Un matrimonio di descrittori aromatici e di territorialità: le bollicine dell’Alta Langa e il più famoso tubero del mondo, il tartufo bianco di Alba. L’incontro è avvenuto di recente a Milano per “ La Prima di Alta Langa” con la partecipazione di ben 67 diverse cuvee dei produttori del Consorzio in tutte le declinazioni: bianco, rosato, brut, pas dose, riserva, grandi formati.
Come ha dichiarato il presidente del Consorzio Giulio Bava” Con la prima dell’Alta langa di Milano vogliamo consolidare e allargare la conoscenza della denominazione nella ristorazione nazionale”. Due Masterclass di cui una in cinque calici guidata da Sandro Minnella: un Pinot Nero 100%, uno Chardonnay 100%, una cuvee i Pinot Nero e Chardonnay, un Rosato e una Riserva .” Cinque piccoli mondi diversi per stile, gusto e eleganza.- sorrido alla degustazione del mio compagno di banco Max Caser di Vini 45- Affascinanti gli estremi delle due cuvee in purezza,l’avvolgente e fresco Pinot Nero ed il contemporaneo e seducente Chardonnay, entrambe favolose per tipicità e carattere. Grande aspettativa, pienamente ricompensata, per la Riserva 60 mesi di Gancia con una personalità da vendere”
Masterclass seguita da una professionale e intrigante analisi sensoriale del Tartufo Bianco d’Alba realizzata in collaborazione con Ente Fiera Internazionale del tartufo Bianco di Alba , guidata da Isabella Gianicolo del Centro Nazionale Studi Tartufo
Un matrimonio di descrittori e territorialità chiedo a Isabella Gianicolo” L’Alta Langa è un prodotto molto prezioso, è un vino a tutto pasto che ben si sposa per la punta di acidità con le parti grasse dei piatti da tartufo senza che i descrittori del tubero siano sopraffatti dalla sensorialità delle bollicine. Sono loro , le bollicine, le preferite dal tartufo che è un topping cioè si mette sopra la preparazione e quindi difficilmente abbinabile a un vino semmai questo viene scelto in base alla preparazione mai per il tartufo! Ma in realtà dice Isabella Gianicolo– Alta langa e tartufo di Alba si sposano anche per l’area produttiva: dove nasce il tartufo sono gli stessi territori dei vitigni di questi bellissimi spumanti . Come Centro Nazionale Studi Tartufi assieme al Consorzio Alta langa stiamo portando aventi un percorso di rivalutazione delle aree marginali : quindi dove non esistono vitigni , ma aree boschive in queste stiamo inserendo e piantando alberi e arbusti da tartufo a tutela delle stesse arre”. Ma chiedo quali sono i profumi del tartufo?” Parliamo di descrittori- precisa l’esperta- ogni tartufo è diverso dall’altro per composizione aromatica variabile a seconda delle molecole che lo compongono : spezie . aglio, fungo, miele, terra soprattutto il profumo della terra ben trattata, il premio che la natura da in cambio del rispetto ambientale. Quando tutto questo è in perfetto equlibrio e armonia, allora abbiamo un buon tartufo, da mangiarsi a metà novembre quando la terra è più freddina, da comprarsi in negozi certificati e non da falsi tartufai ,espressione di territorialità , rispettoso delle zone produttive cui appartengo: il bacino sud collinare del Po, quindi molto controllate.”
Competitor ? “ Non ci devono essere campanilismi, noi dobbiamo portare avanti il tartufo come prodotto Made in Italy di altissima qualità e cultura senza dimenticare, perché conosciuto nel mondo ,il Tartufo Bianco di Alba. L’anno prossimo La Fiera Internazionale del tartufo di Alba compie 90 anni. Anni di promozione, attenzione, ricerca che stiamo attuando con un gruppo di agronomi sul bioma. Dopo aver sequenziato il genoma, ci stiamo concentrando sul bioma cioè sui microorganismi che collaborano alla formazione del tartufo a livello ipogeo, cioè piante, terreno, clima e ecositema” Inevitabile la domanda sulla produzione” Abbiamo iniziato bene- conferma la Gianicolo- con un prezzo di 250 euro il grammo e prevedo una buonissima annata con prezzi che ovviamente seguono il mercato molto apprezzato dagli americani, nord europei, tedeschi, giapponesi. Si stanno profilando i neozelandesi e gli australiani”
Tutto perfetto in fatto di abbinamenti? “ No ,- dice l’esperta-manca il terzo attore..l’uovo! Mi raccomando!” e Isabella inizia la lezione posizionando 5 bicchieri con dentro ben avvolti da carta velina i preziosi tartufi..e già l’aria ne è satura.
Emanuela Medi giornalista, sommelier