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Rubrica di Emanuela Medi
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“Meininger”, la testata giornalistica di riferimento del mercato tedesco, ha stilato un elenco dei migliori vini italiani e in questa ristrettissima selezione è stato inserito anche il Bèru di Siddùra. La particolarità risiede nel fatto che si tratta dell’annata 2015 del Béru:  una scommessa vinta per la Cantina gallurese perché dimostra ancora una volta che anche il Vermentino DOCG di Gallura, se lavorato nella maniera corretta, può diventare un vino molto longevo. Secondo gli esperti del settore, il Bèru 2015 ha raggiunto il suo apice proprio ora, a distanza di otto anni dalla vendemmia. Per consuetudine e tradizione popolare, il Vermentino è sempre stato considerato un vino da consumare a breve distanza dalla vendemmia, ma Siddùra ha sempre ritenuto questo vitigno meritevole di una potenzialità – e di un valore – ben superiore. Béru 2015 “L’annata 2015 fu davvero eccezionale – racconta l’enologo di Siddùra, Dino Dini – durante la vendemmia ci rendemmo conto che l’uva aveva raggiunto una maturazione e un quadro acidico assolutamente perfetti. Avevamo davanti a noi la migliore uva di quegli anni”. L’azienda decise quindi di sfruttare al massimo le potenzialità del prodotto per dimostrare che il vino imbottigliato quell’anno sarebbe stato ancora assolutamente perfetto a distanza di

Classe 1980, di Cagliari, Mattia Piludu ha alle spalle una solida formazione nei vigneti di famiglia prima e successivamente alla guida di non poche aziende vinicole importanti dell’isola di cui ne ha diretto la ristrutturazione e lo sviluppo   fino a conseguire gli obiettivi di crescita prefissati. E’ forse questa una delle poche interviste telefoniche il cui interlocutore nella fattispecie Mattia Piludu ha espresso idee e progetti raggiungibili in modo assolutamente determinato e chiaro. Partiamo dai progetti di ampliamento Dice Piludu “La tenuta si estende su circa 200 ettari e ovviamente ancora possiamo come in parte abbiamo già fatto, identificare nuove zone i cui terreni hanno una diversa esposizione al sole. Questo ci permette di diversificare la produzione e di ampliarla  intervenendo in vigna e in cantina. La scelta ad esempio, di coltivare il Vermentino in terreni diversi e di ottenere un prodotto con  sfumature organolettiche differenti anche come  corpo, struttura , freschezza porterà a che il nostro Vermentino pur rimanendo intatta la sua impronta possa  diversificarsi per palati e perché no anche in  mercati con abitudini e stili di vita diverse.  Ciò che certamente non faremo mai sarà aumentare la resa per ettaro. La linea di Siddùra è chiara fin dall’inizio: le

Dal 2021sul mercato l’aceto balsamico scritto in sloveno ma con sotto la dicitura italiana “ La Slovenia da luglio dello scorso anno ha immesso sul mercato aceto balsamico prodotto con molto aceto di vino senza alcuna regola e soprattutto è un prodotto pienamente evocativo di una menzione geografica italiana registrata. – Dice Mariangela Grosoli, Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP in una dichiarazione a Vinosano.com” “Se si prende una bottiglia slovena sulla etichetta c’è scritto Aceto balsamico in sloveno e sotto aceto balsamico in italiano . Più evocativo di cosi non si potrebbe, siamo nel silenzio più assordante” “ E’ da luglio dello scorso anno – sottolinea la presidente -che la legge slovena è in pieno vigore nel disinteresse della comunità europea cosa veramente preoccupante. Invece l’Italia si è mossa, facendo tutti i passi e le verifiche per una linea, l’unica possibile. pienamente appoggiata dall’Avvocatura dello Stato condivisa dalla Conferenza Stato Regioni dalla Commissione Agricoltura Camera e Senato in accordo con il con il Ministero dell’Agricoltura a che si apra una procedura di infrazione del regolamento europeo nei confronti della Slovenia. Purtroppo questa indicazione non dipende più da Ministero dell’Agricoltura ma dal Consiglio dei Ministri Comprendo i gravi

