Il modello Saccol
Saccol, si mostra. Titolo accattivante per dire che questo piccolo borgo alle porte di Valdobbiadene, fra il monte Grappa e il Cesen, non è solo noto per il Prosecco di Valdobbiadene, ma anche per una tradizione antichissima nella produzione della punta di diamante della spumantisìtica “metodo italiano” quale è il Cartizze Superiore Docg dry nella versione antica. E per la tradizione di produrre e raccogliere le erbe spontanee di campo che nascono in mezzo ai filari delle “vigne eroiche” che si arrampicano sulle rive e crinali di queste colline che seguono il percorso antico del fiume Piave, il “du-plavis”. Cartizze e Erbette da cucina sono state al centro della terza mostra di Saccol. Spumante si, ma anche la fondazione di un “museo-mostra” delle erbe officinali e aromatiche del territorio frutto di una passione di alcuni produttori “storici” del Prosecco Spumante (prima della Doc e della Docg) come la famiglia di Paolo Bisol. Sede la ex scuola elementare di Saccol. A Saccol la naturalità ha preso il sopravvento, sia in vena che fra i filari. C’è una maggiore attenzione, grazie anche al riconoscimento Unesco e in sintonia con i principi di Unesco, ai frutti naturali spontanei della terra che sono stati e ritornano ad essere non solo “contorno” ma nutrimento, scelta agroalimentare. Una economia domestica