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Rubrica di Emanuela Medi
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Settembre 2022

Non è casuale che la tre giorni dal 30 settembre al 2 ottobre si svolga a Bertinoro la terra d’elezione del vitigno a bacca bianca più rappresentativo della Romagna, primo vino bianco in Italia a ottenere la Docg (1987). In questa cittadina dal 1989 alloggia la storica campana dell’Albana che simbolicamente annuncia l’inizio della vendemmia. Non solo. Questo vitigno ha trovato nella terra dello Spungone uno dei suoi terroir d’elezione nella produzione d’eccellenza,

Secondo Coldiretti, nell’ultimo anno in Italia, sono stati sprecati 67 kg di alimenti per abitante, il che rappresenta una distruzione di oltre 4 milioni di tonnellate di prodotti ancora consumabili. In occasione della 3ˆ Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari, istituita dalle Nazioni Unite che si celebra il 29 settembre, Banco Alimentare chiede al nuovo Governo affinché il sostenga il Terzo Settore quale punto fermo delle prossime politiche sociali non limitato a contributi soltanto straordinari.

Diciamo subito che il Frascati non è un monovitigno ma un assemblaggio, ad esso concorrono per disciplinare almeno dieci vitigni di cui la Malvasia puntinata è la principale ma è soprattutto la storia antichissima a marcare il territorio da cui provengono. Ne ha lungamente parlato Andrea Gori redattore di Intravino che ha guidato una bellissima masterclass sui vini Frascati, nell’ambito della recente manifestazione svoltasi a Villa Cavalletti-Grottaferrata cui hanno partecipato 70 produttori del food&wine del Lazio. L’iniziativa è stata curata da Veronica Laurenza e  Saula Giusto, fondatrice di Romewinexperience. Dice Andrea Gori: “A parte l’acidità il marchio inconfondibile del Frascati bisogna considerare che ad esso concorrono molteplici vitigni bianchi alcuni più importanti per freschezza, acidità e aromi, altri meno ma che fanno volume, tutti con una loro specifica. La cosa bella del Frascati è che si è collocato su zona vulcanica,  ma rappresenta  anche le tante storiche tracce di popolazioni che sin dall’antichità sono passate per questo territorio lasciandone una impronta specifica.Abbiamo il Trebbiano Verde, in sostanza il Verdicchio, il Trebbiano Giallo che è quello Toscano, il Trebbiano Abruzzese e quello Umbro. Insomma un grogiolo di vitigni che nel corso del tempo hanno finto per assomigliarsi e completarsi mantenendo ognuno il proprio

A Terra Madre Salone del Gusto che si è chiusa lunedi 26 con ben 350 mila passaggi e più di 3.000 delegati provenienti da 130 paesi, sono stati tanti i temi affrontati. Su tutti lo slogan di Carlo Petrini per un cibo buono pulito e giusto, perché la vera rivoluzione non è solo ambientale ma sociale nel segno della biodiversità e della difesa del modo di produrre cibo da parte dei paesi piu poveri.’ Una sostenibilità come dice il presidente di Slow Food che deve avere come perso la sostenibilità delle nostre vite a partire dal cibo”.

Con lo slogan “Il vino con Milano intorno” parte la  quinta edizione della Milano Wine Week, che si svolgerà dall’8 al 16 ottobre nella metropoli lombarda. Tante le novità in programma dal nuovo hub di Palazzo Serbelloni con il MWW Dome, l’Enoteca e il Tavolo dei Vignaioli per le degustazioni in compagnia  di  sommelier e produttori. Presenza imprescindibile le masterclass internazionali per professionisti e i Wine District per il grande pubblico. Partiamo dai Wine District che ospitano i Consorzi e le loro iniziative – in sinergia con la MWW – per coinvolgere il pubblico, informando sul vino-sponsor. Poi sono previste cene con il produttore organizzate in alcuni ristoranti e locali aderenti all’iniziativa. Eventi internazionali Importante il lavoro di  ICE-Agenzia e Federdoc che hanno invitato 60 buyer e giornalisti provenienti da Europa, Usa, Canada, Messico, Giappone, Thailandia e Vietnam.  Tutti potranno partecipare a oltre 50 masterclass a Palazzo Bovara –– e di scegliere tra i vini di 200 aziende e 20 Consorzi». Le grandi sedi: Palazzo Bovara e Palazzo Serbelloni, quartieri generali di MWW Business a, Palazzo Bovara  mentre consumatori e professionisti a  Palazzo Serbelloni. Nella grande corte, battezzata per l’occasione Wine Court, sorgeranno: il MWW Dome, dedicato a workshop, eventi di intrattenimento, talk, aperitivi; l’Enoteca

L’Operazione da 200 milioni di euro porta la famiglia Bonomi ad avere 52% del capitale. Il 48% rimane a (Farinetti), la famiglia Baffigo-Miroglio e Clubitaly. Ora è ufficiale la Investindustrial, holding guidato dalla famiglia Bonomi (con 11 miliardi di euro di capitale raccolto), è entrato a far parte di quella realtà del Made in Italy creata da Oscar Farinetti e conosciuta nel mondo con 44 store in 15 Paesi, ed un fatturato per il 2022 600 milioni di euro. La famiglia Bonomi con l’acquisizione costata 200 milioni di euro, diventerà il socio di maggioranza, con il 52% delle azioni, acquistando anche parte delle azioni detenute dagli attuali azionisti.Cambierà qualcosa? In realtà si apre un nuovo capitolo per una realtà come Eataly che, partita da Torino nel 2003, ha conquistato il mondo e in modo e significativo ha contribuito alla crescita del made in Italy. “L’investimento - si legge in una nota ufficiale - consentirà a Eataly di di ridurre l’indebitamento finanziario netto e di massimizzare la flessibilità finanziaria per i piani di espansione globale del Gruppo. L’iniezione di capitale rafforza il ruolo dell’azienda come ambasciatore globale dell’eccellenza alimentare made in Italy, sia attraverso l’apertura di flagship store che con lo sviluppo di

 “Non tutti definiranno questa vendemmia allo stesso modo ma, di fatto, è una vendemmia complessa“ osserva l’enologa e biologa Dora Marchi, Direttore Tecnico e Responsabile del Laboratorio Controllo di Qualità del Centro di Ricerca Applicata all’Enologia Enosis Meraviglia di Donato Lanati a Fubine. Complessa in tutt’Italia “Seppure la situazione si sia presentata in forma differente a seconda delle regioni, dei suoli e delle esposizioni, è stato certamente il nord d’Italia a risentire maggiormente delle ripercussioni del clima, ovvero, del protrarsi di un’annata siccitosa, iniziata l’inverno scorso, e aggravata da temperature più elevate rispetto al passato. In alcuni casi ci siamo ritrovati di fronte ad una “tempesta perfetta” con picchi di temperature fino a 40 gradi che, all’interno dell’acido, si sono tradotti in oltre 50/55 gradi. Per conseguenza, abbiamo avuto grappoli con acini molto piccoli,  con una maturazione che può risultare molto diversa da grappolo a grappolo e, anche, da acino ad acino.” Con quali conseguenze “ Zuccheri concentrati, mancanza di acidità e di Acido Malico, nonché bucce più spesse e, quindi, gradazioni alcoliche nei vini che, mediamente, potranno modificarsi di circa 1/2 gradi in più. In ultimo, ad essere a rischio sono i precursori degli aromi a causa della non coincidenza tra la maturazione