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Rubrica di Emanuela Medi
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Nei primi anni Ottanta Stefano Antonucci, ex bancario, fonda l’Azienda vinicola Santa Barbara, nome che rende omaggio all’omonimo comune di Barbara in provincia di Senigallia (AN). Il territorio compreso fra le brezze marine dell’Adriatico a est e la catena degli Appennini che ripara dai venti freddi ad ovest, consente fin da subito, grazie anche ai suoli argillosi ricchi di corsi d’acqua, la coltivazione delle uve autoctone Verdicchio Castelli di Jesi, Montepulciano e Lacrima di Morro d’Alba, nonché degli internazionali Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon. Le lavorazioni in vigna iniziano a gennaio e proseguono instancabilmente fino ad ottobre e le attività vengono svolte perlopiù a mano. In Azienda non si usano botti vecchie per la vinificazione, se non in ottime condizioni, a causa dei difetti causati ai vini con base Verdicchio in circolazione proprio in negli anni ‘90. Prese il via uno stile meno spigoloso e più bevile, così fu ristrutturato un antico monastero del comune di Barbara dove oggi sorge la “barricaia” della Cantina; qui la temperatura e l’umidità sono costanti per tutto l’anno e all’interno sono conservate barrique classiche da 225 litri e tonneau da 450 litri per la fermentazione del vino; sono disponibili inoltre serbatoi d’acciaio e in cemento da 50 e 100

LA STORIA Il comune di Barbara in provincia di Senigallia (AN) affonda le sue radici nel VI secolo, epoca dell’invasione dei Longobardi. Il borgo, arroccato su una cresta collinare tra i fiumi Misa e Nevola, conserva ancora il Castello duecentesco, conteso un tempo da Guelfi e Ghibellini e la statua di Santa Barbara, protettrice della città, nell’omonima chiesa barocca. Caratteristico è un monastero utilizzato fin dall’antichità per la fermentazione del vino dove oggi sorge la cantina dell’Azienda vinicola Santa Barbara; qui barrique classiche da 225 litri e tonneau da 450 litri godono di temperatura e umidità costanti durante tutto l’anno. Nei primi anni Ottanta Stefano Antonucci lasciò il lavoro di bancario per dedicarsi al rilancio delle uve autoctone: Verdicchio Castelli di Jesi, Montepulciano e Lacrima di Morro d’Alba; e alla creazione di vini dal “gusto internazionale” di forte personalità come il Merlot, il Syrah e il Cabernet Sauvignon. Quarantacinque ettari di terreno con vigneti tra i 25 e i 40 anni di età si distendono per le colline del comune di Barbara, attraversando Serra de Conti, Montecarotto, Arcevia fino a Morro D’Alba e Cupramontana. I terreni tra il Mare Adriatico a est e la catena degli Appennini ad ovest sono argillosi e ricchi d’acqua e in vigna la lavorazione dell’uva da gennaio a ottobre viene svolta a mano da attenti