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Rubrica di Emanuela Medi
 

Vale circa 538 miliardi di euro l’intera filiera agro-alimentare, pari al 25% del Pil

Un  settore simbolo del Made in Italy che chiede azioni concrete per ripartire. Per approfondire l’impatto della recente pandemia sul settore si è tenuto giovedi 9 luglio, in un nuovo format digitale, il Food & Made in Italy Summit organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con 24 ORE Eventi, moderato dalla giornalista del Sole 24 ore, Micaela cappellini

“ Meno  chimica inquinante- ha detto Paolo De Castro, coordinatore della commissione Agricoltura del Parlamento Europeo- per abbattere le emissioni gassose obiettivo del Green Deal, progetto della Commissione UE nella lotta ai cambiamenti climatici. senza perdere di vista il tema centrale che è quello della incentivazione delle imprese dell’agroalimentare e degli agricoltori. Ma come? Non poteva non essere atteso l’intervento in chiusura della Ministra, Teresa Bellanova” L’agricoltura italiana nel corso del lockdown ha dimostrato la propria centralità riconosciuta dal Governo che all’interno del decreto Rilancio ha  stanziato 1,150 milioni di euro cui vanno aggiunti i 460 milioni destinati all’esonero contributivo per sei mesi dei lavoratori del florovivaismo, della zootecnia, dell’apicoltura e delle birre

artigianali.

Ora un analogo riconoscimento- ha sottolineato la Ministra- deve venire dall’Europa  sia in sede di riforma Pac che nell’implementazione della strategia del New Deal in cui deve essere riconosciuto, con risorse aggiuntive ,il ruolo degli agricoltori che svolgono a favore della sostenibilità. Anche se la ristorazione non rientra tra le competenze del mio dicastero , sto promuovendo un lavoro interministeriale   per le inevitabili ricadute nella filiera agroalimentare e in quello del vino che più hanno investito sulla qualità e su un riposizionamento medio alto”

 E non poteva mancare una tavola rotonda dedicata alle incognite ed alle nuove opportunità di mercato della Wine economy    .“Il settore vitivinicolo italiano è uscito dal lockdown, fortemente colpito. Lo stress test dell’emergenza Coronavirus, lo ha messo dinanzi a problematiche contingenti come il blocco delle attività e, in particolare, dell’Horeca (Hotel, ristoranti, caffè) – canale che per il comparto vale al consumo 6,5 miliardi di euro l’anno -, e lo stop agli spostamenti che ne hanno congelato l’export e, quindi, un capitale da 6,4 miliardi di euro” ha sottolineato Luca Brunelli, membro di Giunta Cia-Agricoltori Italiani con delega al settore vitivinicolo.

“Allo stesso tempo, però, sono venuti a galla difetti strutturali che il comparto avrebbe dovuto affrontare già da tempo, come la mancanza di omogeneità di sistema, ora sempre più urgente di fronte allo spettro recessione che potrebbe orientare verso prodotti a prezzi bassi, a scapito della qualità. Le aziende che hanno investito su quest’ultima, infatti, anche nel comparto vitivinicolo, rischiano di non beneficiare realmente dei decreti anti-crisi. Del resto, i 100 milioni di aiuti previsti dal Dl Rilancio, poco potranno per un settore da 13 miliardi. A fare la differenza, dunque, saranno le disposizioni attuative e la loro efficacia a tutela delle produzioni di qualità. Occorrerà, a tal fine, orientare al meglio le risorse e puntare sulla reale capacità competitiva del Made in Italy, passando per OCM e internazionalizzazione”.

“Mai come nell’emergenza Covid il Gruppo Caviro e il sistema Cooperativo a cui fa capo hanno dato prova di vigore e solidità confermando la validità e modernità del nostro modello di filiera a 360°” ha dichiarato il Direttore Generale di Caviro SimonPietro Felice.  “I clienti hanno apprezzato la continuità delle forniture e la capacità di adattamento alle loro richieste. I produttori hanno toccato con mano la resilienza dei loro consorzi cooperativi e la garanzia di reddito assicurato.

Questo grazie anche ai principi di economica circolare e sostenibilità che il Gruppo ha messo in atto negli ultimi 50 anni, da noi nulla va sprecato, dagli scarti della lavorazione dell’uva vengono prodotti per esempio alcool denaturato, polifenoli, acido tartarico, energie rinnovabili quali bioetanolo, biometano, prodotti nobili in grado di produrre a loro volta ulteriore reddito e salvaguardia dell’ambiente”. 

Sponsor del Food & Made in Italy Summit  del Sole 24 Ore sono stati Profood, Reale Mutua, Caviro, Cia, Expense Reduction Analysts, Fiere di Parma e Volkswagen Veicoli Commerciali.

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