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Rubrica di Emanuela Medi
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542 aziende vitivinicole associate. Il tema della gestione della manodopera in vigna: fenomeno, problematiche e possibili soluzioni ha affrontato non solo il tema dei lavoratori irregolari, del caporalato e della gestione della vigna.  I lavori sono stati aperti da un video messaggio del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ha, confermato l’impegno istituzionale del Governo sul tema della tutela dei lavoratori in agricoltura e sulla salvaguardia dei prodotti Made in Italy. La prima parte si è concentrata sulla presentazione dei risultati della ricerca realizzata dall’Osservatorio Placido Rizzotto di FLAI CGIL che ha fotografato il fenomeno delle agromafie e caporalato. Jean-Renè Bilongo, Presidente dell’Osservatorio, ha ricordato come in diverse regioni del sud Italia il lavoro agricolo subordinato non regolare arriva a superare il 40% della manodopera impiegata con una presenza diffusa di lavoratori immigrati. Il lavoro sommerso è quindi una componente rilevante del settore primario con un valore aggiunto generato dalla sola componente della dimensione regolare che rappresenta il 17% del totale del comparto agricolo. A seguire Davide Donatiello, docente di Sociologia dell’Università di Torino ha evidenziato come anche in Piemonte il fenomeno sia presente e da non sottovalutare e di come sia necessario un lavoro di rete fra i territori, dove i lavoratori irregolari

Meno impattante , con minor uso di prodotti chimici, equilibrio tra varietà e territorio e più verde e digitale insomma una enologia leggera e moderna è quanto auspica l’Assemblea OIV, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino che si è riunita nei giorni scorsi conclusasi con ben 18 risoluzioni . Tra le risoluzioni riguardanti nuove pratiche enologiche i livelli di rischio e i punti critici durante  le fasi della vinificazione, una più netta definizione del vino naturale , l’acqua fondamentale per non disperdere i prodotti enologici  eco winery, ossia le le cantine costruite nel rispetto dell’ambiente Altro punto toccato, quello che riguarda i derivati del vino: vini aromatizzati, i vini a bassa gradazione, o senza alcol, su cui bisogna decidere se chiamarli o meno vino. Infine,  la definizione di vino bianco con macerazione: un vino bianco ottenuto dalla fermentazione alcolica di un mosto a contatto prolungato con le vinacce, compresi bucce, polpa, vinaccioli ed eventualmente raspi. Questa definizione permette, in particolar modo, di distinguere i vini ottenuti con l’antico metodo georgiano di vinificazione tradizionale in kwevri, iscritto nel 2013 nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. Luigi Moio Come ha detto a WineNews il professore Luigi Moio, ordinario di Enologia all’Univ. “L’effetto

Enoturismo la vacanza più gettonata di questa estate dove Il distanziamento interpersonale non è un problema se la vacanza è nella vigna. Un modo di viaggiare che unisce gastronomia, turismo sostenibile ed esperienze autentiche, sempre più amato dai millennials, oltre che dai cultori del vino e da coloro che apprezzano le meraviglie della natura.  Tra le tante proposte che ci arrivano  abbiamo scelto alcune delle strutture che più di altre si fanno apprezzare per originalità  inserita in un contesto di vigne e uva Le terrazze nella vigna di Kranebitt (BZ) È un paesino di vignaioli appassionati Kranebitt (BZ), sulle colline di Bressanone. Qui la famiglia Haller ha trasformato il maso dei nonni in una struttura all’avanguardia dove l’esperienza nel vigneto è continua. Le 25 camere di Haller Suites & Restaurant sono inserite in un’architettura di tre piani a terrazzamenti in legno di larice ed ampie vetrate, per vivere l’immersione nella vigna dentro e fuori. Un luogo riservato con grandi spazi e possibilità all’aria aperta, dove scoprire i segreti della vite, partecipare ad esclusive degustazioni in cantina, assaporare prestigiose bottiglie di Kerner, vino tipico della Valle Isarco, e di Veltliner, Sylvaner, Riesling e Müller Thurgau, con i consigli della giovane sommelier Teresa. Calici da abbinare ai

Se esiste, nel mondo reale, qualcosa che può assomigliare alla vigna di Ulisse cantata da Omero, questa è “La vigna del professore.” A Procida, in un’isola presso Napoli, dove sono stati trovati reperti che risalgono, come quelli della vicinissima Ischia ,ad età micenea, dove, già da quell’epoca si amava il vino e col vino si brindava, oggi ci sono alcuni vigneti coltivati con la stessa antica passione di quel tempo arcaico. Con lo stesso, antico, solitario e silenzioso amore per la terra. [caption id="attachment_15138" align="alignleft" width="192"] Un grappolo di Aglianico[/caption] Se, infatti un procidano, nella sua giovinezza, nell’età del lavoro e dell’impegno professionale, si allontana da Procida, state pur certi che in cima a tutti i suoi pensieri sarà sempre, proprio come Omero ci racconta di Ulisse, il suo ritorno .E, proprio come per Ulisse ,questo ritorno sarà soprattutto in una terra che è ferma nel ricordo per i suoi legami con persone che sono lì radicate, proprio come gli alberi, in un luogo specifico.Se Ulisse dopo vent’anni di lontananza ricorda ed enumera ad uno ad uno gli alberi che il padre gli aveva donato, così, chi ritorna a Procida dopo decenni di vita passati lontano, non mancherà di ricercare tutti gli alberi

Mille metri quadrati di vigneto  voluti da Benedetto XVI a Castel Gandolfo , residenza estiva   dei Papi, sono stati sradicati, secondo il quotidiano romano “Il Messaggero”.  La decisione è arrivata dalla nuova direzione delle Ville Pontificie, nominate direttamente da Papa Francesco nel giugno 2019  che si è messa subito all’opera con lavori di rinnovo dei giardini che prenderanno il posto del” Vigneto del Signore” voluto da Papa Ratzinger  il cui pontificato era iniziato nell’aprile 2005 con le parole: “sono un semplice e un umile lavoratore nella vigna del Signore”, citazione dal Vangelo. Il vigneto di Papa Benedetto XVI, , era stato un dono di Coldiretti, nel 2012 e comprendeva due tipologie di vitigni, Trebbiano e l’autoctono Cesanense di Affile. In realtà, da tempo la vigna era in stato di abbandono e in molti imprenditori , Associazioni si erano offerti di prenderne cura, ma poi, un nulla di fatto. Osiamo dire: peccato, perché finisce un simbolo del pensiero di Papa Ratzinger e del significato del simbolo del vino quale espressione  concreta del Sangue di Cristo nella Comunione. Ma la bellezza dei giardini” estivi” non si esaurisce con la mancata vigna è possibile ammirare un ricco patrimonio di alberi, erbe . A curare

Forse non c’è luogo poetico in tutta la storia della letteratura dove il racconto di una vigna si leghi di più, con più vincoli e con maggiore passione, alla vita stessa, se non quando Omero, nell’Odissea, ci descrive l’incontro di Ulisse con il padre Laerte. Laerte, che è stato il re di Itaca, non reggendo più al dolore per la lontananza senza notizie del figlio, ha lasciato la reggia e si è ritirato nei campi.  Ha lasciato il grande palazzo, le vesti regali, il suo letto, si è vestito di stracci, coltiva la terra, dorme in inverno con gli schiavi vicino al fuoco, di estate su un mucchio di foglie nella sua vigna.