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Rubrica di Emanuela Medi
 

Valle d’Aosta: viticoltura eroica ed enogastronomia DOP

Non sarebbe una novità  scrivere di enogastronomia delle nostre regioni tante sono le pubblicazioni e trasmissioni radio televisive di cui ne sono oggetto. E’ invece una piccola novità in cui s’ è cimentata la nostra Ilaria Martinelli  che lo ha fatto in modo fresco, agile, ragionevolmente breve ma inappuntabile per farci conoscere il meglio del Belpaese.

valle d'aostaLa Valle d’Aosta è una piccola regione italiana di circa 3000 kmq racchiusa tra le vette più alte e famose della catena alpina  come il Monte Bianco che arriva fino a 4950 m. Il fiume Dora Baltea attraversa la regione creando la vallata centrale,  l’area più fertile della regione. I laghi sono di piccole dimensioni e il 4% della superficie è ricoperta da ghiacciai. Il clima in Valle d’Aosta è piuttosto rigido con estati fresche e notevoli escursioni termiche tra giorno e notte ed il terreno, formatosi in prevalenza durante l’orogenesi delle Alpi è sedimentario e morenico, ricco di rocce metamorfiche. 

STORIA

La coltivazione della vite nella Valle formata dalla Dora Baltea risale al tempo dei Celti con la tribu dei Salassi che apprese l’arte vinicola dagli etruschi come testimoniano anfore e ritrovamenti risalenti al V secolo a.C. La superficie vitata in Valle d’Aosta è di 400 ha distribuita perlopiù in montagna circa il 60% in collina 35% e la restante parte in pianura. I Romani perseguirono la tradizione vincola narrata da Svetonio: sembra infatti che Cesare amasse il vino di Donnas definito il “fratello montanaro del Barolo” più sottile ma espressivo della zona, ricavato da uva Nebbiolo che in Valle d’Aosta si chiama “Picotendro”. La caduta dell’Impero Romano provocò l’abbandono della coltivazione ma la ripresa fu celere grazie al Vescovo di Ivrea che nell’anno 1000 impose la coltivazione della vite per scopi sacri. Dalla regione partì il commercio verso la Francia e quando a metà ‘800 la fillossera colpì il vigneto europeo il patrimonio valdostano fu risparmiato grazie all’altitudine e la conformazione del territorio.

VINI E VIGNETI

vitigni valle d'aostaLe vigne fanno capo all’unica DOC Valle d’Aosta/ Vallée d’Aoste” suddivisa in 7 zone : Arnad-MontjovetBlanc de Morgex et de La SalleChambaveDonnas, Enfer d’Avrier, Nus e Torrette. La  Valle d’Aosta possiede  un paesaggio vinicolo suggestivo poiché ha una viticoltura posizionata in zone montuose tanto  da essere definita “ eroica”, e infatti Morgex ha i vigneti più alti d’Europa con oltre 200 mlsm di quota. Qui si coltiva il Prié Blanc, vitigno autoctono che sembra avere lo stesso DNA del vitigno spagnolo Legiruela. Il Prie Blanc è alla base della Doc Valle d’Aosta Blanc de Morgex e de la Salle in versione ferma e spumantizzata, vino chiaro, dai riflessi verdolini tenue ed elegante.

Altro vitigno importante il Petit Rouge utilizzato nella Valle centrale nel territorio  di Arvier con il vino “Enfer d’Anvier” (Inferno d’Arvier) a base di Petit Rouge per l’85%. Vino corposo e inaspettato per un altitudine di oltre 1000 mt. Altro vino a base Petit Rouge è il Torrette ma in assemblaggio Infine il Petit Rouge se unito al Vien de Nus origina il Nus Rouge, un vino fine, speziato e mai pesante. Da menzionare anche lo Chambave Rouge, a base di Petit Rouge. Il Nebbiolo viene usato anche per l’Arnad-Montjovet vino interessante nella zona.  

E parliamo dei bianchi ricordando lo Chambave Muscat vino secco aromatico e la Nus Malvoise ricavato da Malvoise clone del Pinot Gris in versione secco o vinificato da uve appassite. Grandi risultati anche i vitigni autoctoni Fumin e Vuillermin, vitigno scomparso recuperato dall’Institute Agricole Regional (nel 2000 vi erano 0,1 ha coltivati), fondato nel 1982 per la ricerca e la sperimentazione di tecniche agronomiche ed enologiche dei vitigni autoctoni. Non mancano gli internazionali come Chardonnay, Petit Arvine, Pinot Nero e Syrah. Interessante in questa regione il numero  di  cooperative come la Cave du Vine Blanc De Morgex e de La Salle che valorizza questo particolare vino di montagna, la Crotte de Vigneron, Co-Enfer e le Caves Cooperative de Donnas. Tra i privati da menzionare Les Cretes di Costantino Charrère con lo Chardonnay Cuvée Bois e il Petit Arvine Vigna Champorette. Anselmet, Feudo di S. Maurizio noto per il Vuillermin e Ottin produttore naturale con uno dei migliori Petite Arvine della regione azienda fondata nel 2007.

fontina dopGASTRONOMIA 

Tutte meritevoli di menzione le 4  DOP regionali: il Fontina DOP (formaggio a pasta semicotta da latte di vacche pascolate ad alta quota, nota per il delizioso profumo di noce ed erbe di montagna) e il Valle d’Aosta Fromadzo DOP (a cui si può aggiungere latte caprino) , il Valle d’Aosta Jambon de Bosses DOP (prodotto con cosce di maiale insaporite con erbe di montane dal XIV) e il Valle d’Aosta Lard d’Arnad DOP  contende al Lardo di Colonnata il primato nella sua tipologia. Ottimo il miele e tra la frutta le mele renette.

ILARIA MARTINELLI,   Master Sommelier

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Scritto da

Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.