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Rubrica di Emanuela Medi
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E’ imperdibile per gli appassionati il Jazz & Wine in Montalcino 2022 che porterà nella città del Brunello i maggiori protagonisti della scena jazzistica italiana e internazionale. Nei 6 giorni della rassegna si esibiranno musicisti del calibro di Richard Galliano, Ron Carter, John Patitucci, Paula e Jacques Morelenbaum, Mario Biondi e – in prima assoluta – l’Orchestra Nazionale Alexanderplatz.

Bellissimo Jazz con Alexanderplatz Jazz Club di Roma dal 20 al 25 luglio. E non poteva essere che Montalcino a ospitare la più celebre tra le manifestazioni jazzistiche che coniuga grandi nomi e nel caso il vino, meglio diciamo noi ,se Brunello della Cantina Banfi  Il programma dell’evento Si comincia martedì 20 Luglio, nella suggestiva Fortezza di Montalcino, con Stefano Bollani Trio: un concerto unico basato sull’improvvisazione.Mercoledì 21 luglio, Jazz & Wine si sposta a Castello Banfi: Morricone Stories, tributo a Ennio Morricone avrà come protagonista Stefano di Battista, che sarà affiancato dal sassofonista Stefano Di Battista il pianista Fred Nardin, il contrabbassista Daniele Sorrentino e il batterista André CeccarelliGiovedì 22 luglio si torna al Castello Banfi con “Improvvisazione di piano solo”, lo spettacolo in cui Danilo Rea, grande pianista italiani, che spazierà dai capisaldi del jazz alle canzoni italiane.Ancora in Fortezza  venerdì 23 luglio per il concerto dell’ ORCHESTRA Observatorium composta da alcuni di alcuni dei migliori musicisti del jazz italiano e diretta da Massimo NunziSabato 24 luglio, sempre in Fortezza, sarà all’insegna del swing con Emanuele Urso e il Sestetto Swing di Roma. Special guest Lorenzo Soriano. Domenica 25 luglio la chitarra di Alex Britti porterà il suo straordinario talento nella Fortezza di Montalcino. Con lui sul palco Flavio Boltro, trombettista eclettico e raffinato. La direzione artistica dell’evento è firmata da Paolo Rubei dell’ Alexanderplatz Jazz Club di Roma. Tutti gli spettacoli

Finalmente si respira aria di primavera e nell’Azienda Fornacina di Montalcino spuntano i primi germogli. Ci troviamo a 600 mt di altitudine, sulla sommità di una collina un tempo ricoperta di lecci, Montalcino in latino “Mons Ilcinus” significa infatti “monte dei lecci”. Quest’area oggi pullula di vigneti e, nel 1981 Ruggero Biliorsi vendemmia il suo primo Brunello, con la chiara idea di fare vino di qualità, seguendo i metodi tradizionali. I vigneti coprono una superficie totale di 5 ettari, di cui 3 sono distribuiti sul versante Sud, Sud- Est della collina montalcinese a 400 m. s.l.m. (vicino alla propria sede) e gli altri 2 ettari invece sono sul versante Sud di Montalcino, a Castelnuovo dell’Abate. Il terreno allora, si presenta piuttosto variabile, in alcuni punti è di medio impasto, in altri invece ha un PH decisamente più alcalino fino ad essere composto di solo galestro. Oggi alla guida della Fornacina ci sono Simone e Mauro, figli di Ruggero che, assieme alla preziosissima consulenza dell’enologo Attilio Pagli e l’agronomo Folco Giovanni Bencini, mantengono vivo il legame con questa terra d’origine. Nel 2004 l’azienda diventa biologica e da questo momento viene regolarmente ispezionata da I.C.E.A., (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale)

Più 35% per il Brunello di Montalcino per l’annata 2015, numeri decisamente più alti se di mezzo non ci fosse stata la pandemia. A dirlo, lo stesso Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. Consorzio del Vino Brunello di Montalcino “Sono circa 9 milioni i contrassegni Docg consegnati nel 2020 dal Consorzio per altrettante bottiglie di Brunello di Montalcino pronte alla vendita. Il dato registrato da Valoritalia è superiore (+12,2%) rispetto alle bottiglie immesse sul mercato nel 2019 e alla media degli ultimi 5 anni (+4,3%)”. Quindi Brunello superstar “Alla sua prima stagione di vendita (da quest’anno è in commercio la riserva) – continua la nota – l’annata 2015 ha già fatto meglio dei due millesimi precedenti rispettivamente del +53% del +32%“. E se l’annata 2016 si conferma altrettanto importante, dicono dal Consorzio  “anche per questa vi saranno numeri interessanti – per cui tra novembre e dicembre scorsi sono stati richiesti 2,7 milioni di contrassegni Docg per altrettante bottiglie pronte ad essere distribuite nel mondo “.  Un risultato positivo quindi che avrebbe avuto in condizioni normali ,una crescita maggiore almeno doppia  se non fosse stata rallentata dal Covid che ha segnato un calo di vendite nei mesi tra Maggio e dicembre mentre sono state nel 2020(-1% a oltre 1 milione

