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Rubrica di Emanuela Medi
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Per il vino italiano il 2023 si presenta difficile nonostante abbia avuto anni importanti sui mercati mondiali. E’ la lettura dell’Osservatorio Uiv/Vinitaly, presentata ieri al wine2wine di Veronafiere, nel corso del convegno che ha aperto l’evento dedicato al vino. Ma non è solo la previsione del 2023 che vedremo nei dettagli anche il 2022 chiuderà male.

Quali sono le interazioni che stanno promuovendo il crescente interesse per il connubio vino-paesaggio? Senza dubbio, l’agire secolare del viticoltore che ha costruito i paesaggi viticoli di cui oggi disponiamo, ma è anche vero che la contemplazione di un vigneto inserito in un bel contesto paesaggistico genera emozioni che si trasmettono in modo inconscio fino alla qualità percepita del vino.

I consumi di vino in Italia. I dati UIV. Diminuisce il bere quotidiano, aumentano i consumatori adulti.A sorpresa, i maggiori cambiamenti si registrano nelle abitudini dei giovani: se rispetto al 2011 tra i 18 e i 34 anni diminuisce il numero di coloro che bevono solo il 2,9%, è la fascia 35-44 anni a registrare la flessione più importante: -23%. Aumentano i consumatori adulti : +11,4% dai 55 ai 64 anni e +19,3% dai 65 anni in su. In diminuzione, il bere quotidiano che nel decennio passano da 14,9 milioni a 12,4 milioni (-16,8%) con un crollo del 31,3% per chi beve più di mezzo litro al giorno. Per quanto riguarda il rapporto uomini/donne: il 66% dei bevitori è costituito da uomini, ma la crescita maggiore (2021 sul 2011) è rappresentata dalle donne con un +2,3% la media nazionale Vs +9% per il sesso” debole”. Complessivamente oggi sono 30 milioni i bevitori, ovvero il 50% della popolazione adulta.Si beve di più in Umbria, seguita dalle Marche, in linea tre regioni, Veneto, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta. Seguono la Toscana e il Piemonte, mentre in coda ci sono le Isole: Sardegna e Sicilia. Nello spazio con la FIS Poteva mancare a Franco Maria Ricci patron della FIS

Fa storia il primo territorio a ricevere il marchio di certificazione di sostenibilità Equalitas. Si perché dalle aziende sempre più numerose si è passati al territorio nel caso il Vino Nobile di Montepulciano. Un grande salto di qualità perché implica non solo scelte che green. Nel 2015, aveva tra l’altro dato vita ad un rivoluzionario progetto di misurazione Carbon Foot Print dei propri vini, oltre ad ospitare la prima cantina d’Italia, ovvero Salcheto di Michele Manelli, che aveva testimoniato il passaggio importante alla sostenibilità del territorio. “Il viaggio verso un Italia del vino sempre più sostenibile prosegue spedito e, soprattutto, rappresenta ormai di fatto un valore etico ed economico fondamentale nel posizionamento delle nostre etichette sui mercati mondiali”. Ha detto Ricci Curbastro, consegnando l’attestato del marchio Equalitas con le tre E (Environmental, Ethical, Economical) nelle mani del presidente del Consorzio Andrea Rossi.

  Vince ancora la  proposta delle  aziende del Belpaese, la  classica degustazione di 3-5 vini e comprensiva del tour della cantina  e corrisponde al 71% dell’offerta enoturistica complessiva,  secondo l’ultimo report Divinea, il principale portale di enoturismo italiano, con oltre 350 aziende vitivinicole e 1.200 esperienze. Dietro al tour si collocano il pic-nic, il trekking tra i vigneti, la caccia al tartufo, il corso di cucina o il pranzo con degustazione, che in totale corrispondono al 14% dell’offerta.   Gli eventi rappresentano il 7% delle proposte enoturistiche e sono particolarmente concentrati nella stagione estiva. Guardando al prezzo questo varia a seconda di diversi fattori, come il numero di vini in degustazione, il tempo dell’esperienza, la tipologia di cantina e il territorio di appartenenza.   Tuttavia, è possibile individuare tre livelli di degustazioni:  3 vini (fino a 20 euro), quelle di medio livello con 3-5 vini (21-50 euro) e le premium, che prevedono un’attenzione particolare al cliente (oltre i 50 euro).    Guardando al personale coinvolto, emerge che il 55,7% delle aziende che erogano servizi enoturistici si avvale di personale prevalentemente di sesso femminile, e agosto e settembre restano i mesi più richiesti, mentre tra luglio e ottobre si registrano il 70% delle prenotazioni effettuate durante il

Onav organizza a Modena il secondo Master 11/12 giugno Avete sentito parlare di anarchia dei vini naturali? Certo il termine è forte ma non poi così tanto lontano dalla realtà .Dice Franceso Iacono direttore generale Onav” Il mondo dei vini naturali è molto forse troppo sfaccettato: tutti ci vogliono entrare, molti pensano di esserci e ognuno li interpreta a modo suo. Forse questo è un pregio perché è un mondo che non deve essere confinato.” “ Oggi l’unico codice riconosciuto- sottolinea il direttore generale- è quello francese che individua in dieci regole cosa sono i vini naturali ( utilizzo o meno di prodotti chimici e altro ) e include codici di comportamento da parte del produttore e dell’intera filiera” Ma come in tutte le medaglie che si rispettano c’è la facciata negativa. Dice ancora Iacono “ L’aspetto negativo è dato dalla eccessiva personalizzazione del vino prodotto, reso troppo individualista ed esponendo il suo vino alle critiche della miriade di associazioni ognuna delle quali si rifa alla propria idea di vino naturale, o biodinamico o ancestrali creando una grande confusione” Che fare allora? ” E’ necessario formare il consumatore affinchè abbia una sua idea di quello che per lui è un vino naturale, che

Sono tanti i cambi al vertice di molti Consorzi segno anche della vivacità e innovazione di molte denominazione  che  sempre più spesso sono le donne chiamate a  guidare strategie di sviluppo e di innovazione .  Cambio della guardia ai vertici del Consorzio Alta Langa: il nuovo presidente è Mariacristina Castelletta (Tosti 1820). Ad affiancarla come vicepresidente, in continuità con gli anni precedenti, sarà Giovanni Carlo Bussi, viticoltore di San Marzano Oliveto. Castelletta succede a Giulio Bava, che ha guidato la compagine per tre mandati consecutivi tra il 2013 e il 2022.   Presidente e vice sono stati eletti dal Consiglio di Amministrazione dell’ente, scelto a sua volta nell’Assemblea dei Soci della scorsa settimana.  Oggi, nel Cda guidato da Castelletta e Bussi, siedono: Piero Bagnasco (Fontanafredda), Giulio Bava (Giulio Cocchi), Umberto Bera (Bera), Domenico Conta (Enrico Serafino), Sergio Germano (Ettore Germano), Antonio Massucco (Banfi), Alessandro Picchi (Fratelli Gancia), Giacinto Balbo (viticoltore di Bubbio e Cassinasco), Luciano Ferrero (viticoltore di Mango), Gianpaolo Menotti (viticoltore di Castel Rocchero) “La denominazione Alta Langa Docg  -sta crescendo e lo sta facendo bene – spiega Castelletta -. Più di 50 produttori oggi fanno parte del Consorzio e le cuvée prodotte sono complessivamente 90. Costante la base agricola, composta da circa