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Rubrica di Emanuela Medi
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E’ possibile una carta di identità del vino rosso? L’ha disegnata una  ricerca enologica che ha visto la partecipazione di sei  Università italiane (Torino, Bologna ,Padova, Trento, Verona , Napoli Federico II e la Fondazione Edmund Mach) che ha dato risposte interessanti con lo scopo  di offrire ai produttori e a quanti sono del  settore  tutti i parametri fondamentali di 11 rossi monovarietali prodotti in Italia  definendone le caratteristiche come acidità, pH, colore contenuti di sostanze,  in correlazione con altri elementi organolettici come astringenza, sapidità, aromi. Gli 11 vitigni  sono: Aglianico, Cannonau, Corvina, Montepulciano, Nebbiolo, Nerello Mascalese, Raboso Piave, Primitivo, Sagrantino, Sangiovese e Teroldego presi in esame in questo studio finanziato dal ministero della Ricerca nell’ambito dei PRIN, i progetti di rilevante interesse nazionale. Che cosa ne è emerso? Alcolicità: il Primitivo è il rosso con il contenuto alcolico più elevato del gruppo, mentre la Corvina è il meno alcolico. In media i nostri vini rossi sono” robusti” con un valore del 13,9% in volume. Estratto secco, questi variano notevolmente per i singoli vitigni, tranne che per Nebbiolo, Teroldego e Sangiovese.  Acidità titolabile elevata nel Raboso Piave, Aglianico e Primitivo e altri meno come Cannonau, Corvina o Sagrantino. Tannini e antociani. Per la

E’ il preferito dai wine lovers, la categoria in ascesa tra le tante nicchie indicate dal rapporto di Wine Intelligence “Alternative Wine Opportunity Index in 2022, ma il vino naturale è ancora indefinito se come lo indicano la maggior parte dei consumatori “ naturale in quanto tale,” indipendentemente da qualsiasi intervento in vigna e in cantina. Che la ricerca di Wine Intelligence effettuata su un campione di 12.000 consumatori abituali di vino provenienti da 15 Paese diversi possa essere interpretata come indiscutibile , lo mette in discussione la Dg Agri alla Commissione Ue, proprio perchè può rivelarsi ingannevole. E questo non tanto per responsabilità dei produttori quanto perché è una dicitura che si presta a molte interpretazioni. Una questione annosa e riproposta recentemente dal manifesto “La forma e la sostanza, le luci e le ombre ”di Sandro Sangiorgi e Viniveri due personalità importanti del mondo del vino . In Europa, non esiste ancora unanimità tanto che ad ottobre 2020, la Commissione Ue ne ha bocciato l’introduzione a dispetto di quanto accade sul mercato internazionale dove, il vino naturale è di gran lunga la categoria preferita addirittura avanti ai vini organici ed a quelli prodotti in maniera sostenibile, a dispetto anche dalla

Dice Daniele Accordini, dg ed enologo della Cantina Valpolicella Negrar ”Abbiamo presentato  tre nuove etichette tre grandi cru prodotte nelle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) del Soave classico con l’obiettivo di allargare le quote di mercato sia interno che estero. COSTE 2021, molto minerale, fresco, fruttato.  FOSCARINO 2021 (30% affinato in tonneaux) vaniglia, sambuco, minerale, molto lungo e persistente. CASTELLARO 2020 Classico 50 Superiore (50% affinato in barrique) erbaceo, persistente di vendemmia tardiva a metà ottobre. “E’ una gamma di vini che va a completare la nostra classica dei rossi. Avevamo bisogno di superare la stagionalità dei vini rossi e con i bianchi copriamo la fascia estiva da maggio a settembre. Per farlo abbiamo dato valore alla zona del Soave classico, nella parte est di Verona, inserendoli nella nostra gamma premium Domini Veneti, rivolta al canale Horeca” aggiunge Daniele Accordini. La cantina ha presentato anche un nuovo vino rosso, SI' MENTO igt2019 prodotto con uve di Corvina e Corvinone. Questo vino -sottolinea l’enologo- è stato pensato e realizzato per i giovani in particolare della generazione Zeta che vogliono bere un prodotto semplice, non costoso adatto a tutte le occasioni.  E’ un vino che vuole rispondere a una tendenza di mercato nata negli Stati Uniti, diffusasi recentemente anche in Italia, verso vini morbidi, dove il frutto spicca sopra tutte le caratteristiche con un tannino mitigato da un residuo zuccherino superiore alla media, senza per questo entrare nella categoria dei vini dolci, e per

In occasione della manifestazione “Cala Lenta”, una degustazione alla scoperta del principe dei vitigni abruzzesi. Una splendida cornice, quella del cinquecentesco palazzo Corvo di Ortona, oggi sede del Consorzio vini d'Abruzzo. Una batteria di 7 Montepulciano d'Abruzzo da differenti zone e differenti produttori, tutti figli di un millesimo, il 2007, il quale, pur non essendo tra i più blasonati, si è distinto per aver conferito ai vari vini spessore e qualità sufficienti per affrontare un lungo percorso evolutivo. “La Valentina” Azienda ubicata nel Pescarese, in un'area collinare intermedia tra il Gran Sasso e la costa Pescarese. In degustazione, il rosso "base", che da sempre si distingue per l'ottimo rapporto qualità-prezzo. Colore rubino particolarmente vivace. Naso che propone sentori di grafite, humus, inchiostro, rabarbaro, cacao e fungo. Sorso snello, scandito da tannini vellutati e da una graffiante mineralità ferrosa, che si accosta a ritorni fruttati in un finale molto preciso. “Buccicatino - Don Giovanni” Dalla zona di Vacri, nella parte dell'entroterra chietino che dalla Maiella digrada verso la costa. Colore sempre molto integro. Naso più marcatamente maturo, che propone sensazioni animali seguite da salsedine, eucalipto, marasche in confettura, fichi secchi e cioccolato. Gusto rotondamente fruttato, smorzato da una sapiditá ben nitida e da ritorni mentolati. Finale abbondantemente

Lo studio pubblicato su British Journal Nutrition. Ma chi sono questi flavonoidi tanto importanti da essere associati a una riduzione del rischio di mortalità cardiovascolare e per i tumori? Lo spiega bene uno studio il Nurse’s Health Study II, che ha monitorato con cadenza biennale 93.145 infermiere, di età compresa tra i 25 e 42 anni. Ma andiamo per ordine: protagonisti i flavonoidi, polifenoli vegetali contenuti in frutta, verdura e bevande di derivazione vegetale come il tè e il caffè, che hanno molte importanti funzioni. Infatti una alimentazione ricca di flavonoidi stabilizza una molecola, l’ossido nitrico, che funge da vasodilatatore naturale, riduce la dannosissima aggregazione piastrinica oltre che inattivare quel processo chiamato carcinogenesi ovvero morte cellulare. Bene molti studi hanno dimostrato che il consumo regolare di alimenti ricchi di flavonoidi è associato a una riduzione della mortalità per tumori, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 o per tutte le cause. La conferma nel già citato studio Nurse’s Health Study II che valutando l’associazione tra la frequenza di consumo dei citati alimenti, ha dimostrato, nei 18 anni di monitoraggio quanto segue: Rispetto alle non consumatrici di tè e vino rosso, le infermiere che sceglievano queste bevande per più di una volta la settimana,