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Rubrica di Emanuela Medi
 

Vino e pittura di genere

L’interesse per la raffigurazione di scene di vita quotidiana è rintracciabile già nei secoli precedenti il XVII, epoca in cui la pittura di genere si afferma diventando un genere artistico autonomo. Particolarmente incline a narrare i più tradizionali temi religiosi in chiave domestica, è Domenico Ghirlandaio.

A questo pittore si deve un interessante documento sull’uso medicinale del vino nel Quattrocento. Si tratta di un episodio della vita del Battista affrescato sulla parete destra della cappella Tornabuoni nella Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Qui, a Elisabetta pallida e emaciata ancora a letto per la fatica del parto, una fantesca reca su un vassoio un bicchiere e due bottiglie di acqua e di vino. Nonostante le convinzioni che il vino non poteva essere bevuto dalle donne, è veramente straordinario il caso di Elisabetta, puerpera attempata, cui si rendeva necessario il vino come medicamento insostituibile per convalescenti e nutrici.

Il vino compare spesso nelle opere del Velasquez e, fra queste nel dipinto,” Ragazza e due popolani a tavola “ conservato a Budapest nello Szèpmuveszeti Museum. In questo quadro una giovane fanciulla serve del vino a un uomo anziano mentre, di fronte, un giovane dell’aspetto poco più che adolescente sembra protestare per essere rimasto escluso  dalla degustazione. La scena è molto realistica visto che anche allora il vino era riservato a persone dall’età matura per i quali sarebbe stata addirittura una medicina e fortemente sconsigliato ai giovani.

Tuttavia l’atmosfera grave del quadro rimanda a una seconda ipotesi: il pesce affumicato, il bicchiere di vino bianco e il pane, tutti oggetti disposti ad arte sul tavolo, simbolici alimenti che rimandano a Cristo, dipinti assieme al coltello del tradimento di Giuda dalla parte dell’uomo anziano, sembrano alludere alla sua conoscenza del Vangelo.

Dall’altra parte del tavolo, un frutto sferico che rimanda alla mela del peccato originale e il salino dorato testimonia la saggezza della donna nella scelta di escludere il giovane dal bere. Quest’opera eseguita nel 1620, fu donata dal pittore a Juan de Fonseca, cappellano di re Filippo IV in quanto capolavoro del Velasquez in grado indicare un forte messaggio spirituale dietro una riuscita scena di genere. La musica associata al bere è un tema molto amato dai pittori fiamminghi  del Seicento che dipingono numerose immagini di bevitori.

E’ il caso del “ Violinista ebbro “dipinto da Guerrit van Honthorst, il “baro con asso di quadri” di Georges de La Tour,  e poi ancora” Il banchetto degli ufficiali della milizia di San Giorgio” a  Harlen dipinto di Frans Hals e citiamo per ultimo non da ultimo lo splendido” Gentiluomo e donna che beve” di Jan Vermeer conservato al museo di Berlino. In questo dipinto è rappresentato un giovane che serve del vino da una brocca: lo sguardo sembra così carico di aspettativa quasi a confidare nel vino, per ottenere una risposta benevola della fanciulla al suo corteggiamento.

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