Che l’Italia sia tra i primi paesi nell’export di vini all’estero, non è certo un mistero; in che zone del mondo sono più apprezzati i nostri vini ed in quale volume, è invece una bella domanda. La risposta è fornita dai dati elaborati da Nomisma per il Sole 24 Ore su dati delle Dogane, basati sui primi 10 mesi del 2019.
Al primo posto della classifica dei vini bevuti all’estero (in valore) troviamo l’universo del Prosecco, nelle due Docg di Conegliano Valdobbiadene e Colli Asolani e le macro Doc che arrivano fino al Friuli, che hanno esportato complessivamente 870 milioni di euro (+17,6%).
Successivamente, in seconda posizione, figurano i vini rossi Dop Toscani, vale a dire (in primis ma non solo) Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Chianti classico, che hanno fatto registrare un fatturato di 442 milioni di euro (+0,9%)
Terzo posto per i vini rossi Dop del Veneto con 232 milioni di euro (+7,8%), seguiti dai rossi Dop Piemontesi, Barolo e Barbaresco in prevalenza, che fatturano 225 milioni (+10,6%). Alla fine di questa speciale top 5 troviamo l’Asti Dop, con un valore complessivo di 103 milioni di euro (-5,7%)
Esiste poi una vera e propria collocazione sulla mappa dei vini appena elencati, che ricordiamo sono stati scelti tra quelli che superano un fatturato di 100 milioni di euro all’estero: Brunello, Nobile di Montepulciano e Chianti Classico spopolano negli Stati Uniti, mentre Barolo e Barbaresco sono apprezzatissimi in Canada. Il Prosecco vende di più nel Regno Unito (cosa accadrà con la Brexit?); l’Amarone riconquista posizioni in Germania così come l’Asti in Russia.
Nel complesso, oltre i singoli vini, emergono dati incoraggianti sull’export di vini italiani all’estero: dal +6,5% in Canada al +13,3% in Russia, dal +17,7% del Giappone al +13,3% in Francia e +15,5% in Polonia.