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Rubrica di Emanuela Medi
 

VinNatur Workshop: l’autocritica alla base del buon vino naturale

Una Tre giorni di studio e confronto sullo stato dell’arte del vino naturale sotto il profilo produttivo e della ricezione da parte del mercato per far emergere senza pregiudizi i punti di forza e di miglioramento del vino.

Questo alla base di un Workshop appena conclusosi dove i vini sono stati valutati in base ai classici parametri organolettici usati nelle degustazioni ufficiali. Il quadro che è emerso è di una qualità media in ascesa rispetto agli anni precedenti, con alcune punte di eccellenza ma anche con vini che presentano ancora difetti evidenti, indice che per alcuni c’è ampio margine di miglioramento.
“Quando l’anno scorso abbiamo deciso di iniziare questa avventura – racconta Angiolino Maule, presidente di VinNatur – l’abbiamo fatto con l’intento di metterci in discussione consapevoli di avere dei limiti e di poterci migliorare. Il Workshop è stato pensato come uno strumento a disposizione dei nostri associati per comprendere gli errori e correggersi nella produzione di vini naturali.
Ci teniamo a sottolineare che quello che distingue VinNatur da molte altre associazioni è la fiducia nella formazione e nella ricerca e l’umiltà di non sentirsi arrivati“.
Attorno ai tavoli di confronto gli esperti si sono confrontati su diversi temi: le sfide alla certificazione dei vini naturali, l’approccio degustativo e i progressi in vigna. È emerso come il futuro del vino è strettamente legato alla qualità e alla composizione del terreno in cui sono coltivate le vigne. Perchè solo attraverso un rispetto maggiore del terroir si può ottenere un prodotto più naturale possibile. VinNatur coltiva la rete di collaborazioni con diverse Università, Centri per la Sperimentazione e con la società di consulenza agronomica Vitenova al fine di trasferire ai propri soci conoscenze negli ambiti della biologia, dell’entomologia e della fisiologia da applicare in vigna e in cantina. Le analisi previste dal Disciplinare VinNatur, inoltre, aiutano i soci a verificare e affinare il grado di apprendimento e di messa in pratica delle conoscenze acquiste.
Ecco il podio… per le bollicine vince il Veneto Col Tamarie “Col Tamariebio”, seguito da Emilia Romagna Il Farneto Soc. Agr. “Mary of Modena” e dal Veneto Insolente “Ramato” 2017 .

Sui bianchi primeggia la Lombardia con Martilde Az. Agr. “Dedica” Provincia di Pavia Malvasia IGT 2018 seguita dalla Campania Giovanni Iannucci “Campo di Mandrie” Beneventano IGP 2017 e dalla Sicilia Marco De Bartoli & C SRL “Integer” Grillo Terre Siciliane IGP 2017.

Per i rossi, podio più alto alla Basilicata con Musto Carmelitano Az. Agr. “Pian del Moro” Aglianico del Vulture DOC 2013, seguito dal Piemonte Barale Barolo 2015 e dall’ Alto Adige Reyter “Schiava” 2016.

Monica Assanta, giornalista

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