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Rubrica di Emanuela Medi
 

Val d’Orcia patrimonio dell’umanità

Il primo sito italiano ad essere considerato patrimonio dell’umanità, in cui la viticoltura svolge un ruolo determinante ai fini stessi del riconoscimento, è la Val d’Orcia, a cui Montalcino fa parte. Il dossier, approvato nel 2004, riconosce alla storia agricola locale il ruolo di aver costruito un paesaggio dal valore universale ed eccezionale.

“La continuità degli insediamenti umani fu esaltata nel Rinascimento dalle profonde trasformazioni del territorio all’introduzione di nuovi tipi di colture (colture miste, vigneti, oliveti), nuovi sviluppi terreni (sistemi orizzontali o storti, movimenti di terra, costruzioni talus), nuovi rapporti di produzione (investimenti di terreni, contratti di mezzadria)”.

“A queste mutazioni corrisponde lo sviluppo diffuso di case coloniche, che secondo la nuova concezione della campagna e il “paesaggio bello” si trovano spesso in posizione dominante e arricchite da elementi architettonici di valore (logge, belvedere, portali e vicoli, ingressi alberati)”.

Seppure gli aspetti naturali non sono stati presi in considerazione ai fini della patrimonializzazione, la Val d’Orcia presenta delle caratteristiche di complessità e di varietà geologica, dove predominano depositi di lava e sedimenti di sabbie e di argille.

Questa combinazione è peraltro alla base di due fenomeni che hanno contribuito, fin dall’Età Classica, allo sviluppo di numerosi insediamenti umani; da una parte, infatti, abbondano le sorgenti d’acqua naturale mentre, dall’altra, quelle di origine termale.

Inoltre, la presenza di un asse stradale estremamente importante, come la via Francigena, spiega la densità e la grande varietà di strutture architettoniche lungo tutto il suo percorso.

I numerosi resti di manufatti etruschi e romani, relativi al vino ed alla coltivazione di vitigni nell’area, testimoniano che la Val d’Orcia vanta una lunga tradizione nella produzione di vini rinomati e di qualità. Persino i nomi di alcune delle località, come quella di Bagno “Vignoni” (che deriva dalla parola “vigna”), sono un’ulteriore prova che tutta l’area è, da sempre, dedita alla produzione vinicola.

Oggi, la Val d’Orcia resta uno dei territori più evocativi della Toscana e lo stretto rapporto, che ha da sempre contraddistinto i centri urbani e la campagna, favorisce sistemi di interdipendenza e cooperazione tra le differenti comunità, riuscendo a preservare, da una parte, gli elementi iconici che hanno caratterizzato la sua identità territoriale e, dall’altra, le sue componenti naturali e antropiche.

Arch. Mariagiovanna Basile

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