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Rubrica di Emanuela Medi
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“Vigneto Sicilia” è un progetto di grande valore il cui scopo è di conservare la biodiversità generata dai 3.000 anni di viticoltura nell’isola e le sue varietà autoctone e di intervenire a monte della filiera vitivinicola, dotando i vivaisti di materiale di base da cui ottenere un pro-dotto certificato da fornire alle aziende. Lavorando con viti di cui è certa l’identità varietale e l’integrità sanitaria, è possibile dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani. Non solo il progetto consentirà la verifica fitopatologica dei campi di piante iniziali esistenti e la rico-stituzione di nuovi campi con materiali virus esenti, da cui ottenere il materiale di propaga-zione per la produzione di barbatelle innestate e certificate. “ Vigneto Sicilia è promosso e sostenuto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia in part-nership con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università de-gli Studi di Palermo e il Centro regionale "F. Paulsen” , ."I risultati del lavoro della comunità scientifica dell’ateneo di Palermo - ha affermato l’Assessore dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea Luca Sammartino - insieme al Dipartimento Regionale e al Consorzio di Tutela DOC della Sicilia sono straordinari. È un patrimonio che oggi mette al centro

Innovazione e tecnologia certo non mancano alla edizione di Enovits , evento organizzato da Unione Italiana Vini (23/24 giugno) che presenta il meglio delle macchine all’avanguardia della viticoltura. La 16a edizione della manifestazione si terrà per la prima volta in Friuli Venezia Giulia.Terra di vini e di confini, il Friuli Venezia Giulia è un importante centro di attrazione non solo per gli operatori vitivinicoli del Nord Est italiano, ma anche per quelli di Croazia, Slovenia, Austria e Ungheria.Spazio dunque alle macchine da vigneto in particolare quello biologico che ha nella robotica un grande alleato proprio per le sue qualità di alta precisione meno impattante per la coltivazione della vite.L’ appuntamento è organizzato in collaborazione con FederBio Servizi per tutte le novità Made in Italy, vista la leadership italiana nel settore della viticoltura grazie ai suoi macchinari di altissima qualità e molto richiesti all’estero. I Numeri La leadership italiana nel campo della viticoltura si riflette anche nei suoi macchinari. Il comparto negli ultimi due anni ha visto crescere del 30% il proprio export. Enovitis in Campo presenta tutte le novità di un settore che conta su una tra le più avanzate al mondo commenta Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini. In Italia il comparto delle

Vederlo in questi giorni crescere sul Palatino è una grande emozione come quando ne è stata  data notizia un mese fa . E’ il visibile legame culturale ed etico che l’area mantiene con l’origina agricola della civiltà romana e ora, davanti la Curia romana sono state piantate le tre specie di piante di cui fanno menzione le fonti antiche. Il grande e fondamentale valore assegnato al lavoro della terra era d’altronde già ben presente nell’area, tanto che il Parco Archeologico del Colosseo da tempo ha attivato il progetto “PArCo Green”, con una serie di attività capaci di focalizzare l’attenzione sul ruolo della biodiversità dei 40 ettari verdi al suo interno. Un insieme di fauna e flora di incredibile ricchezza, dal quale hanno già preso vita progetti come “L’olio del PArCo” (con la produzione del “Palatinum”, olio EVO da 189 piante di ulivo in collaborazione con Coldiretti e OP Latium) e “GRABees” (installazione di arnie in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale Comitato Mura Latine e produzione del miele “Ambrosia del Palatino”). D’altronde il Parco è ricco di testimonianze storiche e archeologiche che segnalano l’importanza dell’agricoltura, come la presenza nella toponomastica di diverse aree definite “vigna” nel senso esteso del termine,

Patrimonio immateriale UNESCO, è  in fondo l’obiettivo della iniziativa ad opera di un gruppo di viticoltori europei che ha creato  l’associazione Francs de pied  a protezione dei vitigni non innestati coltivati nei loro luoghi di origine. Forte dell’appoggio anche politico di Emmanuel Macron  e dopo i doverosi passaggi “ giuridici” l’associazione è pronta per chiedere una etichettatura europea “ franco di piede” che poggia i suoi fondamenti sulla conoscenza della origine della vite da vino( la Vitis silvestris e della sua discendente Vitis Vinifera)  Ma perché questo ritorno alle origini? Come sostiene Mario Fregoni , presidente onorario OIV  ,per  Lois Pasquet, famoso enoologo   e gande supporter dell’iniziativa “Franco di piede”, la menzione in etichetta attesta che i vini provengono da viti franche di piede nei terroir che hanno dato la nascita delle varietà ivi coltivate e non vuole che  la stessa menzione sia per un vitigno come il Pinot Nero  coltivato in Italia. Messa così è  evidente la valorizzazione  dell’impronta francese a scapito della tipicità dei vini di vitigno (di cui si fa largo uso in Italia, e dell’origine geografica).  Pasquet  è fortemente ancorato a una viticoltura che fonda le sue radici nella storia del suo terroir e rifiuta categoricamente di considerare  i

Ma siamo proprio sicuri che non concimare la terra sia una pratica corretta? Lo ha dimostrato un progetto di ricerca di EuroChem una delle più importanti realtà internazionali nel comparto dei fertilizzanti assieme all’Università della Tuscia  e all’università di Milano con la supervisione dell’enologo Riccardo Cotarella e Attilio Scienza dell’Università di Milano.” Il corretto apporto di sostane appositamente studiate- dice Pietro Costanza di EuroChem Italia- come il   potassio esclusivamente da solfato e azoto totalmente  assimilabile realizzati con una tecnica industriale molto sofisticata, hanno  fornito elementi nutritivi nel momento vegetativo e produttivo della pianta tali da consentire risultati sorprendenti sulla qualità e produzione dell’uva.” Risultati in  campo ed in cantina , meglio nel bicchiere: soddisfatti gli enologi dell’Associazione Italiana Sommelier ( AIS) che hanno giudicato semplici, corretti dalla trama acida e importante il campione proveniente dalle vigne senza concime, più sfaccettati, ricchi al naso e voluminosi al palato quelli provenienti da vigneti concimati.