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Rubrica di Emanuela Medi
 

Tra la gente per farci conoscere: parla Giovanni Busi, Presidente Consorzio Vino Chianti

Si presenta in piena salute, almeno dal punto di vista produttivo, la Toscana con 2,85 milioni di ettolitri nel 2018, ottenuti da 60mila ettari di vigneti, di cui il 92% a vocazione rossista, (dati forniti dalla Regione Toscana), alla partenza delle sue Anteprime e di Buy Wine, che si svolgono dall’8 al 16 Febbraio a Firenze presso la Fortezza da Basso.

Anche dal punto di vista economico le cose vanno benone  con una produzione  che nel 2018 ha raggiunto un valore di 2,97 miliardi di euro con una crescita del 22% e con il 70% dei vini venduti all’estero (dati Coldiretti).

Giovanni Busi,  il Chianti è la denominazione più estesa e sicuramente la più conosciuta in Italia e all’estero, cosa vi aspettate da questa anteprima?

Ci aspettiamo di confermare un pubblico composto da molti giovani , lo scorso anno abbiamo avuto 4mila presenze, quest’anno ci aspettiamo qualcosa in più. Sottolineo questo dato per noi inaspettato per diversi motivi: i giovani vogliono non solo degustare un vino ma sapere cosa c’è “dentro il bicchiere”  quindi incentivano quello scambio di informazioni tra consumatore e produttore importanti per la crescita culturale di entrambi. Le posso assicurare che se viene  trovato un difetto, l’anno dopo difficilmente verrà riproposto dal produttore. Inoltre la formula ”Chianti Lovers” ideata e realizzata anni fa è stata vincente per una strategia non solo commerciale ma  anche di immagine: il Chianti deve stare in mezzo alla e per la gente – io la definisco filosofia pop – e non che il pubblico per conoscere il Sangiovese deve recarsi per forza nella nostra vastissima denominazione composta da sette Sottozone e le ricordo Rufina,Colli Senesi, Colli Aretini, Montalbano, Colline Pisane, Montespertoli, oltre alle venticinque cantine maremmane per il Morellino di Scansano. Con questa anteprima dedicata, la mattina, ai giornalisti esperti buyers italiani e  oltre 30 stranieri, nel pomeriggio ospitiamo il pubblico alla presenza di ben 500 operatori che imbottigliano!

Il secondo motivo dovuto proprio a questo fenomeno è la qualità: certamente aumentata tra i produttori che si sentono esaminati e come tali impegnati a mantenerla alta  nei loro prodotti e la crescita qualitativa dei consumatori che non concedono molti sconti..Cresce l’azienda, crescono i consumatori  soprattutto giovani.

Il Sangiovese rimane sempre un grande vino in Italia e all’estero

L’Italia rimane sempre il nostro primo mercato con il 30% di venduto, l’altro 70% è destinato all’export con mercati che cambiano. La Germania grande mercato per il vino Italiano  ha acquistato molto meno, si calcola una perdita  nel 2018,del 20% moltissimo, calo anche in America, stabili gli altri mercati. La Cina sarà un mercato interessante: come brand Chianti negli ultimi due anni abbiamo avuto un aumento di vendite  ma soprattutto di immagine : tanto che abbiamo creato delle scuole per far conoscere il Sangiovese in 4 città cinesi con corsi tenuti dai buyers cinesi che per diversi anni hanno seguito le nostre anteprime imparando a conoscere questo vitigno. I cinesi amano i diplomi e questi non sono mancati per i nostri docenti: corsi pieni, un successone!  Non è un caso quindi che il futuro per noi è l’Asia, in parte anche il Sud America se non fossimo gravati da troppe tassazioni e intralci burocratici

La Toscana ha molti campanili e tante Doc e Docg, troppe?

A parte il Chianti Classico con cui non abbiamo alcun accordo commerciale, con le altre che appartengono alla  denominazione Vino Chianti , la più estesa (vorrei ricordare che occupa quasi il 33% della superficie della Regione), c’è molta sinergia tanto che ci adoperiamo per far si che siano il più possibile presenti alle Fiere cui partecipiamo in modo da dare loro visibilità e incentivare le vendite all’estero.

Cosa chiedete ai Consorzi e alle Istituzioni?

Alle prime, chiedo, più coesione con la messa a punto di strategie che favoriscano tutti i produttori e tutte le denominazioni. Alle seconde e mi riferisco alla Regione Toscana, una più attenta ed equa distribuzione dei   finanziamenti.

Emanuela Medi, giornalista

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