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Rubrica di Emanuela Medi
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E se sono i giovani  a marcare  in gran parte  il calo dei consumi del vino è un dato di fatto che il fenomeno riguarda  tutta l’Europa vista la previsione  che indica un - ’1% all’anno da oggi al 2035,  con un consumo  di  20 litri procapite, 2,4 in meno sulla media 2018-2022. La fotografia è di Ue Agricultural Autlook 2023-2035, pubblicato recentemente  dalla Commissione Agricoltura dell’Unione Europea che indica  come “il calo più marcato della domanda di alcuni tipi di vino sarà compensato dalla crescita della domanda di vini analcolici, di vini a bassa gradazione alcolica, di bianchi, rosati e spumanti. ”A perdere sono soprattutto i vini rossi. Si salvano gli “altri usi” che potrebbero rimanere relativamente stabili a 30.000 ettolitri (ad esempio, distillazione o trasformazione in prodotti trasformati). Tuttavia non solo i consumi destinati a diminuire.  Perchè anche in conseguenza  del  calo della domanda, diminuirà anche la produzione vinicola europea, del -0,6% all’anno, per arrivare, al netto dell’andamento delle diverse annate, ad un livello di 145 milioni di ettolitri entro il 2035. “Tuttavia, la prevista riduzione dell’uso di pesticidi e i piani per ulteriori restrizioni all’irrigazione in alcuni Paesi dell’Unione Europea potrebbero ridurre sia le rese che la superficie dedicata alla produzione

La Doc Asprinio d’Aversa insiste su 22 comuni ricadenti nelle province di Napoli e Caserta: da queste zone sembrano risalire le origini al Regno di Napoli del XIII secolo. La Corte Angioina, amante dello Champagne, interpellò Louis Pierrefeu, cantiniere della Casa Reale, per la creazione di un vino spumante con il vitigno Asprinio. Il territorio vulcanico dell’agro aversano, ricco di tufo cenere e potassio e le caratteristiche grotte, scavate a 10 metri dal suolo, proprio sotto le vecchie case nei centri urbani, consentirono una perfetta maturazione dell’uva, grazie al quale si ottenne uno dei vini spumantizzati, fra i più antichi in Italia. L’Asprinio fu iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970 ed il nome è legato proprio alla sensazione  “agrumata” prodotta dal gusto del vino; le vigne non lontane dal mare godono anche di quella brezza che stabilizza il vino di ottima sapidità. Evidente è il legame con il territorio di questo – “grande piccolo vino eroico , molto amato da Soldati e  Veronelli, la cui coltivazione in altri territori non  porterebbe allo stesso risultato. L’Asprinio sembra derivare dal Greco di Tufo : si presenta con grappoli piccoli di forma conico-piramidale e muniti di un’ala. Gli acini giallo-verdastri sono molto delicati spesso ricoperti

Possiamo definirlo il primo sommelier della storia, il primo a degustare il vino con criteri moderni. Costui accompagnava il Papa Paolo III Farnese nei suoi viaggi e durante gli incontri pubblici, selezionando di volta in volta i vini migliori, controllava e valutava, i molti vini che il Papa riceveva in dono. Tra i vini preferiti dal Papa e da Sante Lancerio c’erano la Malvagia di Candia, il Greco di San Gimignano, il Greco d’Ischia, il Nobile di Montepulciano.

Puntuale a fine anno la ricerca di Nomisma commissionata dall’Istituto Grandi Vini, che riunisce 18 cantine di primissimo piano del vino italiano (Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Col d’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Marchesi Antinori, Masi, Michele Chiarlo, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi).