a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
HomeArticoli taggati"pompei"

pompei Tag

Pompei, nella casa detta di Terenzio Neo, secondo alcuni un facoltoso panettiere, si può vedere un celebre dipinto murale ritrovato nel 1868 e a lungo conosciuto erroneamente come ‘ritratto di Paquio Proculo’, a causa di un malinteso creato da un graffito elettorale tracciato all’esterno della casa. In realtà, secondo recenti studi, la vera identità da ascrivere alla coppia ritratta nell’affresco, che si trova oggi al Museo Archeologico di Napoli, non sarebbe quella del magistrato, ma quella del panettiere Terenzio Neo e di sua moglie.

Se nella città di Roma operavano veri e propri panifici di produzione industriale a Pompei esistevano, anche se su scala ridotta, numerosi forni perfettamente attrezzati. E con lo studio di queste antiche panetterie gestite da modesti lavoratori e con gli affreschi nelle case delle persone comuni che possiamo comprendere gli orizzonti nuovi che e storia dell’arte a lungo considerate scienze separate, possono aprire lavorando insieme.  Antico Pane ritrovato a Pompei Attraverso lo studio di oggetti di vita quotidiana appartenuti a uomini e donne comuni, l’archeologia ha contribuito a rendere la storia una disciplina molto più concreta e capace di farci comprendere davvero la vita degli antichi padri, permettendoci di ricostruire anche  microstorie di uomini e donne del passato. Poiché le scienze storiche sono volte ad indagare il tempo passato non solo attraverso lo studio di documenti scritti, atti ufficiali e fonti politico-militari, ma anche con tutto ciò che l’archeologia può ritrovare. Come sottolineato anche da Bandinelli, gli storici ed archeologi “non possono fare a meno gli uni dagli altri”. Grazie allo studio dei forni rinvenuti nella città vesuviana sappiamo come si svolgeva l’attività quotidiana dei panifici dell’epoca antica negli aspetti più minuziosi. Laddove normalmente l’opificio si divideva su due livelli, era guarnito di

Da tempo Pompei ci restituisce, attraverso gli scavi,  usi  e costumi della vita dei romani e la recentissima scoperta del magnifico termopolio del Regio V ne è  un'ulteriore conferma. Ma il valore di questo scavo non è solo nell’averci dato una “ fotografia” di storie di uomini e donne del passato  ma nel lavoro congiunto di tante esperienze e professionalità diverse. Come dice Carla Sfameni ricercatrice del CNR-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale” Per noi ricercatori questo ritrovamento ha grande rilevanza perché ha dimostrato il lavoro di un team composto da  competenze diverse come antropologi, archeologi, storici, sismologi che hanno lavorato insieme per dare un'identità a questo termopolia in un momento preciso della sua storia che ha potuto così essere ricostruita , dandoci preziose informazioni.  In questo caso storia, archeologia, antropologia , scienze  sono diventate più concrete nella ricostruzione anche di microstorie  del passato dando vita a un modello di interventi, i soli che possono dare risultati importanti come quello di Pompei”. Non è un caso che nell’attuale Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale abbiano confluito i 4 Istituti Cnr che fino allo scorso anno si occupavano di studi sul patrimonio culturale.  Un pò street food, fast food, tavole calde, baretti

Se nella città di Roma operavano veri e propri panifici di produzione industriale a Pompei esistevano, anche se su scala ridotta, numerosi forni perfettamente attrezzati. E con lo studio di queste antiche panetterie gestite da modesti lavoratori e con gli affreschi nelle case delle persone comuni che possiamo comprendere gli orizzonti nuovi che e storia dell’arte a lungo considerate scienze separate, possono aprire lavorando insieme.  Antico Pane ritrovato a Pompei Attraverso lo studio di oggetti di vita quotidiana appartenuti a uomini e donne comuni, l’archeologia ha contribuito a rendere la storia una disciplina molto più concreta e capace di farci comprendere davvero la vita degli antichi padri, permettendoci di ricostruire anche  microstorie di uomini e donne del passato. Poiché le scienze storiche sono volte ad indagare il tempo passato non solo attraverso lo studio di documenti scritti, atti ufficiali e fonti politico-militari, ma anche con tutto ciò che l’archeologia può ritrovare. Come sottolineato anche da Bandinelli, gli storici ed archeologi “non possono fare a meno gli uni dagli altri”. Grazie allo studio dei forni rinvenuti nella città vesuviana sappiamo come si svolgeva l’attività quotidiana dei panifici dell’epoca antica negli aspetti più minuziosi. Laddove normalmente l’opificio si divideva su due livelli, era guarnito di

