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Rubrica di Emanuela Medi
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Il borgo toscano di Pitigliano sito a 313 metri sul livello del mare sorge su un promontorio tufaceo circondato da vallate di estrema bellezza; secondo una leggenda, la fondazione della città sarebbe dovuta a due romani: Petilio e Celiano; dalla fusione dei loro nomi sarebbe derivato Pitigliano Ma vediamola più da vicino  questa splendida cittadina etrusca: entrando in città si oltrepassano gli archi dell’Acquedotto Mediceo, imponente costruzione edificata dai Medici per l’approvvigionamento idrico degli abitanti. Il borgo ha più di sessanta vicoli tra cui le Vie sacre scavate nel tufo dagli etruschi per ricavare sbocchi di comunicazione e luoghi di culto. Le abitazioni conservano ancora i caratteristici stemmi gentilizi e le cornici di travertino alle finestre. Nel sottosuolo del paese si aprono gallerie con pareti alte anche venti metri e lunghe circa un chilometro, rifugio per la comunità ebraica fino al ‘400, Pitigliano viene definita infatti la “Piccola Gerusalemme” tanto che ancora  oggi permangono cantine e macellerie Kasher; visitabili il museo ebraico e la Sinagoga. Non lontano da qui Domenico Pichini, pitiglianese di nascita nei primi anni ’90 apre il suo ristorante il “Tufo Allegro”, dove all’interno sono visibili le caratteristiche pareti in roccia. Con grande attenzione alla provenienza e la

Certo, la Maremma selvaggia cantata dal Carducci non esiste più, ma in  questo che è ancora un luogo incontaminato si è imposto  un turismo internazionale  specie nord europeo che lo ha eletto tra i luoghi più felici  per trascorrervi una vacanza. Che la Maremma sia grande lo stabiliscono i confini che vanno dalle pendici dell’Amiata al mare, da Pitigliano all’Argentario, dalle  colline fino alla pianura regno dei butteri. Che la Maremma sia sempre più blasonata e non solo per censo dai Frescobaldi  ai veneti Zonin  e più recentemente i Mazzei di cui Francesco Mazzei è presidente del Consorzio  attivissimo sul fronte della denominazione  e delle modifiche al disciplinare. Non sarà solo il Sangiovese utilizzato   un tempo al 40%, il vitigno a bacca rossa il principale attore dei nuovi uvaggi ,ora con il nuovo disciplinare i produttori potranno utilizzare le varietà  Sangiovese, Cabernet Sauvingon, Merlot , Cabernet Franc, Syrah, Ciliegiolo da sole o congiuntamente,per un minimo del 60% . La Doc Maremma prevede la tipologia Riserva considerata chiave di volta per il rilancio della viticoltura maremmana . La Doc Maremma prevede la tipologia Riserva considerata chiave di volta per il rilancio della viticoltura e per il bianco l’introduzione del Viognier nell’uvaggio

Il borgo toscano di Pitigliano sito a 313 metri sul livello del mare sorge su un promontorio tufaceo circondato da verdi vallate di estrema bellezza; secondo una leggenda, la fondazione della città sarebbe dovuta a due romani: Petilio e Celiano; dalla fusione dei loro nomi sarebbe derivato Pitigliano. Entrando in città si oltrepassano gli archi dell’Acquedotto Mediceo, imponente costruzione edificata dai Medici per l’approvvigionamento idrico degli abitanti. Il borgo ha più di sessanta vicoli tra cui le Vie sacre scavate nel tufo dagli etruschi per ricavare sbocchi di comunicazione e luoghi di culto. Le abitazioni conservano ancora i caratteristici stemmi gentilizi e le cornici di travertino alle finestre. Nel sottosuolo del paese si aprono gallerie con pareti alte anche venti metri e lunghe circa un chilometro, rifugio per la comunità ebraica fino al ‘400; Pitigliano viene definita infatti la “Piccola Gerusalemme”, oggi permangono cantine e macellerie Kasher; visitabili il museo ebraico e la Sinagoga. Non lontano da qui Domenico Pichini, pitiglianese di nascita nei primi anni ’90 apre il suo ristorante il “Tufo Allegro”, dove all’interno sono visibili le caratteristiche pareti in roccia. Con grande attenzione alla provenienza e la stagionalità delle materie prime lo chef ripropone ricette tipiche maremmane con delle

Sessant'anni di attività, una grande professionalità e un grande cuore per il loro lavoro di vignaioli.  Un percorso produttivo che ha raggiunto ormai livelli di successo internazionale grazie a etichette pluripremiate che racchiudono tutta l’alta qualità e l’orgoglio del made in Italy. Tra le eccellenze della cantina di Fattoria Mantellassi, a Magliano in Toscana, una proposta perfetta per la bella stagione e per i piatti leggeri dal sapore di mare è quella di un abbinamento con un vino straordinario, Il Maestrale, vitigno ciliegiolo, un’uva che, in passato, era usata prevalentemente come complemento al Sangiovese ma che l’Azienda toscana ha trovato la sua più grande espressione vanificata in purezza, regalando un rosé dal piacevolissimo bouquet. La sua freschezza comincia dal nome, Maestrale, il vento di Nord Ovest che soffia in Maremma e che è di grande aiuto per un buon sviluppo delle viti e la maturazione delle uve. Infatti la sua peculiarità è quella di asciugare sia la vite sia il frutto evitando l’uso di tanti trattamenti parassitari. Un vino fresco e profumato e di pronta beva realizzato da uve molto precise vendemmiate giovani per mantenerne la giusta acidità. Si tratta di un vitigno tipico della zona, molto apprezzato non solo a livello locale

