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Rubrica di Emanuela Medi
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Evviva il miele! uno degli alimenti più importanti e antichi non fosse altro perché felice custode di tanti cibi che la memoria storica avrebbe perduto e doppiamente custode per la conservazione degli stessi. Ma andiamo ad uno degli appuntamenti “ golosi” più importanti: il 18, 19 e 20 settembre 2020 si tiene a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, la 40ª edizione del Concorso Tre Gocce d’Oro – Grandi Mieli d’Italia, famoso come Premio Giulio Piana. Ne parlano a Gambero Rosso che ha dedicato il mensile al miele ,Lucia Piana, biologa, esperta in analisi sensoriale del miele e in melissopalinologia, e Claudio Porrini, entomologo del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna.  E poiché il concorso ha un focus su come si diventa assaggiatore, non possiamo che girare la domanda all’esperta. Come diventare assaggiatore.“L’analisi sensoriale (cioè l’assaggio) del miele- dice l’esperta- è una disciplina  importante quanto quella applicata al vino, all’olio o al formaggio. L’Italia è il Paese dove questa scienza si è più sviluppata e l’unico al mondo in cui esista anche un elenco ufficiale delle persone che hanno queste competenze, l’Albo Nazionale degli Esperti in Analisi Sensoriale del Miele, gestito dal CREA-AA. Per iscriversi all’Albo, gli

Che il 2019 sia stato un anno pesante lo indicano i dati: il mancato raccolto ha creato un danno di 73 milioni di euro e la produzione nazionale non ha superato i 150 milioni di euro. Eppure il nostro paese – tra i più controllati al mondo-detiene il record di oltre 50 varietà e vanta un settore importante con ben 60.000 apicoltori, 1.500 alveari censiti di cui il 50% stanziali il restante nomadi. Purtroppo come rilevato in molte occasioni, la delicata situazione climatica ha avuto un impatto determinante e negativo sulle api fattore che ha portato a una diminuzione tra miele e derivati dl 50% con punte, in alcune regioni, del 70% .. E non sarà migliore il 2020. Per rilanciare l’intero settore gli apicoltori italiani lanciano un grande campagna di sensibilizzazione al congresso dell’Apicoltura Professionale Italiana Aapi ( Grosseto 29 gennaio-2 febbraio) e non sono soddisfatti gli apicoltori di altri paesi come nel Nord America e in generale in tutta Europa tranne le zone molto a nord e in alta montagna dove si è registrato un incremento di produzione . Il mercato è sempre più condizionato da un prodotto che arriva dall’estero, dall’Asia in particolare, a bassissimo prezzo e adulterato,

Purtroppo non è una buona notizia: le api non stanno bene: i  cambiamenti climatici con fortissime piogge concentrate nel tempo, seguite a lunghi periodi di siccità, hanno causato un forte calo della produzione di miele in tutta Europa.  E l’Italia, purtroppo, non è da meno. Anche il tradizionale concorso dei mieli cremonesi  giunto alla 15° edizione, vede le ripercussioni di questa situazione. « Nel 2019- dice Esterina Mariotti, presidente dell’Associazione produttori apistici cremonesi- c’è stato un crollo del 70% della produzione». I suoi associati sono 150 e in totale, quest’anno, sono stati prodotti circa 40 mila kg di miele. Il concorso mieli cremonesi è molto interessante perché ha un duplice compito: la formazione degli apicoltori attraverso le schede di valutazione e gli assaggi. Ogni apicoltore può capire dai successi o dagli errori degli assaggi cosa può fare per ottenere un miele migliore. “ Un concorso non solo per gli addetti ai lavori-sottolinea la Mariotti- ma anche per i non apicoltori che devono essere informati e sensibilizzati su tematiche ambientali, visto che l’ape è un indicatore dello stato di salute del territorio. ». Uno degli elementi più importanti per la produzione del miele sono  i trattamenti sui tigli   che vanno fatti con prodotti non tossici

E’ il miele di Tepoa, regione orientale del Burkina Faso , nel cuore dell’Africa, l’ultimo prodotto a salire sull’Arca del Gusto. Frutto del lavoro delle api la cui sopravvivenza è a rischio in tutto il paese, martoriato dalle guerre, questo miele è un alimento importante e potrebbe diventare il simbolo di un riscatto culturale e alimentare della popolazione di Tepoa.

Ci piace sperimentare nuove vie di comunicare il vino: questa volta abbiamo optato per un’insolita versione grafica, con l’intento di esaltare convergenze e divergenze tra i quattro vini della linea “Sanct Valentin” di San Michele Appiano. Ma cosa accomuna i vini “Sanct Valentin”? Sicuramente il perfetto equilibrio tra potenza e finezza aromatica, risultato di un connubio ideale tra il “terroir” altoatesino ed una lavorazione mirata ad esaltare la ricchezza gustativa. E poi, la tanto discussa mineralità, connotato distintivo di tutti i vini migliori di questo territorio, frutto di luce, ventilazione e (probabilmente) dei suoli morenici. Tutto il resto varia, ed è per questo che, a nostro avviso, l’istogramma è la soluzione ideale. Una piccola legenda: Per “fruttato fresco” si intendono sentori che richiamano la frutta fresca ed acida come gli agrumi o la frutta nostrana non troppo matura Per “fruttato maturo” si intendono sensazioni di fruttata nostrana che tende alla confettura o di frutta esotica (mango, papaya, ananas, litchi ecc.) Per “floreale fresco” si intendono ricordi di fiori bianchi o gialli in piena fioritura. Per “floreale maturo” si intendono percezioni di fiori bottinati o di miele di millefiori Per “etereo” si intendono sentori evolutivi che ricordano prodotti “chimici” come, ad esempio, gli