivi che dal Covid-19. Basti pensare come oltre al -25,7% a valore della Francia – con i vini fermi a -32,5% –, anche Spagna (-11,8%) e Germania (-34,4%) registrano cali pesanti, che contribuiscono in maniera decisiva alla contrazione complessiva dell’import di vino statunitense sul periodo (-10,5%). USA: IMPORT TOTALE VINO (cumulato gennaio-agosto)TOTALE VINOValori (euro) 20192020Var %Totale Import       3.723.213.001        3.331.559.898 -10,5%di cuiItalia       1.134.731.726       1.160.864.9102,3%Francia       1.343.109.891           997.617.989-25,7%Nuova Zelanda           271.629.424           290.936.3947,1%Spagna           215.758.176           190.195.009-11,8%Australia           193.865.216           181.719.822-6,3% Elaborazione dati: Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base dogane  «L’Italia – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – oggi detiene una quota di mercato sulle importazioni Usa di vino che si avvicina al 35%,

Caffè come cultura, qualità, tradizione, gestualità, condivisione: per questa grande inimitabile bevanda, la più amata dagli Italiani,è stata  posta  la candidatura a patrimonio immateriale dell’umanità, Unesco.  Lo ha chiesto il Consorzio Espresso Caffè Tradizionale che per avvalorare la domanda ha creato  il Primo Disciplinare del Caffè Espresso assieme al Comitato Italiano del Caffè e all’INEI con l’obiettivo di definire le buone regole per ottenere il vero espresso nei bar e nelle caffetterie. Non poteva mancare l’appello alla Ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova  per promuovere la candidatura, presso gli organi competenti, come fatto dal governo di Ankara nel 2013 con il caffè turco. “ Un’operazione di identità e di promozione di una eccellenza italiana- osserva Giorgio Caballlini di Sassoferrato Presidente del Consorzio, famosa in tutto il mondo. Gli Italiani hanno inventato sia il caffè espresso che la macchina che si trova in tutti i bar. Attorno al chicco di caffè- dice ancora il Presidente- sono nate  occasioni di lavoro per tante persone e generazioni” E ora veniamo ai numeri: per volumi di esportazioni  l’Italia è il terzo Paese, dopo la Germania e il Belgio. I consumi annuali pro capite sono di 5,9Kg  in aumento rispetto il 2017. Il 95% lo beve

Il rapporto di Coldiretti presentato al Forum Internazionale dell’Agroalimentare in corso a Cernobbio, sembra confermare quanto i dazi Usa peseranno, a partire dal 18 ottobre, sui prodotti italiani, in particolare Parmigiano Reggiano e Grana Padano Tarocchi o brutte copie: in realtà questo settore ha avuto una crescita esponenziale negli Usa pari a 2,5 miliardi. Perché perdere questa gallina dalle uova d’oro con la mozzarella di bufala, il parmesan, la ricotta e via dicendo doppiati con nomi come il Romano Cheese, l’Asiago Cheese, o il Provolone Chees organic.  Tutti prodotti” apparecchiati” a Cernobbio su una tavola rappresentativa assieme alla Arrabbiata Sauce, il vino Chianti prodotto in California, i salami pregiati come il San Daniele, e il Classic Traditional Basilic Pesto ( ma dove lo trovano il pesto?).” Una pretesa inaccettabile- dice Ettore Prandini presidente di Coldiretti, un inganno per i consumatori e una concorrenza sleale” Tutti sperano nei benevoli rapporti tra il premier Conte e il presidente Trump, ma loro le lobby del formaggio americano, come altre certo non si fermano. E chi la perde la gallina dalle uova d’oro