Appunto, nulla di scontato in questa enoteca di via Taranto a Roma (zona San Giovanni) che si fa notare per l’impostazione rigorosa e lineare volutamente scelta per dare la massima visibilità e coerenza ai vini esposti. Una logica quasi matematica che rispecchia non solo la professionalità di coloro che la gestiscono Mirko di Mambro e il patron Giorgio Mansueti ma la stessa impostazione di Verso che ama proporre il biodinamico: quindi niente sovrastrutture, impalcature, orpelli aggiunti ma linearità, semplicità, naturalezza perfettamente espressa dal materiale scelto delle scaffalature di legno e corten.
“Il vino-dice Mirko da una sua risposta a due fenomeni importanti : abbatte le barriere , in un momento in cui le barriere si devono abbattere, e vuole essere sostenibile in un momento di grande crisi economica e di diversa gestione del pianeta.. Abbiamo in Italia figure importanti del biodinamico e mi riferisco a Stefano Bellotti, presidente della Renaissance Italia, Elisabetta Foradori, portabandiera delle donne del vino italiane, la signora Marinella Camerani.
Sto seguendo molto da vicino la rinascita dei vini del Lazio dove troviamo una delle realtà più interessanti sotto il profilo agricolo biodinamico che è quella di Carlo Noro, da poco avventuratosi anche nella viticultura. Parliamo di Cesanese con le piccole realtà come la “ Visciola” di Piero Macciocca e “ Riccardi-Reale” di Piero Riccardi e Lorella Reale , della riscoperta di vitigni autoctoni come il Maturano, il Pampanaro, Capolongo e Lecinaro, Olivella ad opera di Palazzo Tronconi di Marco Marrocco ad Arce e DS BIO di Danilo Scenna a Pescosolido, entrambi di Frosinone.
Ma torniamo a Verso: colpisce la scelta dei vini: tanta, tantissima Francia e non poteva essere diversamente per chi come Mirko ce l’ha nel palato. Da Bordeaux alla Borgogna figuriamoci se non troviamo il meglio della Cote de Nuits e Cote de Beaume anche a prezzi non proibitivi. Champagne dalle grandi maison ai vigneron più interessanti (una rarità a Roma). E poi Loira, Alsazia, Rodano, Linguadoca. Sono e vogliono essere internazionali: il meglio degli Chabils, che adoro, sono li per farsi gustare, come l’Austria territorio interessantissimo, Germania, i paesi dell’Est, Moldavia e Slovacchia. Altro che geografia e atlanti, Verso offre una straordinaria geografia dei vini.
I nostri? Ci sono, ci sono: anche loro ben allineati per regione, tipologia ma con un occhio attento alla novità: niente di scontato perché Mirko vuole far conoscere le tante piccole eccellenze che non hanno la forza del mercato per numero di bottiglie prodotte o del nome blasonato o il politicante che promette, promette… Loro ce la faranno in qualità ed è questo che vuole il consumatore. Auguri Mirko!
Emanuela Medi, sommelier