Quella che noi oggi chiamiamo “Settimana santa”, vale a dire il periodo che va dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua, e che costituisce il tempo lungo dell’antica Pasqua, nasce soprattutto dal bisogno di rivivere, rappresentandoli come su una scena condivisa da tutto il popolo dei credenti, gli eventi che si succedettero dall’acclamazione che accolse Gesù al suo arrivo a Gerusalemme, oggi Domenica delle palme alla sua resurrezione .
Da questo bisogno di storicizzare e rivivere, è nata una complessa liturgia nella quale anche il teatro moderno ha le sue più profonde radici. Di questa liturgia, di come si è formata nei secoli, la prima e più importante testimonianza è quella una donna: Egeria. Nota anche come Etheria, è vissuta nel IV secolo, il secolo in cui, occorre non dimenticarlo, per la prima volta la religione cristiana era stata accettata ufficialmente e l’imperatore stesso, Costantino, si era convertito. Il secolo in cui un’altra donna, Elena, la madre dell’imperatore, secondo la tradizione, si era recata in Terrasanta e, trovata la croce e altri oggetti della Passione aveva effettuato il primo grande trasferimento del sacro in Occidente.
Di Egeria, invece, per tanto tempo non abbiamo saputo nulla, solo a fine Ottocento, il fortuito