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Rubrica di Emanuela Medi
 

Vitigni autoctoni: la risposta Italiana all’omologazione del gusto

Dal greco AUTOS/stesso e CHTHON/ terra deriva il termine Autoctono: un nome che indica che quel vitigno è nato e si è sviluppato in un preciso luogo geografico adattandosi a quel terreno quasi a confondersi  con esso, anche se molte varietà hanno superato gli stretti confini regionali per essere interessanti anche in regioni diverse da quelli di nascita.

Sull’autoctono il nostro paese gioca una partita importante e ormai vincente puntando sulla biodiversità del territorio- caratteristica geologica dell’Italia- in grado di produrre vini di eccellenza dalle infinite sfumature di odori e sensazioni gustative. Molti esperti stranieri come Jancis Robinson  presente a” Modena Champagne Exprience,”  tra le più importanti voci del mondo del vino indica nei vitigni autoctoni italiani, la vera novità  per il nostro paese in un panorama- anche mondiale- troppo affollato di Cabernet Sauvignon e Chardonnay  di cui molta gente si è stancata anche se alcuni blend rimangono imbattibili.

450 i tipi classificati non sono pochi, ma saranno certamente negli anni, molti di più a siglare climi diversi, lo studio di particelle territoriali, a intensificare la zonazione. Autoctono un volano economico per aziende grandi e piccole capaci di valorizzare i vini i,  creare posti di lavoro soprattutto per i giovani e a promuovere quell’enoturismo su cui potrebbe vivere comodamente l’Italia senza la spremitura delle tasse!

Autoctono un sorvegliato speciale ! Tanto da raccontare come l’Aglianico, varietà del sud   da cui nasce il Taurasi in Irpinia, e l’Aglianico del Vulture in Basilicata. ,il Verdicchio delle Marche, il laziale Cesanese  e il Cannonau della Sardegna, il Primitivo di Manduria, il contorto  Nerello Mascalese che molti vorrebbero   accomunare al più raffinato dei vini francesi il Pinot Nero. E la Tintilia  vino molisano autoctono per eccellenza la cui storia risale agli anni del Regno Borbonico circa alla metà del 700.

Lo certifica il suo DNA e le ricerche condotte dall’Università degli Studi del Molise. Tintilia dallo spagnolo “Tinto” che vuol dire appunto, rosso, oggi è molto ricercato,. nonostante  sia stato messo da parte negli anni 60, quando i coltivatori molisani preferirono le zone di coltivazioni pianeggianti favorendo la quantità più che la qualità.  A bacca nera, colore carico, gusto rustico per un vino che ha ricevuto la DOC nel 2008 e l’iscrizione al Registro delle Varietà di Vite, nel 2012. Grande Di Majo Norante!

Da Sud a Nord con la Schiava, Lagrein, Gewurztraminer,il cui uvaggio più noto è il Santa Maddalena. Loro  sono gli ambasciatori del vino altoatesino: i tre vitigni autoctoni del Trentino, già citati nelle cronache del Medioevo sono stati dimenticati fino quasi 15 anni fa  ( la Schiava ha addirittura rischiato l’estinzione). Tirati fuori dal cassetto dei vignaioli : oggi il Gewurztraminer aromatico è il pezzo forte dei vini bianchi, il Lagrein è fiore all’occhiello dei vini rossi altoatesini mentre la Shiava, leggero rosso altoatesino è in fortissima ripresa.

Ancora loro i  master of wine come Monica Larner di “ The Wine advocate” non ha dubbi sulla competitività italiana legata ai tanti  diversi vitigni che non sono solo i famosi come il Nebbiolo, il Sangiovese ma tanti altri emergenti ognuno con le proprie caratteristiche

Emanuela Medi, giornalista, sommelier

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.