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Rubrica di Emanuela Medi
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“Ogni vino nasce in un luogo preciso perché è lì che sappiamo che darà il meglio di sé. Così ognuno può mostrare un carattere riconoscibile e preciso. Proprio come una persona”. Così i fratelli Diego e Alberto Cusumano raccontano  il loro modo di interpretare l’enologia che si concretizza in 6 tenute collocate in altrettanti territori con caratteristiche specifiche: ciascuna con un’identità precisa dove ogni vitigno si esprime al meglio. La conferma? I tre vini rossi, Disueri, Benuara e Alta Mora Etna Rosso Disuer: Il Nero d’Avola di Tenuta San Giacomo (Butera, CL).  Nella Tenuta San Giacomo la potenza naturale dei vitigni autoctoni e l’eleganza e la freschezza date dall’altitudine e dal terreno calcareo ricco di trubi bianchi trovano la loro perfetta sintesi nel Nero d’Avola. Camminando tra i filari di questo angolo della Sicilia Meridionale, sembra di vedere ovunque torrone bianco: la terra qui è calcarea dove riverbera il sole come fosse neve, anche d’estate. Il mare non si vede, ma è vicino (a circa 10 km) e si sente nel vento che soffia tra i filari a 400 metri di altitudine. C’è una forte escursione termica tra il giorno e la notte e questa fa sì che l’uva mantenga una forte

E’ una vicenda che si trascina da tempo senza una soluzione definitiva. Purtroppo solo 11 vitigni saranno “distintivi”- termine che indica l’antico legame con il territorio e di conseguenza inseriti e designati in etichetta-con il nome di un luogo geografico o di origine-diventandone un tutt’uno . Così sembra dalla voci che arrivano dal Ministero Politiche Agricole (ministra Teresa Bellanova) nel panorama di oltre 400 vitigni nazionali più o meno interessati e legati alla produzione di un vino Docg, Doc, Igt . Già dal 1967-1980 in poi,   furono autorizzati e anche raccomandati alla coltivazione in una o più Regione italiana, certificati spesso in purezza al 100% in diversi vini ,oggi anche molto rinomati In Europa fu contestato all’Italia l’uso del termine “distintivo” – inteso come parte integrante delle Denominazioni di Origine stesse quindi sotto tutela – in quanto sembrava un escamotage, mentre altro non è che quello stretto rapporto con il territorio  nel quale per secoli  sono stati prodotti questi vini che sono diventati fiori all’occhiello dell’enologia italiana, proprio anche per il metodo produttivo, o per la tipologia e caratteristica, per la purezza dell’utilizzo dell’uva stessa diversa da altra cultivar anche limitrofa e molto simile. Una esclusività e una protezione

“Ogni vino nasce in un luogo preciso perché è lì che sappiamo che darà il meglio di sé. Così ognuno può mostrare un carattere riconoscibile e preciso. Proprio come una persona”. Così i fratelli Diego e Alberto Cusumano raccontano  il loro modo di interpretare l’enologia che si concretizza in 6 tenute collocate in altrettanti territori con caratteristiche specifiche: ciascuna con un’identità precisa dove ogni vitigno si esprime al meglio. La conferma? I tre vini rossi, Disueri, Benuara e Alta Mora Etna Rosso Disuer: Il Nero d’Avola di Tenuta San Giacomo (Butera, CL).  Nella Tenuta San Giacomo la potenza naturale dei vitigni autoctoni e l’eleganza e la freschezza date dall’altitudine e dal terreno calcareo ricco di trubi bianchi trovano la loro perfetta sintesi nel Nero d’Avola. Camminando tra i filari di questo angolo della Sicilia Meridionale, sembra di vedere ovunque torrone bianco: la terra qui è calcarea dove riverbera il sole come fosse neve, anche d’estate. Il mare non si vede, ma è vicino (a circa 10 km) e si sente nel vento che soffia tra i filari a 400 metri di altitudine. C’è una forte escursione termica tra il giorno e la notte e questa fa sì che l’uva mantenga una forte

Incontrare Salvo Foti a Roma è stato come percorrere quel pezzo di Sicilia che va dall’Etna fino a Ragusa , territorio che produce  vini densi e ricchi  al contempo austeri , schivi, profondi e tesi oppure avvolgenti e cordiali. Ospite dell’enoteca Wine Concept di Roma, ho degustato (con la guida di Salvo Foti) quattro vini della cantina ragusana “I Gulfi”  proposti in abbinamento a tre specialità gastronomiche selezionate da Grazia, la calorosa padrona di casa.

"Vittoria, il vino, la vigna, i muretti a secco" - dice una delle più conosciute donne del vino Italiane, Arianna Occhipinti. "Questa è la mia terra, il sole che sorge dai Monti Iblei e si diffonde tra i filari di fossa di Lupo, la mia contrada, tingendo la sera di rosso le terre pettinate da un vento dolce che sa essere anche violento. Amo l’asprezza di questi luoghi sconosciuti a molti, dove si racchiude tutta la mediterraneità della Sicilia”. Arianna solare, determinata, sbrigativa, forte donna del Sud, ci piace la sua sincerità e anche la sicurezza di chi ha faticato per un progetto di vini di alta qualità e c’è riuscita.