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Rubrica di Emanuela Medi
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La ministra Gelmini crea un tavolo per la Montagna. Bene, ma… 60 anni di abbandono e di chiusura di imprese hanno creato vulnerabilità fragilità del territorio. il PNRR deve coinvolgere tutta la spina dorsale nazionale che soffre. Multifunzione e poliservizio sono la base della nuova azienda agricola-sociale di Montagna da estendere anche alle Alte Colline sopra i 350 metri. Visione di territorio sull’agricoltore-residente più che sulla agricoltura circolare e resiliente. In Montagna conta di più la presenza dell’uomo-famiglia attiva-produttiva che le misure e i pilastri della PAC-UE che punta a ottimizzazione economica di grande impresa. La giovane famiglia-agricola in Montagna può fare molto, ma solo se risiede tutto l’anno, se  ha una impresa propria di rischio e di adattamento al cambio climatico-produttivo, se  ha servizi sociali e civili dall’asilo al pronto soccorso, una integrazione di reddito per le attività collettive svolte. Niente elemosina, niente presidio, niente sussistenza….ma un compenso diretto da impresa privata e una integrazione di reddito proporzionale alle attività sociali richieste e fornite.      Torno sul tema del piano nazionale di resilienza e ripresa, della transizione ecoambientale, della digitalizzazione, della sburocratizzazione degli uffici e…dei fondi Europei da investire con il Next Generation UE grazie alla recente decisione assunta –

Era un’esigenza più che un sentimento fortemente percepita: la rivalutazione della montagna quale settore produttivo e occupazionale . Nasce così un tavolo tecnico scientifico voluto dal  ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini,  per arrivare ad una proposta di legge nazionale con l’obiettivo del rilancio di un territorio sempre più afflitto dallo spopolamento.  L’iniziativa   rivolta a tutti i protagonisti dei territori, dalle associazioni alle regioni, province e comuni si avvale di un  comitato, coordinato da Luca Masneri, sindaco di Edolo (Brescia), composto da 40 membri tra cui ricercatori, giuristi, professionisti e associazioni di categoria (maestri di sci, Cai, collegio nazionale guide alpine). A favore della montagna «è disponibile un fondo di complessivo di 800 milioni di euro, risorse che si sommano al contributo a fondo perduto, previsto dai decreti Sostegni 1 e 2, destinato proprio a quelle attività che hanno avuto maggiori danni per effetto dei lunghi periodi di stop, ed è quindi facile prevedere che una parte di queste risorse aggiuntive andranno ad attività economiche e turistiche che si collocano in comuni montani – Dice la Gelmini -.”  Sono montani oltre il 40% dei comuni italiani, lungo tutta la Penisola e hanno una loro specificità: che se ci limitiamo a guardarla con gli occhi ammirati del turista la vediamo nella sua bellezza, perché la montagna italiana non ha paragoni. Ma una cosa è visitare la montagna, altra cosa è viverla. Sono circa 8 milioni gli italiani che vivono stabilmente in montagna». Il suo  spopolamento- sottolinea ancora la ministra-non è un processo inesorabile ed irreversibile, non dipende semplicemente dall’orografia, ma dalle politiche pubbliche che vengono in essa implementate .In particolare, abbiamo operato per inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza il tema della montagna. Nella prima versione del Pnrr la montagna non era neppure citata».

Tutti dicono che il turismo e l’enogastronomia costituiscono un fatturato annuo del 25-30% del Pil assommando i diversi comparti di riferimento. Ora sui fatidici 1.800 miliardi di euro di Pil nazionale 2019 vuol dire un giro di affari lordo intorno ai 450 miliardi, molti realizzati con esportazioni di prodotti e con arrivi di turisti esteri in Italia. Dei 160 miliardi di euro di minor fatturato del Pil nel 2020, anno pandemico, circa il 60% è dovuto proprio alla debacle del nostro “oro nero”, seppur l’export sia anche migliorato rispetto al 2019. Il gap non solo va recuperato, ma  è anche da sottolineare che tutto l’insieme del mega comparto di riferimento è fortemente dipendente dal territorio, terreno produttivo, ambiente, clima, spazi, aree vitali di produzione, oltre che servizi, condizioni, modelli e stili di vita. E’ da sottolineare come molti dei servizi turistici, agroalimentari, enogastronomici, ricettivi si svolgono in territori che sono spesso disagiati, distanti dai centri abitati, in aree interne. Circa due terzi del territorio italiano è composto da luoghi di montagna e di collina, aree vulnerabili, delicate dove effettivamente da un lato si producono molti dei migliori prodotti tipici e alimentari nazionali, ma dove anche la vita sociale, civile e reddituale è molto precaria, poco servita, di basso livello, disagiata e quindi soggetta da decenni ad abbandono e a fughe all’estero o verso le aree metropolitane densamente popolate. Su 210.000 kmq, circa 90.000 kmq sono di montagna pura, il resto è suolo collinare alto. Da qui anche la chiusura di servizi nevralgici come pronto soccorso, farmacie, scuole, asili, negozi, supermercati, sanitari. Di questo ampio territorio nazionale, oltre il 55% si trova sopra i 500 metri di altitudine, in condizioni di altissima biodiversità naturale, ma anche di difficile coltivazione agraria e produttiva, per cui anche la redditività – per quei pochi rimasti – è molto bassa ed insufficiente per

