Whisky, gin e canzoni. Il nuovo modello “americano”
In una canzone sicuramente esecrata dai produttori di acque minerali, giudicata senza dubbio diseducativa dagli astemi e perniciosa dalle varie associazioni antialcooliste, Fred Buscaglione dichiarava: Sono Fred dal whisky facile, aggiungendo che Se c’è una cosa che mi fa tanto male è l’acqua minerale; miracolosa sarà ma per piacere io non la posso bere (Whisky facile, 1958). https://www.youtube.com/watch?v=394kcPXRXwE Fred Buscaglione morì l’anno successivo, nel 1959, giovane (non aveva ancora trentanove anni), mentre era sulla cresta dell’onda, in un incidente stradale forse provocato proprio dall’assunzione di una dose eccessiva di whisky. In quegli stessi anni Cinquanta Renato Carosone nella sua famosa e divertente canzone Tu vuo’ fa’ l’americano del 1956 faceva a sua volta riferimento al whisky, che, con la venuta degli alleati e le simpatie per i liberatori e le loro usanze (basta ricordare il Nando Moriconi di Un americano a Roma, film del 1954, con protagonista l’Albertone nazionale), insidiava la grappa, la sambuca, il maraschino e altre bevande nostrane, non senza mettere bonariamente in guardia il giovane esterofilo dai pericoli del superalcolico d’Oltreoceano a cui lo stomaco italico non era abituato: Tu vuoi vivere alla moda, ma se bevi whisky e soda poi te sienti disturbà. Renato Carosone Siamo nel pieno della ricostruzione postbellica