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Rubrica di Emanuela Medi
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E’ una vicenda che si trascina da tempo senza una soluzione definitiva. Purtroppo solo 11 vitigni saranno “distintivi”- termine che indica l’antico legame con il territorio e di conseguenza inseriti e designati in etichetta-con il nome di un luogo geografico o di origine-diventandone un tutt’uno . Così sembra dalla voci che arrivano dal Ministero Politiche Agricole (ministra Teresa Bellanova) nel panorama di oltre 400 vitigni nazionali più o meno interessati e legati alla produzione di un vino Docg, Doc, Igt . Già dal 1967-1980 in poi,   furono autorizzati e anche raccomandati alla coltivazione in una o più Regione italiana, certificati spesso in purezza al 100% in diversi vini ,oggi anche molto rinomati In Europa fu contestato all’Italia l’uso del termine “distintivo” – inteso come parte integrante delle Denominazioni di Origine stesse quindi sotto tutela – in quanto sembrava un escamotage, mentre altro non è che quello stretto rapporto con il territorio  nel quale per secoli  sono stati prodotti questi vini che sono diventati fiori all’occhiello dell’enologia italiana, proprio anche per il metodo produttivo, o per la tipologia e caratteristica, per la purezza dell’utilizzo dell’uva stessa diversa da altra cultivar anche limitrofa e molto simile. Una esclusività e una protezione

Quando ripenso alla nostra intervista, lo vedo appoggiato di spalle   alla sua azienda Prime Alture Winery, sigaro in bocca, con il viso rivolto a questo magnifico sole autunnale, sereno  con se stesso.. il mondo può aspettare ..meno il suo vino Monsieur Pinot Noir .. che con molta probabilità lo  avrebbe bevuto anche a cena.” Un elegante signore di campagna Roberto Lechiancole, così  lo descrive un ospite’ francese di Prime Alture, non dissimile- come immagine- dalla mia. Ma come è arrivato tra le colline di Casteggio questo signore che alla passione del vino si è avvicinato da imprenditore percorrendo tutte le strade dell’alta tecnologia.” L’innamoramento per le colline dell’Oltrepò Pavese, il desiderio di un punto fermo in una vita fatta di viaggi, aerei, incontri di lavoro-  dice Roberto Lechiancole,  un vino il Pinot Nero” Andiamo per gradi: perchè il Pinot Nero, chiedo” Volevo diventare il signore del Pinot Nero, da qui la parola Monsieur datami dall’enologo Jean Francois Coquard, francese con cui ho avuto una lunghissima collaborazione per la sua decennale esperienza in Oltrepò. Poi questa terra , ideale per il clima , l’esposizione delle vigne, il suolo argilloso marnoso che consentono di ottenere vini compatti, profondi, longevi. E poi io

Meltina (sopra Bolzano) 1.200 metri, la cantina più alta d’Europa dove il mondo agricolo è ancora autentico fatto di pazienza, lavoro e passione. Una esperienza unica! L’incontro con Josef Reiterer – proprietario assieme alla moglie Marianna della cantina ARUNDA è di quelli che non si dimenticano: occhi azzurri, grembiule blu intenso, gentilissimo e disponibile (un altoatesino atipico, se la riservatezza è un loro carattere). Avrebbe potuto essere il farmacista, il ciabattino, il postino di questo paese, e invece è il cantiniere più famoso della zona.

Quattro millesimi per approfondire l’etichetta meno nota, più limitata e intrigante della maison spumantistica più nota d’ Italia In principio era  la “Cuveè Prestige”, classico “brut sans anneè” a rappresentare la più pura espressione  dello “stile Ca’ del Bosco”. Poi arrivò il Satèn, il cui nome, coniato dal patron Maurizio Zanella, intende proprio evocare la morbidezza setosa che la minore pressione atmosferica (circa 4,5 atmosfere invece delle canoniche 6) conferisce a questo particolare spumante. Quest’ oggi, a fronte di una sempre crescente richiesta di prodotti meno morbidi e più verticali, sono i Dosage Zero, ed in particolare il Dosage Zero “Noir”, a rappresentare il nuovo volto della maison più celebre della Franciacorta. Dosage Zero “Noir” è sinonimo di Pinot Nero in Purezza, proveniente da tre vigne poste ad oltre 400 metri d’altitudine. Affinato sui lieviti per almeno 8 anni e dosato con solo vino a seguito del degorgement, effettuato in assenza di ossigeno onde “evitare shock ossidativi e aggiunte di solfiti”). Si ottiene così una purezza d’espressione più unica che rara nel contesto Franciacortino. Degustazioni 2008 Ultima annata in commercio, sboccata ad inizio 2017. Veste oro grigio attraversata da un perlage fine ma evanescente, tipico degli spumanti lungamente affinati. L’olfatto evoca subito la nobile

“Sarà il mercato a decidere del futuro del Pinot Nero: se comprarlo, se berlo, l’ultima parola spetta ovviamente al consumatore”. Non poteva essere meno incisivo Hans Terzer, il ” mago del vino bianco” , uno dei dieci winmakers più famosi d’ Italia, con una passione… il Pinot Nero. “Certamente -dice Terzer- l’Alto Adige è il terroir ideale per questo vino di grande qualità. Abbiamo l’8% nella nostra superficie vitata ma vogliamo far di più. Per me diventerà presto il primo vino rosso dopo La Schiava che è il vitigno a bacca nera più diffuso dell’Alto Adige. Pochissime le zone in Italia che possono vantare un territorio e un clima ideale come il nostro: piccole particelle in Piemonte e in Lombardia, in particolar in Franciacorta. Il segreto del nostro Pinot Nero? -continua Terzer- sono due: il terreno calcareo e l’altezza. Tutti i vigneti sono collocati in collina ad un altitudine tra i 350-500m. Fattore che garantisce alle uve freschezza, quindi buona acidità e ventilazione proveniente per lo più dal Lago di Garda. Una giusta ventilazione è molto importante perché impedisce alle uve di produrre muffe, di lasciarle sempre pulite a contatto con il lungo irraggiamento solare, specie estivo. Ma c’è un terzo