’“Il principio è uno solo: la stabilità politica di un Paese è fondamentale per dare sicurezza commerciale a tutti gli imprenditori e ai settori che ne fanno parte. L’agricoltura e la viticoltura  - dice Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra - sono destinate a diventare un pilastro fondamentale dell’economia italiana. E’ l’unico settore che, negli anni e nei cambiamenti politici, è stato in grado di creare continuità, alternativa e sicurezza verso il consumatore. Massimo Ruggero Dal nuovo Governo Draghi  afferma Massimo Ruggero mi aspetto una grande sensibilità per questo settore che trasforma i prodotti e li propone con il brand “Made in Italy”: un vero e proprio sigillo di garanzia e di qualità riconosciuto a livello mondiale. Draghi, personalità di spicco e fortemente riconosciuta  a livello europeo, potrebbe dare un contributo importante per lo sviluppo delle politiche comunitarie che dovranno puntare alla crescita del comparto agricolo. Ad iniziare dallo snellimento della burocrazia, che limita e rallenta la voglia di espansione delle aziende, fino alla tutela dei prodotti dell’agroalimentare italiano “ Una dichiarazione forte e precisa quella dell’amministratore delegato di una delle più importanti aziende vitivinicole  Galluresi “ Siddùra” che ha contribuito e non poco a fare del Vermentino unica DOCG della Sardegna

Se la Gallura è stata sdoganata  dall’immagine e dalla percezione collettiva di terra del Vermentino  lo si deve in gran parte a Siddùra, l’azienda a pochi chilometri da Luogosanto che più di molte altre ha  impresso una svolta significativa alla viticoltura locale e non solo per i suoi bianchi, che hanno salito più volte il podio di importanti e internazionali riconoscimenti, ma per un cammino decisamente in controtendenza con il rosso Cannonau, proponendo un  blend dal taglio bordolese: TÌROS, appunto. Ma una premessa geologica - climatica è doverosa  per degustare al meglio questo vino indicato come uno dei migliori rossi italiani da Luca Maroni nell’Annuario 2021 dei migliori vini italiani. La vallata  Siddùra, caratterizzata da un microclima particolare in grado di attenuare la forza del maestrale,  si è formata milioni di anni fa per l’erosione dei graniti che si sono depositati nel tempo fino a creare ciò che vediamo oggi: minuscoli granelli di granito, facilmente permeabili nell’erosione verticale.  Un composto naturale povero, arido che conferisce a tutti i vini una particolare mineralità e acidità.  Questa vallata che dà il nome all’omonima azienda , richiede una lavorazione del terreno a piccoli tappeti erbacei che non superano i 10 centimetri di profondità. Attraverso la

Un altro importante riconoscimento per Siddura, la cantina di Luogosanto che sale sempre di più la scala della notorietà nazionale e internazionale, collocandosi ormai tra i primi posti  per qualità assoluta. Il merito questa volta è  di  Tiros  definito il “ bordolese “ sardo, blend   dei vitigni Cabernet Sauvignon e Sangiovese, indicato come uno dei tre migliori vini rossi d’Italia. Il prezioso riconoscimento è stato assegnato dall’Annuario 2021 dei migliori vini italiani di Luca Maroni: una delle autorità riconosciute nel campo enologico nazionale. I vini della cantina di Luogosanto sono quelli sardi che hanno ottenuto i punteggi più alti in assoluto nella prestigiosa guida enologica nazionale.    “Si tratta di un riconoscimento che conferma la crescita dei vini sardi nel panorama nazionale – sottolinea Massimo Ruggero, amministratore delegato della cantina Siddùra -. In questo caso risalta ancora di più la caratteristica dei terreni della Gallura, la particolarità del microclima della vallata di Siddùra, che si sta rivelando particolarmente adatto per questo tipo di vitigno”. Tìros ha appena conquistato la medaglia d’oro alla “Selectìons mondiales des vins” del Canada. È stato di recente Indicato dalla Guida “Vini da bere” tra i migliori vini sardi nel 2021 con 98 punti su 100 totali.