Tutti dicono e scrivono da anni che il petrolio dell’Italia è il turismo e l’enogastronomia e sicuramente è vero se le tante fonti di ricerca e indagini nazionali e straniere parlano di un fatturato annuo del 25-30% del PIL assommando i diversi settori e comparti di riferimento, dai viaggi ai ristoranti, dagli alberghi alle città d’arte, dai prodotti agroalimentari a quelli tipici Doc, dai teatri alle escursioni, dai monti al mare.   Sui fatidici 1800 mld/euro del 2019 vuol dire un giro di affari lordo intorno ai 450 mld, molti realizzati con esportazioni e con arrivi in Italia e dei 160 mld/euro di minor fatturato del PIL nel 2020 anno pandemico, circa il 60% è dovuto proprio alla debacle del nostro “oro nero”, seppur l’export è anche migliorato rispetto al 2019.  Il gap non solo va recuperato, ma si deve cogliere l’occasione per rilanciare, migliorare una offerta nazionale e internazionale. E’ anche da sottolineare che tutto l’insieme del mega comparto di riferimento è fortemente dipendente dal territorio: terreno produttivo, ambiente, clima, spazi, aree vitali di produzione, ma anche di servizi, arredi, condizioni, modelli e stili di vita. Molti dei servizi turistici, agroalimentari, enogastronomici, ricettivi si svolgono in territori nazionali che sono

Un benvenuto al 2020 veramente speciale quello di Andrea Casta, l’artista famoso per il violino di ghiaccio con il suo archetto luminoso che salirà  il 9 gennaio in vetta ai 3100 metri del ghiacciaio Presena, per un concerto inedito in occasione della presentazione della seconda stagione dell’Ice Musical Festival. Uno scenario perfetto per realizzare le riprese mozzafiato della cover strumentale di Heaven, successo postumo di Avicii, affidandosi nuovamente ai film-maker Ervin e Loren Bedeli, che già avevano firmato Birth, ultimo episodio del suo progetto inedito The Space Violin Project. L’evento, ideato e realizzato dall’artista americano Tim Linhart insieme a un team locale, si svolgerà in un magico teatro di ghiaccio ottenuto dall’insieme di 4 igloo con una orchestra i cui strumenti sono realizzati interamente in ghiaccio dalla sonorità particolare, alla presenza di Andrea Casta e del suo incredibile violino con all’attivo circa 200 concerti in tutto il mondo.

Un terroir unico quello di Modigliana dove argille e formazione marnoso-arenacea sono divise da una linea netta  che separa i due mondi dell’Appennino tosco romagnolo: ” Ma è indispensabile, scrive Giorgio Melandri (grande cultore dei vini di Modigliana) che ai fini dello sviluppo del suolo non ascriviamo la componente biologica, quale la vegetazione e il bosco”.” "Un vero alleato delle vigne scrive Alessandro Liverani - il  bosco diventa    barriera fisica e biologica contro gli inquinanti,  difesa del microclima   e dei parassiti, regolatore dell’umidità e della temperatura : un moderno bodygard  a protezione del vigneto .  11 produttori , la piccola comunità della Stella dell’Appennino, che hanno  presentato  i loro vini in un recente evento realizzato da Giorgio Melandri  dei quali  continuiamo a descrivere le caratteristiche gusto-olfattive. VILLA PAPIANO:  La storia di questa azienda è una storia di confine in bilico tra Romagna e Toscana, i cui vigneti ad arberello  sono stati tutti mantenuti e restaurati. Agricoltura biologia  sostenibile  su terreni poveri  marnosi e di arenarie che  danno vita a a Sangiovesi e Trebbiani  di grande biodiversità DEGUSTAZIONE“ Strada Corniolo” Trebbiano 2018 : un Trebbiano definito di “trasparenza” per la sua impeccabile aderenza al territorio che lo diversifica dai più noti Trebbiani. Floreale

Parte Prima - Non me lo aspettavo questo sangiovese così inedito e affascinante: vini territoriali  li definisce Giorgio Melandri “narratore del vino” e anima del  progetto” Stella dell’Appennino” : una  comunità di 11 produttori i cui vini sono espressione di questa parte inedita dell’Appennino Romagnolo che fa capo a, Modigliana punto di incontri di tre vallate  Ibòla, Acerreta e Tramazzo ognuna diversissima per terroir, altitudine, paesaggio e  microclima. Una produzione di 10mila bottiglie di grande qualità  e unica nel saper esprimere i caratteri delle tre vallate: vini agrumati e speziati della valle di Ibòla, vini balsamici dall’inconfondibile sentore di alloro della valle di Tramazzo, vini fruttati( melagrana) e terrosi della Acerreta , tutti legati da una nota comune di freschezza con un grado alcolico moderato e tannini certamente di carattere ma mai troppo abbondanti. Insomma una bocca in cui giocano nel finale, tannino , acidità e nota salmastra la vera inconfondibile caratteristica di Modigliana  . DEGUSTAZIONE     11 produttori: di ognuno di loro diamo un piccolo profilo tratto dal libro   “ Stella dell’Appennino” scritto da Giorgio Melandri cui segue una breve degustazione del vino di punta della loro  produzione. AGRINTESA: cooperativa con sede a Faenza che unisce 135 soci nel territorio dei comuni di