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Rubrica di Emanuela Medi
 

Venezia Giulia igt Refosco – 2018 – Ad Coos

Refosco, vitigno cui Dario Coos (oggi affiancato in azienda da suo figlio Alessandro), dopo aver scritto la storia del Ramandolo (invero a due mani con Giovanni Dri), ha dedicato tanta parte della sua lunga carriera.

Un percorso lunghissimo, iniziato nel 1985 e culminato con la soddisfazione dei “duebicchieriemezzo” nel 2001.
Un percorso di studio prima che di sperimentazioni.
Un percorso partito da come si faceva il vino una volta: tino di legno, pigiatura con i piedi, tappato e “sigillato” con la ponca e destinato a macerazioni lunghe e pazienti.
Passato per surmaturazioni e appassimenti “Allegrini style”, per l’estremizzazione dell’uva lasciata in pianta fino a Dicembre…
E, “daje e daje”, una ricetta l’ha trovata!
Uno stile che non snatura il vitigno, che ne mantiene il varietale, che prevede la giusta maturazione dei tannini.
Uno stile che vuole il vino evolvere in freschezza, che gli lascia quel “giusto” di spigolo che lo rende interessante e beverino.
Il Refosco, non è solo un vino, è una parte di me.
Il Refosco ha due facce.
Quella cupa nascosta nel nome e quella luminosa
Il Refosco è maschio ed è femmina.
Marito e moglie.
Amante.

Il Refosco è l’abbraccio forte del Friuli ed il respiro del Collio.
Il Refosco ti aiuta a crescere, ti prende per mano e ti accompagna.
Questo di Alessandro (e Dario) è la mano ruvida del nonno che ti accarezza, quella che ragazzo rifuggi e da adulto rimpiangi.
È la fatica di “roncare”, il sospiro quando ti siedi, il cuore che batte, l’alito prima di un bacio.
Nascosto come Ramandolo dall’ombra di Nimis, ruvido come l’ombra della Slovenia che incombe sui filari strappati alla ponca.
È un vino che segna e che insegna.
Ricorderai ed imparerai a non avere certezze; chè il vino, come la vita, non ne dà.
Imparerai a non giudicare dall’abito ma a conoscere il cuore.

E questo Refosco, per la miseria, ne ha!
Cuore ed anima!
Quelli di Alessandro e Dario, quelli di una Terra che cela e rivela

Il naso è illuminante.
Delle more ha anche le spine, delle visciole la croccantezza e le recondite dolcezze, della liquirizia la corteccia che graffia il palato e l’amaricante che ne allunga un ricordo che si perde nel cacao.
Ti crocifigge con chiodi di garofano e ti solletica con erbe aromatiche.
L’assaggio accosta la freschezza del sorso a mineralità saline e conduce ad un piacevole allungo di frutta e spezie.
Dopo il primo sorso non avrai più dubbi: verrà il secondo e…vedrai il fondo della bottiglia.
In enoteca ad un prezzo che non potrai rifiutare!

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