Un altro famoso affresco ritrovato a Pompei, è sicuramente quello del triclinium -area adibita ai banchetti e a ricevere ritrovato nel 1825.  L’omaggio all’eroe virgiliano Enea, profugo e progenitore della stirpe romana (‘profugo alle lavinie itale sponde’) e posto ‘ab origine’ della civiltà latina, è il leitmotiv di un dipinto datato 45 – 79 d.C. L’affresco, ora al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), ritrae un episodio presente nell’ultimo libro dell’Eneide, il ferimento del condottiero teucro e protagonista dell’opera virgiliana. La scena, che potremmo dire di un antico presidio ambulatoriale, vede il medico Japix, genuflesso, intento con un bisturi a curare un taglio sulla coscia destra di Enea, mentre la madre Venere, impensierita, giunge in soccorso al figlio. La dea regge con la mano destra il velo sotto cui appare brillare un prezioso diadema, mentre sotto il braccio rassicurante del padre il piccolo Ascanio, futuro fondatore di Alba Longa, asciuga con un panno le sue lacrime di angosciosa preoccupazione. L’espressione dello sguardo dell’eroe che fissa,  riconoscente e fiducioso, la madre mentre gli porge un fascio di una provvidenziale erba medica, ci ricorda un altro affresco pompeiano dove pure vediamo utilizzare una pianta presumibilmente officinale. Guerrieri armati di tutto punto con elmo

Come non dimenticare una incredibile esperienza: visitare Pompei con  le sue strade, gli affreschi , gli splendidi restauri che testimoniano la vita dei Romani tra la fine del I e II A:C: quando era al massimo splendore fino al 79D C quando tutto piombò nell’oscurità e nel buio.  Come non ricordare la Via dell’Abbondanza principale arteria del commercio e a Thermopolio la casa di Vesuvio Placido “ importante vineria” con la bottega e retrobottega..per piacevoli incontri! Ancora visibili le anfore vinarie e i larghi tondi incavi sulla mensa degli avventori in cui venivano collocate tazze e anfore per il vino…spesso miscelato ad acqua. In questo contesto  si sviluppa il progetto voluto dall’importante produttore campano Mastroberardino condotto dal Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco Archeologico di Pompei, che attualmente interessa 15 aree di vigneto per una estensione di un ettaro circa da cui si produce un uvaggio di Aglianico, Piedirosso e Sciascinoos autoctoni vini campani. Erano gli stessi? L’importante è il recupero archeologico e storico

Come non dimenticare una incredibile esperienza: visitare Pompei con  le sue strade, gli affreschi , gli splendidi restauri che testimoniano la vita dei Romani tra la fine del I e II A:C: quando era al massimo splendore fino al 79D C quando tutto piombò nell’oscurità e nel buio.  Come non ricordare la Via dell’Abbondanza principale arteria del commercio e a Thermopolio la casa di Vesuvio Placido “ importante vineria” con la bottega e retrobottega..per piacevoli incontri! Ancora visibili le anfore vinarie e i larghi tondi incavi sulla mensa degli avventori in cui venivano collocate tazze e anfore per il vino…spesso miscelato ad acqua. In questo contesto  si sviluppa il progetto voluto dall’importante produttore campano Mastroberardino condotto dal Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco Archeologico di Pompei, che attualmente interessa 15 aree di vigneto per una estensione di un ettaro circa da cui si produce un uvaggio di Aglianico, Piedirosso e Sciascinoos autoctoni vini campani. Erano gli stessi? L’importante è il recupero archeologico e storico