…dove anche un vino può parlare di magia… Visita alla Fattoria Mantellassi, a Magliano in Toscana, per ammirare i luoghi e degustare i suoi vini.  .Pronti a ripartire! La voglia di girare il mondo, di esplorare "l’altrove” ci ha fatto trascurare le bellezze del nostro Paese, date per scontate e talmente a portata di mano da farci dire “prima o poi ci andrò”.  Lo stop forzato di questi mesi e la chiusura momentanea delle frontiere diventa ora una reale possibilità di conoscere tanti luoghi che ci siamo persi.  La Maremma, ad esempio, è una terra tutta da scoprire. culla di cultura e di storia, ricca di borghi affascinanti e di una campagna dalla terra scura e dai colori inimitabili. Una meta straordinaria, un microcosmo perfetto dove mare, collina e montagna si fondono insieme. Insomma, un panorama perfetto per vivere una bella avventura. Ma la Maremma è anche un luogo di realtà produttive importanti legate in particolare al vino come la Fattoria Mantellassi, che si trova in un borgo in provincia di Grosseto, a Magliano in Toscana, una piccola perla che sorge su una collina ricoperta di ulivi e che fa parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino, associazione che opera per la valorizzazione

Cambia il disciplinare della Doc Maremma non solo per quanto riguarda  gli uvaggi  delle tipologie Rosso e Bianco Doc Maremma  ma anche viene inserita la menzione Riserva per entrambe le tipologie. Inoltre, primo caso in Toscana per vini Dop, “Il percorso per l’approvazione ministeriale di questa modifica è quasi giunto al termine –  ha detto Franceso Mazzei  presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana– e ora bisognerà aspettare che decorrano i tempi tecnici dalla pubblicazione della modifica in Gazzetta Ufficiale. È stato un percorso lungo e delicato, ma grazie alla determinazione del Consorzio e alla sinergia delle istituzioni siamo riusciti ad arrivare a questo traguardo che apre nuove interessanti prospettive“. Il Direttore del Consorzio, Luca Pollini spiega che “le modifiche più rilevanti del disciplinare di produzione della Doc Maremma Toscana contenute nella proposta da noi presentata ormai quasi 4 anni fa riguardano, innanzitutto, la nuova formulazione della base ampelografica” .In particolare, per la produzione della tipologia Rosso per la quale potranno essere utilizzate – da sole o congiuntamente e per un minimo del 60% – Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah e Ciliegiolo. Mentre per la produzione del Bianco Doc Maremma Toscana, accanto a Vermentino e Trebbiano toscano, sarà

La famiglia Moris dedita all’agricoltura da generazioni, partì circa duecento anni fa  dalla Spagna per raggiungere le colline Metallifere della Maremma toscana, allora terra vergine per la viticoltura. Nel 1988 girando per i vigneti piantati nella Fattoria Moris-Poggetti tra Massa Marittima e Follonica, Adolfo Parentini appena entrato in famiglia scoprì, assieme al giovane enologo Attilio Pagli, varie piante di Cabernet Sauvignon insieme al Sangiovese. Da qui l’idea coraggiosa di un vino barricato in stile moderno che avrebbe fatto la fortuna dell’azienda. L’Avvoltore, (chiamato così per il tipico rapace che vola tra le vigne della Maremma) è un blend di Sangiovese , Cabernet Sauvignon e  Syrah. L’estensione totale dei terreni oggi raggiunge i 476 ettari di cui 40 con vigneti nella DOC "Monteregio di Massa Marittima" e 60 in località Poggio la Mozza, di cui 30 ettari nella DOC "Morellino di Scansano" prodotto nella versione base e Riserva. I vigneti datati sono uno dei motivi dell’alta qualità e della fama del vino ottenuto. La cantina è tradizionale e originale con tini in cemento e legno per l’invecchiamento cui si accompagnano  attrezzature e tecnologie moderne. L’affinamento avviene nelle grotte medievali di Massa Marittima e nelle cantine della Fattoria Poggetti e Poggio la Mozza. Tra le

Il borgo toscano di Pitigliano sito a 313 metri sul livello del mare sorge su un promontorio tufaceo circondato da verdi vallate di estrema bellezza; secondo una leggenda, la fondazione della città sarebbe dovuta a due romani: Petilio e Celiano; dalla fusione dei loro nomi sarebbe derivato Pitigliano. Entrando in città si oltrepassano gli archi dell’Acquedotto Mediceo, imponente costruzione edificata dai Medici per l’approvvigionamento idrico degli abitanti. Il borgo ha più di sessanta vicoli tra cui le Vie sacre scavate nel tufo dagli etruschi per ricavare sbocchi di comunicazione e luoghi di culto. Le abitazioni conservano ancora i caratteristici stemmi gentilizi e le cornici di travertino alle finestre. Nel sottosuolo del paese si aprono gallerie con pareti alte anche venti metri e lunghe circa un chilometro, rifugio per la comunità ebraica fino al ‘400; Pitigliano viene definita infatti la “Piccola Gerusalemme”, oggi permangono cantine e macellerie Kasher; visitabili il museo ebraico e la Sinagoga. Non lontano da qui Domenico Pichini, pitiglianese di nascita nei primi anni ’90 apre il suo ristorante il “Tufo Allegro”, dove all’interno sono visibili le caratteristiche pareti in roccia. Con grande attenzione alla provenienza e la stagionalità delle materie prime lo chef ripropone ricette tipiche maremmane con delle