Ma chi  ha sempre sostenuto che i vini rosè della Provenza sono il must? Si rimescolano le carte: NUDO, Il vino rosato nato da uve cannonau della cantina Siddùra di Luogosanto è stato l’unico rosé sardo ad aver conquistato la medaglia di diamante al concorso “International Wines Guide Competition di Monaco”.  Si tratta della più importante e ambita platea specializzata che seleziona e premia i migliori vini rosati sul mercato. Un riconoscimento importante e prestigioso per la cantina sarda, che è stato assegnato da una commissione di esperti che hanno selezionato, tra i tantissimi vini in concorso, le ambite medaglie di diamante. Un premio attribuito solo a due tra i vini italiani in concorso, che hanno sfidato la grande tradizione del rosé francese. “È la prima volta che un vino sardo taglia questo importante traguardo con la conquista di un premio, la medaglia di diamante, di grandissimo livello – sottolinea Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddura .La qualità di Nudo- dice ancor Massimo Ruggero- si coglie da una diversa espressione della qualità di vinificazione  che nasce da uve cannonau e la nostra realtà dimostra che si possono ottenere dei grandi vini da un grande vitigno autoctono come il Cannonau e in una

[caption id="attachment_14677" align="alignleft" width="431"] Il territorio del Vermentino[/caption] “Come in astrofisica  dove si scoprono nuovi pianeti, così nel mondo del vino il  nuovo pianeta è il Vermentino”. Non scherza poi tanto Massimo Ruggero direttore di Siddùra- azienda con sede a Luogosanto in Gallura- in fortissima ascesa con una produzione di oltre 220.000 bottiglie tra Vermentino e Cannonau e lanciatissima sui mercati internazionali, forte anche di un riconoscimento di assoluto prestigio: Bèru Vermentino barricato nel 2019 ha conquistato, con un punteggio di 97/100,  la medaglia di platino al Decanter Word Wine Awards, concorso di prestigio mondiale. Raggiunto per telefono sull’attuale crisi vitivinicola, dice: “Dobbiamo essere ottimisti per vincere questa non facile battaglia anche per rafforzare l’immagine e la qualità del  nostro Vermentino in un crescendo di interesse che molti produttori, e non da ora, stanno dimostrando. Ogni vino- sottolinea- è la spremitura delle uve che hanno fatto la terra. Il Vermentino, in ogni parte dell’Italia dove è prodotto, in particolare Liguria, Sardegna, Toscana, esprime la territorialità delle zone costiere  in cui si è sviluppato. Vitigno resistente, forte, dal lungo potenziale di invecchiamento, versatile, abbinabile a molti piatti anche internazionali: sono alcune delle qualità che fanno del Vermentino un prodotto riconosciuto e riconoscibile ,

Wine advocate di Parker, Decanter e James Suckling: i guru mondiali del settore assegnano punteggi altissimi a Bèru, il vermentino barricato della cantina sarda. La conferma della qualità rivoluzionaria dalla rivista Wine Advocate di Robert Parker, la Bibbia mondiale del vino che ospita le firme più prestigiose della critica enologica, come Monica Larner, la specialista di Parker per il vino italiano, che ha espresso un giudizio più che lusinghiero su Bèru, il vermentino “caratterizzato dalla fermentazione in barrique e dall’invecchiamento”, assegnando un prestigioso riconoscimento di  91 punti che rivelano l’unicità del vino gallurese per eccellenza. Dopo i 97 punti della medaglia di platino al Decanter, uno dei concorsi più importanti a livello mondiale, e i 92 assegnati da James Suckling, altro guru internazionale del vino, la cantina di Luogosanto incassa una nuova, positiva e importante valutazione. Al di là della soddisfazione in termini puramente professionali, i riconoscimenti della critica più autorevole rappresentano un lasciapassare fondamentale per il mercato americano e quello asiatico. “L’orizzonte commerciale della nostra azienda - commenta Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra- ha già raggiunto il mercato americano e quello dell’estremo Oriente. Inoltre, l’affermazione di Bèru rappresenta il superamento della sfida che Siddùra ha lanciato diversi anni fa: creare