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Rubrica di Emanuela Medi
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Ogni 5 dicembre ricorre il FAO World Soil Day, la giornata mondiale dedicata al deterioramento e consumo del suolo. Secondo la FAO, che promuove ogni anno questa iniziativa, attualmente lo spazio equivalente a quello di un campo di calcio ogni 5 secondi viene eroso. Entro i prossimi 60 anni, nel mondo intero potrebbero non esserci più terreni coltivabili. Un bene prezioso perchè è dal terreno che nasce il 95% del nostro cibo.   Sul tema, IBM e Morning Consult hanno realizzato uno studio, “European Food Responsibility Study”, che ha coinvolto Italia, Spagna e UK, volto a rilevare il grado di conoscenza, le abitudini e la sensibilità dei consumatori in materia ambientale e alimentare.  Gli italiani hanno dimostrato una discreta sensibilità verso la sostenibilità ambientale manifestando l’interesse per acquisti alimentari, durante le feste che siano “ essenziali” .Il 63% dei consumatori del Bel Paese non si lascia scoraggiare da un innalzamento dei prezzi di acquisto, se questi sono indice di una provenienza responsabile del cibo.  Il 75%  ha a cuore il tema degli sprechi alimentari e il 53% ha affermato di prediligere l’acquisto presso catene della distribuzione che adottano iniziative volte a ridurre lo spreco alimentare.  9 su 10 intervistati ritengono che sarebbe molto o relativamente

456 metri quadrati di suolo in meno, per ogni abitante è il dato più appariscente del rapporto  dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale ( ISPRA)  sul consumo di suolo in Italia. Nel nostro paese per l’anno 2018 sono stati coperti da cemento o asfalto 51 chilometri quadrati di territorio, pari a 2 metri quadrati al secondo: globalmente 24 metri quadrati di area verde per ogni ettaro.  Sono le grandi città a pagare il prezzo più alto, con una cementificazione che procede velocemente senza sosta interessando Roma ( il comune dove in un solo anno sono stati presi 57 ettari di aree verdi) , seguita  da Milano con una” rapina” di 11 ettari su un totale di 11,5 ettari di aree verdi. Brava Torino che sempre nel 2018 ha ripreso 7 ettari di suolo. Insomma cittadini sempre più soffocati, alberi che tentano miracolosamente di affondare radici esauste tra cemento e mancanza di acqua( a provvedere è il   tempo), vapori ed esalazioni per il troppo asfalto e ovviamente a risentirne è il clima che aumenta di temperatura la dove lo spazio verde è stato travolto dal cemento. Non ultima a perdere è l’economia: 3 milioni di prodotti agricoli e 20 mila