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Rubrica di Emanuela Medi
 

Variare la dieta aumenta l’aspettativa di vita

Di fronte  all’aumento della vita media, aggiungere salute agli anni diventa uno degli obiettivi fondamentali di una corretta politica sanitaria. E’  dimostrato che incrementare la varietà alimentare consente di assumere un numero crescente di nutrienti o componenti del cibo a valenza positiva, in grado di migliorare tutti gli effetti salutistici derivanti da una dieta ricca e varia.

Una importante ricerca internazionale cui hanno aderito 189 Nazioni nel periodo 1961-2013, ha raccolto i dati relativi agli alimenti consumati in 18 giorni e raggruppati in categorie sufficientemente omogenee (patate, vegetali,, legumi in semi,cereali, carne, pesce uova, zuccheri, grassi), valutando per mezzo di tecniche standardizzate i diversi momenti e i differenti alimenti nell’alimentazione quotidiana e la maggiore o minore monotonia della stessa.

I ricercatori hanno poi correlato questo parametro (monotonia) con l’aspettativa di vita ed è emerso il rapporto diretto tra maggiore diversità alimentare e l’aumento dell’aspettativa in salute. I risultati della ricerca confermerebbero l’ipotesi secondo la quale la varietà alimentate rappresenta un indicatore positivo della dieta stessa perché è i grado di aumentare l’assunzione di micronutrienti benefici quali il calcio, magnesio, ferro, zinco, rame, vitamine del gruppo B e vitamina C

Gli stessi ricercatori hanno rimarcato come. come una ridotta varietà alimentare può essere negativa perché incrementa il carico glicemico associato a una maggiore assunzione di carboidrati oltre la quota del 50-55%. Fatto che inevitabilmente si ripercuote con un aumento rischio di obesità e intolleranza al glucosio. Secondo questa indagine quindi, le popolazioni che hanno a disposizione una maggiore varietà alimentare sono quelle  che hanno anche una maggiore aspettativa di vita, e quello che più conta, un maggior numero di anni in salute.

Fonte NFI (Nutrition Foundation of Italy)

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