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Rubrica di Emanuela Medi

Antenate degli alberghi e delle pensioni di oggi, le osterie hanno avuto, nel corso dei secoli, un’importante funzione anche  sociale in quanto  luoghi di prima accoglienza.
Offrivano vino, vitto ,a volte alloggio.. soprattutto ai pellegrini, sbandati e non infrequentemente moribondi. Sì, proprio questi ultimi venivano accolti più che volentieri dall’oste e non solo per carità cristiana. In caso di morte ”ereditavano “ tutto quello che aveva indosso il poveretto.  Divise per differenti categorie,  prendevano il nome dalle insegne che esponevano: un angelo, due spade un leone.. le più..anonime il nome o soprannome del proprietario.
Il maggior numero delle osterie si trovava fuori le mura della città o accanto alle stazioni di posta: qui alloggiava chi non aveva le carte in regola per entrare nella città, piccoli briganti, soldataglia e pellegrini. Certo il pubblico delle osterie non era dei più blasonati visto che in città erano luoghi frequentati da prostitute, ladruncoli, sbirri e vagabondi, ma l’aria rilassata e licenziosa le rendevano molto gradite.. Tante, tantissime le osterie sparse un po’ ovunque sul territorio nazionale, molte moltissime considerate di “ quartiere” aldilà delle funzioni amministrative delle stesse.
A Roma famosa l’osteria Garbatella situata nell’omonimo quartiere capitolino fondato negli anni venti nelle zone accanto la Basilica di San Paolo fuori le mura ( lato sinistro del’odierna Via Ostiense per chi proviene da Porta San paolo). Il nome del quartiere-sembra- provenga dalla proprietaria dell’osteria ”Garbatella”, di nome Maria o Carlotta, molto amata  per i suoi modi  gentili , per altri licenziosi  verso i viaggiatori: da qui la parola “garbatezza”.
Un’altra interpretazione, più verosimile sul nome del quartiere, proviene dalla coltivazione  della vite detta ”a barbata” o “garbata” nella quale le viti venivano appoggiate agli alberi di olmo.
Coltivazione utilizzata nella grande “ tenuta dei 12 cancelli”, (comprendente l’attuale Via delle Sette Chiese) di proprietà del Monsignore Alessandro Nicolai, ministro dell’agricoltura  di Papa Gregorio XVI( 1765-1846) .

Emanuela Medi, giornalista

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.