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Rubrica di Emanuela Medi
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Il 32,3% degli infermieri, pari a circa 130mila professionisti, nell’ultimo anno, ha subito violenza durante i turni di lavoro. Ma 125mila casi sono casi sommersi. Nel 75% le vittime sono state donne. È quanto emerge dalla ricerca Cease-it, conclusa ad aprile 2021 svolta da otto università italiane, (capofila l’Università di Genova) dalla FNOPI. “Numeri che – evidenzia la Federazione – non sono registrati in quanto le aggressioni non vengono neppure denunciate perché ormai sono percepite come dinamiche connaturate alla professione. Si configura così, con proporzioni vastissime, il fenomeno del ‘sommerso’. Ogni anno l’Inail registra 11mila casi di violenza denunciati come infortuni sul lavoro: 5mila sono infermieri. Un dato che rende gli infermieri la categoria più soggetta a questo fenomeno. Ma ai numeri ufficiali bisogna anche aggiungere il sommerso di 125mila vittime che non hanno denunciato”.

Ieri è stata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne di cui ne sono stati forniti molti dati. Uno su tutti: in Italia una donna uccisa ogni tre giorni. Ma quali conseguenze ha avuto la convivenza forzata causata dalla pandemia sugli equilibri delle coppie italiane? L’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps), tramite l’Osservatorio Msa-Covid-19, ha condotto a partire da fine marzo 2020 due indagini che hanno mostrato l’esistenza di un rischio di incremento dei fenomeni di violenza di coppia. I tre articoli originati da tali ricerche sono stati pubblicati sulla rivista internazionale European Review for Medical and Pharmacological Sciences. “Nella primavera 2020, durante il lockdown”, spiega Antonio Tintori, ricercatore del Cnr-Irpps, “la convivenza forzata tra partner ha riguardato quasi il 60% degli intervistati a livello nazionale. Tra questi, oltre il 15% ha vissuto con figli piccoli e circa il 50% con figli con età pari o superiore a 12 anni. La convivenza è avvenuta nel 15% dei casi in un piccolo appartamento (circa 50/70 mq). I dati hanno dimostrato che l’allungarsi del periodo di confinamento può causare un incremento dei casi di violenza domestica, anche in presenza di minori: nella