Vin Santo di Trevi: un vino scomparso che meriterebbe di essere riscoperto
Laddove ci sono ulivi, lecci e tartufaie, c'erano un tempo filari di Trebbiano, Malvasia e San Colombano.
Laddove ci sono ulivi, lecci e tartufaie, c'erano un tempo filari di Trebbiano, Malvasia e San Colombano.
Si chiama Trebbiano Spoletino, ma dalla famiglia dei Trebbiani si discosta geneticamente e aromaticamente, ed è, come suggerito dal giornalista Giampiero Pulcini, un vino "d'innato talento".
Nonostante l’ultimo riconoscimento con i 5 Grappoli per il suo Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Fonte Cupa Riserva 2010, Camillo Montori ama i bianchi, in particolare il Pecorino che gli sta dando molte soddisfazioni, il più bevuto Trebbiano d’Abruzzo e il Cerasuolo dal futuro sempre più rosa Questi i tre vini selezionati: Cerasuolo d’Abruzzo DOC - Fonte Cupa 2016 Montepuciano vinificato in bianco con una leggerissima fermentazione del solo succo Colore: rosa carico con un unghia leggermente violacea. Olfatto: boquet complesso in cui spicca la rosa, rosa canina e poi ancora i sentori di ciliegia, pesca e ribes. Si aprono le spezie dolci quali lo zenzero e la cannella. Interessante la presenza di erbe aromatiche in particolare maggiorana accompagnato da un leggero profumo di salvia. Gusto: perfetta corrispondenza naso-bocca. Grande equilibrio di acidità e sapidità. Vino complesso, non aggressivo nonostante i suoi 13,5° dai profumi netti e intensi. Non ha una lunga persistenza e lunghezza ma chiude bene lasciando una bocca pulita. Si stacca dai rosati pugliesi per leggerezza e bevibilità. Abbinamenti: carni bianchi, pesce minuto dell’Adriatico, brodetto di pesce, pizza margherita. Trebbiano d’Abruzzo DOC - Fonte Cupa 2015 Colore: giallo paglierino dal colore brillante con riflessi dorati. Olfatto: minerale, salmastro con sentori di agrumato quali pompelmo e scorza di limone.
Piero Caterina dell'azienda Barone Cornacchia: due generazioni a confronto Piero Cornacchia, titolo baronale ricevuto dall’allora Vicerè di Napoli, con l’Unità d’Italia si sposta dalle terre che si estendevano attorno alla Fortezza di Civitella a quella che era la riserva di caccia, in una frazione del Comune di Torano Nuovo, ove oggi ha sede l’azienda. Cambio generazionale: una questione di età? “Non è stata un questione di età… Il passaggio c’è stato: i tempi cambiano enormemente, molti inequivocabili segnali mi indicavano l’esigenza di innovare e questo poteva avvenire solo attraverso un cambio di mano, quindi con idee, forze, imprenditorialità diverse, più fresche, al passo con i tempi. La scelta era direi doverosa. Da una concezione molto tradizionalista, a una certamente più moderna; e poi non dimentichiamo che tutti viviamo su queste terre e di queste terre. Caterina e Filippo lavorano in azienda, hanno entrambi figli ed era giusto dare loro un lavoro.. perché andarlo a trovare altrove!" Caterina, da poco avete preso in mano l’azienda introducendo con tuo fratello Filippo molte novità. "Intanto abbiamo ottenuto la certificazione biologica e questo secondo noi, conferisce all’azienda un salto di qualità e di credibilità. La gente vuole bere “sano” quindi senza fertilizzanti, Ogm, diserbanti chimici, anticrittogamici ecc. L’uva