a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
 

ANTEPRIMA L’ALTRA TOSCANA 2024

QUELLI CHE “QUASI NOVANTA”
E’ il titolo della classifica  che  Roberto Alloi nostro esperto di punta ha stilato relativa agli assaggi de” l’altra Toscana” la kermesse svoltasi il 19/02/2024 a Palazzo degli Affari-Firenze. Quelli che hanno ottenuto un punteggio maggiore sono visibili sul sito Vinosano.com – MERITO A TUTTI, vogliamo sottolineare.


CONSORZIO DI TUTELA DEI VINI CARMIGNANO

TENUTA CERI: quella di Edoardo Ceri è una storia di amore per il Territorio di Carmignano e per il vino.Una storia fatta di rispetto per la natura, di duro lavoro e di risultati di altissimo livello qualitativo. Una storia che guarda lontano.


CARMIGNANO DOCG “RIGOCCIOLI” 2021:
che Edoardo Ceri amasse carnalmente Carmignano e che questo suo sentimento profondo per il Territorio lo volesse imbottigliare sotto forma di emozioni l’avevo capito assaggiando“casualmente” quel capolavoro che è “L’ARRENDEVOLE”.
Questo RIGOCCIOLI” è un vino diverso, più luminoso e, forse, meno ordinato ma non per questo meno affascinante, anzi…Sta forse in quel suo naso non “precisino” parte della sua malia.
Non è facilissimo districare la massa dei piccoli frutti di bosco, le loro dolcezze da una nota più arcigna di nocciola fresca ma poi Vi mettete il cuore in pace e Vi lasciate accarezzare da una cascata di fiori rossi..ma solo per un attimo, che poi arrivano affumicature leggere e spezie, scure e orientali. Il sorso è succulento, piacevolissimo, carico di suadente dolcezza eppure tannico quanto serve a destarVi dal sogno.Chiude in progressione, senza cedimento alcuno, sottolineando di nuovo le dolcezze (ecco, di queste, a questo punto, avrei fatto a meno). Un giovin signore. (Più 90 Punti che 89, ma a 90 non ci arriva).

CONSORZIO TUTELA VINI DELLA MAREMMA TOSCANA

SASSOTONDO:  25 anni fa, una storia di ritorno alla campagna .Iniziata con un ettaro di vigneto e tanto tanto da risistemare.Estrema la cura in vigna ed il Ciliegiolo “osservato speciale”. Siamo nella Maremma vulcanica, quella dei tufi che racchiudono cantine, quella che regala vini così, di profonda immediatezza.

MAREMMA TOSCANA DOC CILIEGIOLO BIO “VIGNA SAN LORENZO” 2020:  l’etichetta rivela il colore dell’olfatto .Annusate viole e genziana, e poi la cioccolata che cela la ciliegia (ma ci sta pure un tocco di fragola) ed una fresca ventata di incenso e liquirizia.Intorno la Maremma, quella della macchia piegata dal vento, del salmastro del mare lontano del rustico, selvatico incedere di cavalli curiosi. Sorso coinvolgente, succoso, birbante, con freschezza d’avanzo e tannini in sintonia ed una balsamica chiusura.Siete pronti per il terzo bicchiere? (Quasi 90 Punti).

CONSORZIO SUVERETO VAL DI CORNIA

GUALDO DEL RE: Azienda storica di quella Val di Cornia che guarda l’Isola d’Elba, una delle prime a credere nel Territorio di Suvereto.

SUVERETO DOCG SANGIOVESE 2017
una profonda, resinosa balsamicità è solo l’incipit di un olfatto che comunica il bosco in toto, dai piccoli frutti ai funghi prima di ingentilirsi di violette e soffermarsi sul tabacco. Sorso di inattesa semplicità, compostamente tannico e di succosa sapidità, caratterizzato da una lunga coerenza che invita ad alzare i calici. (89/90 Punti).

IL FALCONE: 10ha a conduzione femminile.Una Storia secolare, conduzione biologica, Sangiovese in primis ma senza dimenticare gli internazionali (soprattutto il Syrah).

SUVERETO DOCG “BOCCALUPO” 2019:

piccoli frutti ed amarene propongono una succosità quasi ferrosa e, mentre Vi distrae un sottile accenno di pelliccia, tabacco e liquirizia si fondono in un mix balsamico malioso ed intrigante. L’assaggio, di grande sostanza, propone un frutto carnoso che accompagna tutto il sorso fino alla chiusura che lascia intravedere il caffè. (89/90 Punti).

CONSORZIO DI TUTELA VINI TERRE DI CASOLE

PODERE STEBBI: spazio bianco sulla mappa! Un’Azienda avvolta nel mistero, di cui non m’hanno saputo dire e di cui ho trovato praticamente nulla. Me ne scuserete, me ne scuseranno. Indagherò, perché mi pare che ne valga davvero la pena.

TOSCANA IGT ROSSO “DIAMINE” 2016:

che volete che Vi dica di questo vino? E allora vi dirò che m’ha sorpreso non tanto per quei descrittori che, a leggere anche con poca attenzione, anche uno stupido capisce essere sempre gli stessi (qui un floreale intenso, il frutto rosso, un turbine salino, una campagnola selvaticità, il fumo di un camino), ma per come sa essere cartina tornasole di un Territorio.

L’alta Val d’Elsa è un paesaggio turrito e geologicamente variegato e  questo vino svetta e in parte pende .E proprio il fatto che chini il capo verso la terra e il sudore lo rende affascinante. Non vedete l’ora di assaggiarlo e quando lo fate vi esce quel: “Ahhh” di dissetante soddisfazione.
E siccome questo  bottiglia è traditrice, la sua piccante sapidità farà si che ne apriate un’altra. 2016?! Spettacoloso!  Mio il  premio “PORCAPALETTA”. Da bere ascoltando “FEVER” di PEGGY LEE. (89/90 Punti, perché “tecnicamente” così è, ma se fosse per il cuore…”DIAMINE”).

CONSORZIO VALDARNO DI SOPRA

TENUTA SETTE PONTI: una storia iniziata negli anni ’50 che scomoda anche la Famiglia Savoia -Aosta ed un oggi targato 1998 fatto di sostenibilità e vini di grande successo.

VALDARNO DI SOPRA DOC SANGIOVESE “VIGNA DELL’IMPERO” 2019:
ampiamente boschivo, racconta di resina, bacche, radici e dei rovi fruttati al limitare degli alberi.
Segue il corteo delle dolcezze di spezie e cioccolato cui fanno da contraltare stuzzichevoli note di arancia rossa ed un che di pietrisco.
Molto elegante il sorso, che srotola senza intoppi il ricamato tessuto tannico raccontando con dovizia di particolari i descrittori olfattivi.
(Quasi 90 Punti, ma confesso che cominciavo ad essere stanco, quindi…lo riassaggerei).

CONSORZIO VINO TOSCANA IGT

MARCHESI ANTINORI:
TOSCANA IGT BIANCO “MEZZO BRACCIO TENUTA MONTELORO” 2020:
 l’incipit è un’esplosione di frutta bianca (la pera in primo piano) sostenuta da pepose piccantezze, segue un intrico di gelsomini, una manciata d’agrume candito ed una pirica mineralità soffusa ma ben presente. Sorso d’acchiappo, con calore e freschezza in evidenza e ben equilibrati ed un lungo finale minerale che non disdegna di sottolineare vegetalità di sambuco. Forse off-topic ma proprio per questo gli do il mio premio “OLÈ”. (89/90 Punti).

Roberto Alloi, sommelier

Condividi sui social network
Scritto da