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Rubrica di Emanuela Medi
 

Un vino racchiuso in un’anfora

Dai tempi dei fenici fino ai romani e oltre il vino veniva prodotto e conservato in un’anfora. Il materiale utilizzato era la terracotta, all’interno della quale i vini nascevano, si affinavano, venivano trasportati da una sponda all’altra del mare. Oggi si riscoprono antiche tradizioni che permettono ai vini moderni di essere assaporati come anticamente.

Gli antichi ne facevano già buon uso ma solo recentemente l’utilizzo della terracotta per fare il vino è stato nuovamente riscoperto.  Per la porosità che caratterizza questo materiale, l’utilizzo della terracotta senza alcun rivestimento permette una intensa ossigenazione e il buon passaggio di ossigeno determina una maturazione ottimale dei vini rossi ma anche di quelli bianchi.  Molte le cantine che utilizzano questo materiale come ad esempio la terracotta della terra d’Impruneta che non ha problemi di metalli pesanti con il vino, sia a contatto con la terra sia con le giare ricoperte da c’era d’api o da resine di vetro. Ha una capacità di isolamento termico straordinaria e consente al vino di non subire sbalzi termici eccessivi durante la conservazione.

Primi, dopo i Romani 2000 anni fa, e unici produttori dell’Isola d’Elba di vino rosso in terracotta, la  cantina Tresse ICT produce un vino ottenuto dopo un lungo affinamento in grandi anfore di terracotta di 800 litri create dagli artigiani di Impruneta appunto. Il Tresse è un “cru” composto da Sangiovese e in parte da Syrah e Sagrantino. Uve che permettono di ottenere vini di struttura e longevi. 

Dopo circa otto anni complessivi di affinamento, arriva invece sul mercato il primo vino rosso di Gravner fermentato in anfora del Caucaso.  Prodotto con uve merlot e cabernet sauvignon da vigne piantate nei primi anni ‘60 nel vigneto di Hum, il Rosso Gravner 2010 è frutto di una stagione che ha prodotto rossi piuttosto austeri in Collio. Il vino ha fermentato per quattro settimane in anfora e proseguito l’affinamento in botti di rovere fino a settembre 2014, quando è stato imbottigliato.La modalità utilizzata è quella classica del Caucaso, tipica della zona dei Kakheti, che prevede l’impiego di grandi anfore in terracotta interrate, lunghissime macerazioni e l’uscita sul mercato non prima di sette anni di affinamento. Le anfore, a differenza dei legni, vengono lavate dopo ogni utilizzo così da poter essere utilizzate indistintamente per bianchi o rossi.

Tra i vini bianchi fermentati in anfora va ricordato HERMIA  I.G.T. Toscana Bianco – 2016 che prende il nome da un schiavo realmente esistito duemilacento anni fa all’isola d’Elba. Per conto del suo padrone, l’illustre Valerio Messalla, Hermia acquistò a Minturno nel Lazio meridionale i grandi orci (dolia) con cui arredò la cantina e stampigliò il suo nome accanto alla figura di un delfino che rimanda a un’antica e affascinante leggenda dell’Asia Minore. Questo vino è prodotto da uve Viognier con le bucce lasciate a contatto con il vino per mesi.

Il Trebbiano d’Abruzzo della linea “Anfora” prodotto dalla cantina Cirelli è veramente molto interessante. Al naso è complesso e arriva con sentori freschi di mela renetta, pera ed erbe di campo, armoniosamente uniti a note di cera e aromi di pesca bianca. Il gusto risulta minerale con sapori di birra e grano. L’acidità è incisiva.

 

Monica Assanta giornalista

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.