Calma, pace interiore, tecniche di rilassamento perché non associarle a quel viaggio esperienziale che è il vino in un crescendo di aromi, sensazioni , voluttà cui non sono affatto estranee le vie del sistema nervoso. Non perdiamo la calma, non facciamo un trattato di scienza ma è sempre più accreditato che dopo l’udito, è la vista il primo organo sensibilizzato dai colori del vino stimolati dal sistema nervoso.
Poi arriva il tatto: si, perché quando tocchiamo il bicchiere e lo teniamo in mano facendolo ruotare, ci predisponiamo all’olfatto, e anche qui il nostro cervello lavora e lavora di più quando odoriamo dall’esterno perché oltre alla classica sensazione olfattiva si ha quella che tecnicamente si chiama retro nasale, le molecole odorose non arrivano attraverso le narici ma dalla parte posteriore della bocca al naso, una sorta di secondo olfatto che scatena un gran numero di aree cerebrali in grado di cogliere le molecole volatili, le più interessanti e preziose. Poi certo viene il gusto, dove tutto si mescola anche se entra in gioco il palato.
Ma lo yoga dove è finito? Se lo yoga arriva dall’India ed è una pratica meditativa, il rapporto tra vino e mente si è sviluppato in Occidente. Eschilo scriveva che il vino è lo specchio della mente, Pindaro che eleva pensiero e animi, Edoardo VII che il vino non solo si beve ma si annusa,, si osserva e si gusta. Ma fermiamoci qui.. “ Per scoprire il vino, è necessario un percorso meditativo-sensoriale che si realizza attraverso il proprio corpo e la propria mente”. Lo ha detto un filosofo, un esperto di arti meditative, un giornalista che ha girato il mondo?.. ma siamo più pratici, l’esperimento è stato lanciato dall’azienda Barberis di Coremilla, piccolo centro dell’Alta Langa.. non è una trovata solo pubblicitaria: ora molte aziende vitivinicole lo hanno adottato facendo partecipare a una sessione di yogawine.
Partiamo dal concetto che bisogna predisporsi con la mente e con il corpo.. alla degustazione. Quindi il percorso prevede, visite ai vigneti e terrazzamenti.. con calma, poi lezione sui ritmi della natura, potatura e gioia della vendemmia. Al termine si rimane sul posto davanti a un calice vuoto messo prima dal titolare.
E allora , dicono gli yoga wine, tutto diventa armonico e equilibrato: vista, udito, olfatto e gusto .
Monica Assanta, Giornalista