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Rubrica di Emanuela Medi
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Non vuole accantonare tradizione e vini che hanno già lasciato il segno della qualità ma Francesco Fortunato Maci enologo e agronomo della cantina Due Palme ha voluto uscire dagli schemi e muoversi liberamente per proporre qualcosa di nuovo meglio uno stile, un gusto diverso improntato ovviamente alla qualità e lo ha fatto pensando alla ristorazione il veicolo principe per avvicinare il consumatore e far conoscere i vini della cooperativa in particolare della linea Cuntamè.

15 produttori pugliesi hanno presentato a Roma lo scorso 9 febbraio in un evento organizzato da GO WINE i loro vini prodotti variegati e con stili diversi come ci racconta Roberto Alloi sommelier in questa seconda parte. La prima mercoledi 8 Marzo. TORREVENTO Territorio, uomo e prodotto sono i valori attorno ai quali opera da cent’anni quest’Azienda della Murgia barese. Grande attenzione al recupero ed alla valorizzazione dei vitigni autoctoni e vini davvero rappresentativi. CASTEL DEL MONTE DOCG ROSATO “VERITAS” 2021: dice subito della grande freschezza miscelando asprezze di agrumi e melagrana con dolcezze di anguria, una leggera brezza floreale introduce poi ad una atmosfera di piccante mineralità. Sorso che non mente, anzi amplifica le delicatezze olfattive aumentando la piacevolezza di un vino cui manca solo l’Estate.  Il mio premio “SANSCIAIN”! CASTEL DEL MONTE DOCG NERO DI TROIA “OTTAGONO” RISERVA 2014: profondo nel proporre nobiltà di tabacco, confettura di prugna e dolci asprezze di mirtillo ed amarena. A corolla un bel corredo di spezie dolci e ben più che una brezza balsamica. Sorso autoritario, presidiato dal frutto e di alabardiera sapidità.  Broccato l’intreccio tannico e persistenza che spazientisce. LEONARDO PALLOTTA 10 soli anni di storia ed appena 1ha di vigna da cui proviene un numero di bottiglie quasi

E’ stata la Puglia l’ultimo evento organizzato a Roma da GO WINE lo scorso 9 Febbraio nelle sale dell’Hotel SAVOY. Territorio tanto vasto e variegato da farmi ritenere più corretta la dizione “LE PUGLIE” per descriverne le produzioni agroalimentari (e non solo)… Fenici e Greci prima, i Romani poi ,nel corso dei secoli la viticoltura  è stata una delle principali risorse dell’agricoltura pugliese affiancando le produzioni di olio e grano. Storia antica quindi, quella del vino nella regione che occupa il secondo gradino del podio per quanto riguarda la produzione nazionale. Se fino a non molti anni fa le produzioni erano incentrate sulla quantità ed erano perlopiù utilizzate come vini da taglio in particolare nel nord della Penisola , ’oggi è invece una realtà differente, fatta di consapevolezza e valorizzazione del valore dei vitigni autoctoni e della loro capacità di dare vini davvero rappresentativi di un Territorio e di una viticoltura fatta di radici, di terra e di Qualità. GLI ASSAGGI Una quindicina i Produttori presenti, molti nomi noti e qualche new entry.Produzioni variegate e stili differenti a dar conto della ricchezza e delle potenzialità della regione.Nel complesso produzioni di qualità, qualche proposta “banale” e qualche (pare inevitabile) scivolone di cui il mio personalissimo report

Marina Saponari ricercatrice CNR-IPSP Bari Secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature condotto da scienziati in Italia, Francia e Stati Uniti, il batterio Xylella fastidiosa è arrivato per la prima volta in Italia nel 2008, su una pianta di caffè, e successivamente si è adattato agli ulivi nella regione meridionale della Puglia, finendo per uccidere milioni di piante. Lo studio fa anche luce su alcuni tratti genetici che potrebbero aver aiutato il batterio a diffondersi. Xylella fastidiosa è un patogeno invasivo che può infettare almeno 595 specie di piante. È stato scoperto in Europa nel 2013, dopo l’inizio di un'epidemia tra gli ulivi della Puglia, per poi diffondersi in Francia, Spagna e Portogallo. Provoca il cosiddetto Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO), che fa seccare foglie, ramoscelli e rami, uccidendo rapidamente la pianta. Il nome fastidiosa deriva dalla difficoltà di coltivarla in laboratorio, spiega Maria Saponari, ricercatrice dell'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari, che ha partecipato allo studio. "Mentre batteri come l'Escherichia coli sono facili da coltivare in vitro in 24-48 ore, è molto difficile estrarre la Xylella dalle piante", dice. Ecco perché all'inizio dell'epidemia è stato difficile dimostrare che il batterio fosse la causa della morte degli

Trulli, masserie e muretti a secco accennano a quel paesaggio brullo, ma di forte vocazione vinicola dell’Alta Murgia, dove si estende la DOC pugliese Castel del Monte. Tra la quiete solenne delle colline, a 540 metri di altezza, troneggia misterioso l’imponente maniero del XIII sec. commissionato da Federico II di Svevia, la cui tipica forma ottagonale ispirò il logo di Cantine Torrevento. Realtà vitivinicola con più di novant’anni di storia, sorge nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia (BAT), un territorio dove tradizione uomo e natura si fondono alla perfezione. Torrevento si estende per 500 ha di vigneto e coltiva specialmente uve autoctone, fra le varietà a bacca nera: Negroamaro, Malvasia nera, Primitivo, Bombino nero, vitigno autoctono d’eccellenza per la produzione di rosato DOCG Castel del Monte, Aglianico e Nero di Troia, presentato in purezza, per la prima volta al mondo, col vino “Vigna Pedale Castel del Monte DOC 1992”, da un vitigno coltivato su terreno calcareo-roccioso di una contrada da 50 ettari a forma di “pedale”. Nel 2016, per l’undicesimo anno consecutivo, il vino Rosso Riserva Vigna Pedale Castel del Monte DOCG si aggiudicò il premio “3 Bicchieri” Gambero Rosso della celebre Guida Vini d’Italia, un importante traguardo per la Regione Puglia.

Valorizzare il vino del territorio : l’obiettivo del nuovo Distretto del vino Puglia che ha riunito a fare squadra ben quattro consorzi di tutela, 55 aziende, oltre all’Università del Salento e il Consiglio per la ricerca in agricoltura Crea. Come riporta Ansa – tra i progetti del nuovo gruppo del vino pugliese, anche quello di sviluppare e far crescere le aziende affidandosi alle potenzialità delle nuove tecnologie.  “Il Distretto del vino – spiegano i promotori – servirà a favorire la crescita qualitativa delle imprese e del patrimonio rurale. Non solo, anche ad integrare nuovi strumenti e tecnologie come la blockchain per la tracciabilità del prodotto, a promuovere la formazione nel campo della viticoltura, ad attivare protocolli d’intesa con Università ed enti finalizzati alla realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo competitivo. E, non ultimo a promuovere azioni di marketing e strategie per l’internazionalizzazione dell’intero comparto”. “La partecipazione a questo distretto rappresenta per il Crea un’occasione unica per valorizzare la straordinaria biodiversità vitivinicola del Salento. Ma anche la potenziale crescita di vitigni come il Primitivo, dal grande potenziale produttivo e dalla inimitabile struttura”, ha  detto il direttore del Crea, Riccardo Velasco.