Certo non possiamo chiudere Wine week senza ricordare l’altro importante evento la Vendemmia di , Montenapoleone, ideata da Montenapoleone District e realizzata in collaborazione con il Comitato Grandi Cru d’Italia. Punto di incontro tra le grandi cantine nazionali e internazionali  i global luxury brand in quel famoso quadrilatero che i snoda tra Via Montenapoleone. Via Sant’Andrea,, Via  di santo Spirito, Via del Gesù,. Una delle novità di questa undicesima edizione è la partnership con Tannico che attraverso la sezione “ Wine Shop” della nuova App è possibile acquistare i vini degustati in boutique. Tra le celebrities la nota azienda Banfi di cui ricordiamo la storia. Banfi, conosciuta in tutto il mondo per il suo Brunello, è di proprietà della famiglia Mariani che, tra il 1978 e il 1983, ha fondato Banfi a Montalcino. Una tenuta di 2830 ha. in un’unica porzione di cui, circa un terzo, è coltivato a vigneto specializzato e il resto è ricoperto da boschi, olivi, susini, cereali e altre coltivazioni. Nel 1979, i Mariani acquistano, inoltre, una storica cantina piemontese, oggi Banfi Piemonte, che rappresenta la perfetta unione tra la secolare tradizione spumantistica piemontese, e l’esperienza enologica maturata in Toscana. L’amore per la Toscana ha recentemente avvicinato Banfi a nuovi territori,

Bottega presenta la nuova acquisizione  tenuta Domus Vitae in occasione di Benvenuto Brunello , la nota manifestazione che si tiene dal 21-24 febbraio  a Montalcino. Domus Vitae, situata a Montalcino, nella parte sud-ovest della denominazione, in prossimità del borgo di Camigliano è una proprietà di grande estensione: conta complessivi 83 ettari, di cui 13 coltivati a vigneto e 70 boschivi. Questi ultimi determinano un microclima particolarmente favorevole alla maturazione di uve di qualità. Un cassero senese dell'800, un tempo struttura a difesa del territorio, ospita la cantina destinata alla vinificazione e alla maturazione dei vini del territorio. Quest’anno sarà protagonista il vino ottenuto con uve della vendemmia 2015.Ormai da anni l’azienda trevigiana ha esteso a Montalcino la propria produzione di vini di qualità con l’obiettivo di offrire al consumatore con lo stesso brand le eccellenze enologiche italiane. In Toscana, oltre ai vini dell’area Montalcino, Bottega produce un Bolgheri Rosso Doc, un Chianti Classico Docg Riserva, un Chianti Classico Docg e un Chianti Docg In occasione di Benvenuto Brunello Bottega presenterà anche il Rosso di Montalcino, annata 2018, che insieme al Brunello Riserva Prêt-à-Porter e al Sant’Antimo compone la gamma dei vini Bottega della denominazione. Il packaging del Brunello Riserva Prêt-à-Porter è stato

L’azienda Cerbaiona, une delle perle di Montalcino, ha scelto di non vendere l’annata 2015 del suo famoso Brunello di Montalcino e di limitarsi alla produzione del Rosso di Montalcino 2015: una scelta annunciata dal distributore di vini e distillati Pellegrini S.p.A. Il 2015 è stato senza dubbio un anno straordinario per il Sangiovese, motivo per cui la decisione di Cerbaiona potrebbe risultare non comprensibile. In realtà si tratta di una scelta aziendale voluta dai nuovi proprietari che sono succeduti a Diego e Nora Molinari “Il Rosso di Montalcino 2015, in uscita a gennaio, è un prodotto dalla storia insolita- dice Matthew Fioretti Menaging Partner% Technical Director di Carbonaia- poiché nasce come blend di due vini: per il 20% è Rosso di Montalcino, mentre il restante 80% destinato a divenire Brunello. Molti parlano di declassamento- precisa Fioretti – in realtà l’abbiamo convertito a Rosso dopo aver stabilito di non produrre il Brunello di Montalcino 2015. La decisione è stata presa in seguito al riassetto fatto all’azienda in occasione del nostro insediamento come nuovi proprietari: ristrutturazione della cantina, nuovi impianti, marketing diversificato. Sono quindi arrivato alla conclusione che, forti degli elogi e dei riconoscimenti , dovevamo rinunciare a mettere sul mercato l’annata 2015 del prodotto